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Terremoto e guerra

Se mai potessi scegliere come morire tra la guerra e il terremoto, direi il secondo, come è accaduto a migliaia di persone durante la notte scesa sulla Siria e la Turchia. Pensate che sia grottesco quanto mi chiedo e vi chiedo?

Il terremoto è un mostro arcaico che si erge in piedi dall'interno della Terra. Pochi giorni fa ho seguito stupefatta come una bambina, l'incontro di Pif, in Caro Marziano, con uno speleologo e i suoi compagni.E l'idea che dentro e sotto la superfice terrestra, ci siano chilometri inimmaginabili di caverne che neanche si spostano nei secoli, e che li sotto ( e gli scheletri lo dimostrano) andavano animali a proteggersi e riposare come orsi leoni e persino dinosauri...mi ha incantata. Loro, gli speleologi, entrano dentro con estrema cautela.

Il terremoto, per quanto gli scienziati tentino di fare, non si annuncia ma sappiamo che la devastazione che ne segue può essere ridotta con la difesa dell'habitat terrestre e delle costruzioni appoggiate.

E' il secondo giorno dopo il terremoto in Turchia e Siria e Gianni Rodari, testimone, scriveva: "Non si vede più nessuno piangere il secondo giorno dopo il terremoto. La fine di quello che c'era è una cosa accaduta in un tempo già lontano. È cominciata un'altra cosa. Non si sa ancora che cosa sarà."

Questo terremoto è stato talmente forte che il mondo piange e piangerà ancora per parecchi giorni, poi si va avanti...

La guerra viceversa, con qualche baruffa tragica tra potenti, che a noi ci appare lontana, si abbatte poi in pochissimo tempo sul nostro stile di vita, rendendo più povero chi già lo era, e più egoista chi già lo era.

La guerra è stata preparata metodicamente, la storia che ci insegnano è fatta di date della guerra, di conquiste e battaglie, di potenti.

Mi sono fatta grande, diciamo pure vecchia, ad avere l'eredità di figlia del dopoguerra che è stata giovane quando c'erano gli hippy e i Festival di Sanremo che invitavano a mettere i fiori nei cannoni e che oggi sa di esistere tra l'incudine e il martello della guerra, sempre più sporca e complicata, e quelle terre. Nessuno mi aveva obbligata da ragazzina di sapere come vivevano e che storia avessero passato, popolazioni lontane dall'Italia, oggi sorgono alla ribalta di disastri umani, e capisco che non ci sono diritti per quei popoli, persino il diritto di vivere è loro negato.

La mia nipotina Luna, ieri 6 febbraio 2023, camminava con la sua mamma alla galleria Lafayette di Marsiglia e mi ha detto stamattina che per la prima volta ha visto i manichini,ed è rimasta sorpresa, imbambolata di fronte a quelle forme umane ferme. Ho pensato a quanti bambini hanno visto e vedranno corpi senza anima, anche i loro cari, causa il terremoto, causa la guerra.

E quindi scrivo, per fermare le mie paure e per tirarle fuori, come il tentativo che dovremmo fare tutti di chiedere continuamente senza dare possibilità di replica, di finirla con le guerre, di dire basta senza giustificazione per nessuno che la dichiara e finge la pace.E ancora voglio ricordare Gianni Rodari: "Tra le tende dopo il terremoto, i bambini giocano a palla avvelenata, al mondo, ai quattro cantoni, a guardie e ladri, la vita rimbalza, elastica, non vuole, altro che vivere."

Tanti tanti bambini sono morti sotto tempeste di neve e deserti nei campi profughi fatti di tende, dove è il caso che li risparmia.

Doriana Goracci

 

Commenti all'articolo

  • Di Marina Serafini (---.---.---.220) 9 febbraio 2023 15:58
    Marina Serafini

    Carissima, fai bene a ricordare che IERI il Festival di Sanremo invitava a mettere fiori nei cannoni, perché OGGI, invece, ospita chi i cannoni li chiede e lo fa con insistenza. E sembra che, checché se ne dica, anche se non direttamente in presenza, riuscirà comunque a farlo, in barba al terribile significato che questa azione assume.

    I bambini muoiono, le donne muoiono, gli uomini muoiono, e con loro i propri mondi - che sono anche i nostri. L’umanità uccide se stessa, e lo fa nel proseguio di uno spettacolo tragicamente ammesso nella quotidianità pubblica. Nessuno stupore, nessun sentimento...solo chiacchiere da bar, purtroppo. Ci stiamo perdendo anche se continuiamo ad inneggiare alla civiltà e alla cultura. "Anime salve", cantava De Andrè...

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