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Terremoto manifestazione a Montecitoria ma Natale in tendopoli

Manifestazione il 16 giugno a Roma. Gli aquilani chiedono maggiori garanzie sulla ricostruzione.

Non vogliamo un centesimo di più non un centesimo di meno, senza arricchimenti indebiti e con finanziamento diretto ai cittadini”, sono queste le parole dette in passato e ripetute  a Piazza Montecitorio a Roma dagli sfollati abruzzesi, organizzati il 16 giugno in una protesta contro il decreto voluto dal governo.

 

L’organizzazione della manifestazione è stata complicata e ostacolata da diversi divieti e restrizioni imposte dalla protezione civile, che ha vietato le manifestazioni all’interno dei campi e il volantinaggio. "Occorre non turbare la quiete degli ospiti" è stato spiegato dagli uffici della Dicomac (il centro operativo della Protezione Civile).

Perché il popolo del L’Aquila protesta? Eppure è tutto così perfetto, case che saranno pronte da “quasi subito” e la possibilità di poter piangere sulla spalla del nostro premier. Pazzi? No, solo coscienti e in cerca di informazioni corrette.  Il popolo abruzzese chiede maggiore chiarezza sui tempi della ricostruzione e sui fondi messi a disposizione dal governo e soprattutto spera che la camorra sia tenuta fuori da ogni trattativa.

Purtroppo la ricostruzione non sarà veloce come promesso e le prime case non saranno pronte prima della fine di dicembre, a causa dei ritardi dei lavori. Lo documenta il Cronoprogramma della Protezione Civile, la tabella di marcia che giorno dopo giorno regista lo stato di avanzamento dei lavori del progetto C.A.S.E (Complessi Antisismici Sostenibili Ecocompatibili), ovvero le case che dovranno sorgere per circa 15mila sfollati. Per la maggior parte si tratterà ancora di case provvisorie in attesa della vera e propria ricostruzione del cuore della città. Questa data di consegna resterà ferma solo se tra la prima e la seconda settimana di luglio inizieranno le opere di urbanizzazione (fogne, allacci di luce e gas e strade di accesso). Proprio nel periodo in cui L’aquila ospiterà il G8. Sarà difficile riuscire a conciliare entrambe le cose in una città distrutta che ha percorribili solo due strade.

Berlusconi, di ritorno da Washington, si è recato subito a L’Aquila per rassicurare gli aquilani ormai stanchi e delusi, e per lanciare un appello alle 16 imprese che si sono aggiudicate la gara d’appalto per la ricostruzione, in modo da velocizzare i lavori e garantire la scadenza pattuita per la consegna. Solo che ha continuato a sostenere  che entro novembre saranno consegnate le prime case. Evidentemente non è informato, eppure il Cronoprogramma della Protezione Civile è stato visionato e vistato dal governo.

Se per l’estate voleva organizzare crociere e vacanze al mare per gli sfollati, a Natale organizzerà la settimana bianca in campeggio o gare di scii tra le tende?

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