Tesina su Draghi: ammirazione o sudditanza implicita?
Qualche giorno fa ho letto una notizia alquanto strana: il presidente Draghi risponde con una lettera di ringraziamento ad uno studente (tale Alessio) che gli aveva dedicato ed inviato la propria tesina. Quest'ultimo, alla domanda del perché lo avesse fatto, risponde che era un suo ammiratore.
Una notizia che mi ha suscitato perplessità e a tratti persino tristezza. Di pancia, verrebbe da chiedersi come fa il Presidente del Consiglio in carica a trovare del tempo (in un momento del genere, poi...) per rispondere ad uno studente. Ma magari fosse solo questo il problema!
A mio avviso non è educativo che un ragazzo diventi famoso solo ed esclusivamente per una "leccata di piedi" al potente di turno, a prescindere che si chiami Draghi, Conte, Mattarella o Meloni.Ma soprattutto, gli articoli dedicati alla notizia non parlano di quello che dovrebbe essere il particolare più rilevante: come era questa tesina? È piaciuta alla commissione? Il ragazzo è maturo? Non è dato saperlo. A quanto pare l'unico dato fondamentale è che sia piaciuta a Draghi e chissenefrega dei professori! E ciò potrebbe creare un danno anche di immagine al ragazzo: magari sarà stato un ottimo alunno, invece diventerà famoso solo ed esclusivamente per una leccata di piedi. E da qui sembra palesarsi un messaggio neanche troppo subliminale: "Ammira pubblicamente il potente e farai strada". Il tutto a meno di un mese dal voto. Alla faccia della meritocrazia!
Sembrava una notizia da ultima pagina, invece mi rendo conto che rappresenta un triste spaccato della società italiana, troppo ancorata al rapporto potente-clientela come da un inscindibile cordone ombelicale. In un mondo di Alessio, siate liberi cittadini.Lasciare un commento
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