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 Home page > Attualità > Società > TV e la caduta degli dei

TV e la caduta degli dei

- Berlusconi invita gli industriali a non dare la pubblicità ai media ostili al suo governo

-il suo governo sta proponendo una norma che taglia gli spot pubblicitari sia a RAI che a SKY

-negli USA è già cominciato il declino dei grandi network (ABC, NBC, CBS, FOX, CW) che subiscono un crollo delle entrate pubblicitarie dell’11,9%, mentre i profitti delle emittenti locali calano del 27,6%

-il fenomeno è probabilmente legato alla crisi finanziaria, ma è provocato maggiormente dal fatto che internet e i “social network” con il loro successo, hanno fatto abbandonare (per sempre) la visione dei programmi delle multinazionali del “pensiero unico”

-una fetta consistente della popolazione, anche in Italia, non sa più che farsene della falsità spacciata per informazione, interviene direttamente criticando o dando informazioni, proponendo immagini, filmati e articoli, e gli piace tanto essere protagonista di un fenomeno che sta scavando la fossa a quelli che sono al potere solo perché avevano in mano tutta l’informazione

-la onnipotenza dei profitti pubblicitari può essere fermata e distrutta solo se applichiamo il metodo berlusconiano: il boicottaggio.

-visto che molti mi chiedono che cosa si può fare contro Berlusconi e il suo sistema di potere, ebbene la via esiste: non guardare le sue televisioni, boicottare i prodotti pubblicizzati dalle sue reti, non comprare libri e riviste della sua enorme industria editoriale. Ciò significa farlo fallire, significa spegnere il ghigno impunito del perenne vincitore, significa far tornare l’Italia alla democrazia, al pluralismo, sgretolare il monopolio, e ciò è possibile solo se coloro che pensano che Berlusconi sia il prodotto del denaro e del potere delle Tv, si comporteranno di conseguenza colpendolo scientificamente al cuore.

Il “cuore” è la raccolta pubblicitaria. Ricordo ai soliti cacadubbi e minimizzatori l’importanza capitale della raccolta pubblicitaria, che fu affidata da parte del cavaliere all’agenzia Pubblitalia, con a capo il potente mafioso Dell’Utri, cosa che potrebbe spiegare anche la provenienza degli enormi capitali necessari per costruire Fininvest, di origine ancora oscura.

Se finisce la raccolta pubblicitaria finisce Berlusconi. Lui al nostro posto non avrebbe dubbi.


Credits Foto: vocidipopolo.ilcannocchiale.it

Commenti all'articolo

  • Di moris (---.---.---.86) 5 agosto 2009 10:21

    condivido molto quanto hai scritto ...

    Io sono laureato e mi ritengo una persona di medio/alta cultura eppure ammetto che anni addietro ero "teledipendente".

    Non potevo nemmeno immaginare di restare un giorno senza tv ... 

    Poi ho conosciuto e partecipato alla "Rete", Internet, ho conosciuto alcune delle possibilità e dei servizi che offre e ho cominciato a respirare aria libera.

    Certo anche nella rete cè tanta spazzatura e pattume come nei media tradizionali ma cè anche tanta informazione genuina e disponibile e sta a noi scegliere.

    Ora la TV non la accendo quasi più salvo x un qualche film ... ma stò anche settimane senza.

    Io credo che fossi proprio dipendente da essa e credo che lo siano in tantissimi anzi i più.
    Anche il solo lasciarla li accesa e seguirla con la coda dell’"orechio" da dipendenza.

    E’ innegabile che il meccanismo di intrattenimento veicolato dalla tv sia farcito da messaggi più o meno velatamente subliminali, ed è altresi innegabile che dietro ci siano studi ed un ben preciso scopo da chi lo produce.

    Il fine è sempre quello, la "palanca", il commercio, la pubblicità per venderci prodotti...

    E non dimentichiamo mica che il costo di questi prodoitti è rincarato in modo considerevole dai costi pubblicitari.

    Una cosa che ho notato da alcuni mesi è che in qui pochi film che vedo in TV,quando la accendo la sera su "mediashop", sono molto meno farciti da reclame. Addirittura ne ho visto uno mesi fa che non ne aveva nemmeno 1 se non la pausa fine primo-secondo tempo.

    Credo che mediaset abbia avuto un notevole calo di investimenti in publicità .

    Questo spiegherebbe la svendita delle stelle del Milan e non il cosi tanto "reclamizzato" spirito di partecipazione al momento di crisi economico da parte del suo presidente!!!

    Staremo a vedere come evolve la situazione.
    Ora che molta gente ha aperti gli occhi sulla Rete e assaporato il profuno di notizie fresche e genuine, spero continui a farlo e non si rifugi ancora nell’apatia della peseudo informazione sparata dai media "shop" tradizionali.

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