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TIFFEVER: il Toronto Film Festival

Al via la 36esima edizione del Toronto International Film Festival

Non è incastonato nella magica cornice veneziana, non ha né il glamour snobistico di Cannes né l'estrosità provocatoria del Sundance.

Forse perché in realtà ha un po' ognuna di queste cose. E' un ibrido, ma non nel senso di un'identità debole o pallidamente delineata, dispiegando al contrario una complessa tavolozza di sfumature, che rendono il TIFF un crocevia unico e sintesi di ogni possibile esperienza cinematografica.

Non a caso viene istituito nel 1976 quale collage di film attinti ad altre rassegne, una sorta di festival dei festival, evolvendosi negli anni sino a diventare la principale vetrina di première per il Nord America, coniugando apertura alle produzioni contemporanee internazionali e vivace e orgogliosa promozione delle opere canadesi.

L'apertura è quest'anno affidata al documentario del premio oscar Davis Guggenheim, "From the sky down", omaggio agli U2 e racconto dell'album Achtung baby .

I numeri: 11 giorni di programmazione, 336 pellicole provenienti da oltre 65 paesi, 17categorie, prezzo medio 25$.

Sì, perché il fascino ed il successo del TIFF risiedono proprio nel suo essere a portata di mano (e di tasca) dello spettatore comune, colui che poi deciderà il destino effettivo di un film, evitando quindi una discrasia tra fruizione critica e popolare.

Ma soprattutto nell'entusiasmo coinvolgente di una festa che si celebra con - e che celebra un'- intera città. 

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