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Soru: l’anti-Silvio

Dichiara Soru, in una intervista a cura di Marco Damilano sull’ultimo “Espresso”:

 

i partiti hanno smesso di essere luoghi di partecipazione e si sono ridotti a un club di capi e capetti”. Verità evidente e indiscutibile. Anche Soru scopre la “CASTA” e la sua separatezza dal paese reale, ma, invece di applicare una logica deduttiva e spiegarci come si deve rifondare un partito antagonista di Berlusconi, incredibilmente ripropone l’esperienza dell’”Ulivo”, e ricorda che l’Ulivo e Prodi per due volte hanno battuto Berlusconi, e se lui sarà rieletto in Sardegna può diventare l’anti-Silvio nazionale.

Viene subito da osservare una anomalia comune tra Soru e il Cavaliere, in quanto ambedue non vengono dall’impegno sociale e politico, ma dai vertici del mondo industriale, ambedue miliardari, proprietari di giornali (anche se in proporzioni diverse), arrivati alla politica senza fare anticamera né militanza, esclusivamente spinti dalla visibilità sociale derivante dal loro ruolo di padroni e dalla possibilità economica di finanziarsi impegni elettorali con soldi propri.

La prima anomalia che dovrebbe notare Soru nella formazione dei partiti e nella credibilità della democrazia è proprio questa: nell’avvicinarsi al potere è determinante essere noti e ricchi. Vengono così automaticamente emarginati o esclusi tutti coloro che magari hanno dedicato tutta la vita all’impegno sociale, proprio quelli vicini alle masse di cui si lamenta l’assenza nella direzione dei partiti.

Rifarsi poi a Prodi non mi sembra molto intelligente. Prodi appena eletto aveva il potere e il dovere di eliminare dalla scena politica Berlusconi, con due provvedimenti legislativi: il primo era quello di abrogare le leggi “ad personam” a favore dei furbi e dei ladri a cominciare da quella del “falso in bilancio”. Il secondo provvedimento doveva essere quello di rendere ineleggibile chiunque sia titolare di pubbliche concessioni e chiunque possiede strumenti nazionali di informazione, con la ineccepibile motivazione che ciò altera il gioco democratico e offre vantaggi incalcolabili ai possessori di “media”.

Se Prodi fosse caduto su questi provvedimenti sarebbe ancora in politica, mentre, per mancanza di coraggio e lungimiranza democratica, è affogato nella melma di una Unione rissosa, divisa, senza nessuna possibilità di amalgama.

Quanto a Soru, alle prossime elezioni di febbraio perderà, perché il “popolo sardo” non esiste più, è stato colonizzato dai “continentali”. Tra un Berlusconi che nel pieno di una crisi economica, promette di allentare i vincoli edilizi sulle coste, e un Soru che giustamente vorrebbe mantenerli, vincerà il Cavaliere con tutti i cementificatori.

Un’altra osservazione mi viene da fare, sempre diretta a Soru, ma anche agli elettori: le qualità di un buon politico, che sono l’ascolto dei problemi, la visione d’insieme, le mediazioni possibili, non possono venire da chi è abituato a dare ordini e decidere da solo, come avviene nel mondo industriale, e avere avuto successo come imprenditore non è una qualità che si può esportare in politica.

Facendo un discorso più generale, visto che vivo in Sardegna, per conquistare menti e cuori e rifondare un partito antagonista alla destra, bisogna parlare di “sostenibilità, di fallimento dei poli industriali di Porto Torres, di Porto Vesme, di Sarroch, di Ottana, di una intransigente politica di difesa delle coste, di diffusione su tutto il territorio di piccole centrali eoliche e fotovoltaiche con l’obiettivo della indipendenza energetica, di istituire ogni cento chilometri circa aree marine potette che ricostituiscano il patrimonio ittico, di abolire la pesca a strascico, di una ristrutturazione agricola tutta biologica che sia attenta ai consumi interni dell’isola e non per l’esportazione, di un turismo non più basato sulle seconde case (che non devono più essere costruite), ma sulla ospitalità di piccole strutture diffuse su tutto il territorio in mano a gente del luogo.

Niente discariche né inceneritori, ma un’isola pulita che offre merce rara: tradizioni, sapori, ambienti marini e montani gelosamente conservati, e accoglienza diffusa.

Di queste cose dovrebbe parlare una buona politica e solo così si attirerebbe verso la partecipazione persone perbene e nuovi dirigenti.

 

 

Commenti all'articolo

  • Di Mauro (---.---.---.108) 12 gennaio 2009 10:11
    Voto Soru al 100%.
    E’ l’unico governatore che ha fatto tanto in soli 4 anni nonstante avesse tanti contro di lui. Non il solito politico che distribuisce i soldi della regione a destra e a manca per acquisire consensi senza che questi soldi vengano utilizzati per essere investiti.
    Alcuni interventi di Soru: tutelato con il marchio dop o doc tutti i prodotti sardi, informatizzato il sito della regione e tutti i servizi connessi garantendo il massimo della trasparenza, avviato lo studio di una nuva rete di trasporti con nuovi treni veloci per tutta la regione, mandato via quel ferro vecchio della Tirrenia, risolto i problemi del Porto Canale, informatizzato la Sanità, Master&Back per i laureati, gare varie per l’abbellimento dei vecchi paesi costieri e del’entroterra sardo, eliminato le comunità montana presenti sul mare, voluto il museo del Betìle anche per il rinnovo del quartiere S.Elia da considerare l’ingresso per la sardegna... ma soprattutto ha dato fine al giro di soldi tra imprenditori e soliti politici che da 50 anni venivano amministrati nei vari comuni con rilasci di concessioni edilizie ai soli amichetti disinteressandosi totalmente dell’impatto ambientale.
    Forza Soru. Basta con la politica corrotta! E ricordate ai sardi dello scempio del ripascimento del Poetto e del tentativo di far vendere la sede dell’unione sarda a spese dei sardi.
    • Di paolo (---.---.---.248) 12 gennaio 2009 11:56

      non ho messo in discussione l’operato di Soru, ma l’approccio alla politica e al potere della classe dominante, e Soru non rappresenta l’antagonismo agli attuali sistemi.

    • Di Andrea De Vito (---.---.---.4) 12 gennaio 2009 12:17

      La mia opinione è che, in tempi di incertezza l’unica alternativa valida sia la "sicurezza" di chi ha già ricevuto un mandato, quindi con mio dispiacere (senza discutere le qualità e l’operato di Soru, sicuramente positivo) da queste elezioni non potrà scaturire alcuna innovazione politica. Solo se riconfermato, Soru,attraverso il consenso elettorale ed il sostegno di un PD più compatto di come è attualmente, potrà lavorare per ricostruire dalla base la struttura del tessuto politico e sociale elaborando iniziative a sostegno della società civile sarda. Mi auguro che ve ne sia la possibilità,anche se come sempre,Berlusconi abile burattinaio mediatico si impegnerà al massimo per sottrarre ed annientare definitivamente anche uno dei pochi baluardi rimasti alla sinistra. A questo punto ben venga, secondo me, la riproposizione della coalizione di sinistra che nei governi locali è sempre stata più coesa e forte ed in molti casi ha ben operato.

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.225) 12 gennaio 2009 12:51
    Rocco Pellegrini

    Soru non andrà da nessuna parte perchè se Berlusconi è un prodotto vecchio, rappresentando la tv generalista che la rete mette in crisi, l’Ulivo è un prodotto vecchissimo perchè non è un progetto per il paese ma è un progetto contro qualcosa e qualcuno e soprattuto bocciato dagli elettori definitivamente in aprile 2008 . 
    Dalla rete verranno le grandi novità della politica italiana, cui tutti stiamo lavorando anche inconsapevoolmente, e per capire come anche da questo punto di vista Soru sia inadeguato basta pensare a Tiscali che più che una compagnia del web 20 sembra essere l’ultimo rimasuglio della bolla speculativa del 2000 italiano sopravvissuto.
    Bisogna studiare Obama per capire quanto Soru, che è una persona seria, sia in realtà, politicamente parlando un vecchio arnese. Mi dispiace essere così ultimativo, che ci arebbe tanto bisogno di una nuova leadership credibile, ma la sinistra italiana o meglio i democratici per avere un futuro devono capire i tempi ma non facendo finta, come fa Veltroni che usa il successo di Obama pensando che basta nominarlo o imitarne l’apparenza per assumerne le caratteristiche (lui ha creato comunità su Facebook le faccio anchio).
    Il nuovo arriverà dalla rete e personaggi oggi sconosciuti scaleranno il PD, essendo il PDL un partito impresa non scalabile ma proprietario.
    L’unica cosa che l’attuale ceto che dirige il PD può fare di buono e rendere scalabile quel partito mazzolando gli oligarchi ma Veltroni sembrea inadatto anche a questo scopo se si guarda a come sopporta gente come la Iervolino e Bassolino.
    Non è Soru l’uomo adatto a questo gioco che dovrà usare la rete moderna, coinvolgere la rete ed i suoi fenomeni a fondo, organizzando milioni di persone e dando speranza ai disillusi, che oggi dominano l’immagiinario collettivo trainati da comici e cialtroni, ridare un senso alla parola solidarietà ed impegno come ha fatto Obama per gli americani.

  • Di Maurizio Carena (---.---.---.230) 12 gennaio 2009 13:23

      Non ho mai letto tante sciocchezze tutte insieme su Renato Soru. Raramente ho riscontrato, nei molti che infangano Renato Soru, un tale coacervo di qualunquismo, pressapochismo, leggerezza, ignoranza (nel senso etimologico del termine).

    O sei un prezzolato, o non conosci per niente la Sardegna. 

     Renato Soru e’ il primo vero outsider che abbia espresso la Sardegna, terra di baronie semifeudali, dove il potere e’ quello delle famiglie di medici, massoni e del mattone.
      Soru e’ stato l’unico ad avere il coraggio di bloccare lo scempio della "citta’ lineare", per questo Zuncheddu, il padrone del cemento e dei media isolani, gliel’ha giurata, insieme ai suoi sodali, che hanno tutto l’interesse nel mantenere il privilegio.
     

     Scrivendo le sciocchezze di cui sopra si dimostra non solo di non avere un minimo di prospettiva storica, ma anche di mancare di quel poco di onesta’ intellettuale che imporrebbe di riconoscere la rottura soriana col vecchio sistema e coi vecchi equilibri di potere. Certo, Soru non e’ un rivoluzionario, ma e’ quanto di piu’ vicino a tale concetto si possa esprimere, evidentemente, in quest’isola, al momento.

     E, quali sarebbero poi gli esempi passati di "politica virtuosa" isolana? Forse quelli del consiglio regionale di Efisio Serrenti, in cui il bilancio letteralmente esplose? O magari quelli della mafia dei 16 consorzi industriali sardi (contro 67 nel totale italiano ! ) del faraone Sandro Usai, (dominus incontrastato per decenni) con 112 politici nel cda su 360 dipendenti; una macchina per distribuire stipendi e prebende e garantirsi il voto di scambio? E si potrebbe, purtroppo, continuare.

     Scrivere quello che hai scritto sotto elezioni peggiora ulteriormente il danno: in Sardegna l’informazione mainstream e’ scandalosamente monopolizzata dai poteri forti (Zuncheddu e Dell’Utri), il maggior quotidiano isolano non ha mai, ti ripeto MAI intervistato una sola volta il governatore in cinque anni di governo, gli ha sempre e solo tirato m..da in faccia con ogni pretesto; una vergogna giornalistica questa degna della pravda di Stalin. ...
     E tu vieni a parlare di Renato Soru nei termini del tuo "pezzo"?
    Per scrivere di cose cosi’ importanti bisognerebbe avere in mente alcuni fondamentali, tra cui il "tempismo" e il "contesto", cose che proprio ti mancano.

     P.s. la logica deduttiva, lasciala ad Aristotele. E’ da Galileo e Descartes che l’abbiamo abbandonata.
     
       




  • Di azzurra miller (---.---.---.19) 16 gennaio 2009 19:02

     spero che Soru venga rieletto
    non solo ma che si crei un chiaro partito antiberlusconi
    berlusconi si berlusconi no
     niente alleanze niente fusioni o compravendite
    belusconi, come tale, nudo e crudo, l’italia lo vuole o no? 
    io questo lo vorrei veramente sapere
    visto che pochi ma pochi sanno che lega-mpi lombardo stanno a braccetto (mi pare contraddittorio) An fusa in PDL altra contraddizione se il secondo doce di essere di "centro"destra...

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