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Stipendi: differenziazioni del salario su base territoriale

La contrattazione differenziata su base territoriale è un nostro vecchio pallino, ma soprattutto una legittima, quanto attuale richiesta che viene fatta a voce grossa da tutto il mondo del lavoro sia pubblico che privato, una pretesa dei lavoratori dipendenti che chiedono più soldi in busta paga per tener botta al costo della vita, ormai fuori da ogni tipo di controllo, soprattutto nelle grandi metropoli. Da sempre sosteniamo che non è giusto ed equo che un lavoratore della pubblica amministrazione in servizio a Roma percepisca lo stesso stipendio di un collega di .... Poggibonsi! Un esempio su tutti, a sostegno di questa nostra convinzione, l’acquisto della prima casa: con 400.000euro nella capitale ti ritrovi un "bilocale" da ristrutturare ex novo, con la stessa cifra nella "periferia" del bel paese ci scappa fuori una "villa"! Ma quando questa formula viene semplificata e tradotta grossolanamente con l’espressione «gabbie salariali» ecco che Cgil, Cisl e Uil alzano gli scudi contro le differenziazioni del salario minimo su base territoriale. La contrattazione territoriale - o come vengono definite in modo semplicistico e volutamente negativo le «gabbie salariali» - deve essere il punto di partenza di una più ampia armonizzazione per riequilibrare la busta paga legata al costo della vita nelle varie realtà locali del paese. Nello spirito del cambiamento questo deve segnare l’inizio di un percorso che vada nella direzione di una riforma di tutta la contrattazione e quella territoriale non solo consente di avere maggiori risorse in busta paga, ma anche di ridurre il costo stesso del lavoro per garantire il valore reale di stipendi e salari tenendo conto anche di come varia il costo della vita sul territorio. Il contratto nazionale non tutela più gli interessi dei lavoratori, ma soltanto le logiche e le dinamiche di chi "contratta"! E se poi a volere il "salario differenziato su base territoriale" è pure la LEGA di Umberto Bossi bè, pazienza, non si può sempre stare da soli dalla parte del giusto! Del resto le camicie verdi non sono mica le camicie nere della marcia su Roma, semmai quelle della "marciaindietro" sulla Casta dei Prefetti!

 

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