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Tremonti, l’unica pistola carica

Basterebbe la denuncia fatta in Senato dal giuslavorista Pietro Ichino, riguardante i gruppi parlamentari attuali, che conservano gl’impiegati dei gruppi parlamentari dei partiti, ormai scomparsi, della prima repubblica (dal Movimento Sociale fino a Rifondazione comunista), con i relativi emolumenti e grazie ad una leggina ad hoc del 1993, per comprendere quanto truffaldina, disonesta e squalificata sia l’attuale classe politica, che scarica sulle spalle dei cittadini ignari ogni aggravio di spesa, ingrossando un soprannumero di clienti, faccendieri e portaborse disposti a tutto.

Se non avessimo anche la possibilità di leggere tutti i giorni il testo delle intercettazioni delle ultime inchieste, da cui risulta evidente lo squallore morale, la viltà, la maldicenza ed il becero pettegolezzo da cortile, da bottega di barbiere o peggio da postribolo di questi personaggi che calcano la scena pubblica del Paese e ricoprono cariche delicate ed importanti.

Peones che hanno un solo orizzonte,quello di tirare a campare per raggiungere il diritto alla pensione da parlamentare o vitalizio che dir si voglia.

Perciò sono armi spuntate o pistole scariche quelle dei vari boss politici che hanno minacciato e ricattato il governo, dopo la sconfitta elettorale; e credono di poter raggirare l’elettorato per riconquistarne la fiducia, proponendo puntualmente programmi fantasiosi come il trasferimento di ministeri al nord, o la riduzione delle tasse (argomento ridicolo che m’insegue da quand’ero ragazzo), impossibile a fronte dell’imponente debito che ci sta sul collo.

Mai vista una riduzione d’imposte in tutta la mia vita.

E sempre più patetico, ormai la sua baldanza si è affievolita e appare solo e stanco, è il presidente del Consiglio, che vede intorno a sé cortigiani pronti a sparlare di lui, a tradirlo, a saltare sul carro del prossimo vincitore. Un premier che va a Canossa dal nemico Di Pietro, quasi che speri più nella lealtà di un avversario politico, che nella ipocrita e finta lealtà dei suoi.

Tutti additano come nemico non solo di Berlusconi ma del parlamento tutto il ministro Tremonti, perché con ammirevole saldezza di nervi resiste a tutti gli assalti alla diligenza e si prepara a varare una manovra finanziaria lacrime e sangue, per evitare che il paese affondi come sta capitando alla Grecia.

Speriamo sinceramente che lo sceriffo Tremonti continui a tener chiusi i cordoni della borsa e a fare quei tagli impopolari di spesa che non sono mai riusciti a nessuno.

La sua è l’unica pistola carica.

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