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Tirana. L’Albania ha un nuovo presidente della Repubblica, un seguace di Berisha

Intanto la Commissione europea esprime un giudizio negativo sul Paese delel Aquile 

L’Albania immobile, l’Albania incapace di virare la propria azione politica verso i principi dell’Europa occidentale, l’Albania perennemente arretrata, l’Albania corrotta, l’Albania, infine, incapace di uno scatto d’orgoglio e dignità: sono questi gli aspetti deteriori della Repubblica balcanica che, nonostante tutto, continuano a prevalere e che si sono clamorosamente palesati in occasione della recente elezione del Presidente della Repubblica nel “Paese delle Aquile”. La suprema Magistratura dello Stato albanese viene eletta come in Italia in maniera indiretta, cioè la sua elezione è un affare parlamentare. Nonostante le promesse della vigilia, secondo le quali sarebbe stata scelta una personalità indipendente e, tarate le proporzioni a quelle della piccola e povera Nazione balcanica, di spicco, nulla di tutto questo è avvenuto. Obbedendo ai classici canoni della spartizione del potere più becera e clientelare il Partito Democratico al potere, quello guidato da vent’anni dall’immarcescibile Sali Berisha eterno premier in un Paese che mai ha conosciuto i principi di una sana liberal-democrazia, ha imposto sul più alto scranno della Nazione il proprio candidato, l’ex Ministro della Giustizia Bujar Nishani.

Nishani è una personalità poco conosciuta, un grigio burocrate da sempre fedele servitore del suo unico mentore politico e cioè di Berisha medesimo. La sua personalità è talmente scialba che non è neppure conosciuto dai suoi compatrioti. Niente a che vedere con il Presidente uscente Bamir Topi che, in questi anni, da solo ha costituito un valido argine alle tentazioni autoritarie.

Il Partito Democratico ed i suoi caicchi, bisogna riconoscerlo, hanno avuto vita facile nella nomina di Nishani alla Presidenza anche perché l’opposizione socialista, guidata dall’ex Sindaco di Tirana Edi Rama, ancora non si è ripresa dall’ultima sconfitta elettorale alle Amministrative, seguita dalle immancabili accuse di brogli elettorali, e procede in ordine sparso. Improvvisamente, dopo l’elezione di Nishani e la conseguente “Caporetto” del rivale interno Rama, ha rifatto la sua comparsa nella capitale albanese l’ex premier ex comunista, poi riciclatosi come socialista Fatos Nano, ora ricchissimo, che viveva in una lussuosa villa a Vienna. Nano ha pure accarezzato l’idea di divenire Presidente della Repubblica ma è stato votato solamente da una trentina di parlamentari. In cambio però ha raggiunto il risultato che si era prefissato: quello di scendere a compromessi con Berisha pur di spazzare via il più giovane Rama e riprendersi in mano il partito socialista. Non a caso ad una televisione albanese, senza infingimenti di sorta, ha dichiarato: “Berisha è più innamorato del potere che dello Stato ma insieme troveremo la forza per cambiare questa triste realtà”. Una realtà che però per l’Unione europea non sta cambiando, e non cambierà assolutamente, tanto che ad elezione di Nishani avvenuta, Peter Stano, portavoce del Commissario UE all´Allargamento, ha sconsigliato l’Unione a proseguire sulla strada dell’accordo di stabilizzazione con la Repubblica adriatica. L’Albania deve ancora aspettare perché proprio pare continui non soddisfare i minimi requisiti richiesti da Bruxelles.

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