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Soli?

Arriva un tempo in cui si è chiamati a restituire quanto si è ricevuto. Forse anche solo a persone diverse da quelle che hanno già dato, che ci portiamo dentro perché sono riuscite a cambiarci. Persone che forse, a loro volta, hanno donato in risposta ad un dono.

La vita è uno scambio continuo: di suoni, di emozioni e pensieri, uno scambio accretivo o distruttivo. Non puoi uscire dal gioco, é semplicemente così. Un amico oggi, parlando di sé, ha ripetuto più e più volte la parola "solitudine". Il tono triste di chi è andato avanti, con le proprie forze, nonostante e per via della solitudine. La pesante presenza di una assenza insostenibile. 
 
Ma la solitudine è costante compagna di tutti. Nasciamo e muoriamo da soli - suona un adagio tradizionale -, ma viviamo anche da soli, tutti quanti, ognuno nella propria fisicità e nella proprie situazioni. E da qui, da questa personalissima solitudine, incontriamo gli altri, in un modo o in un altro, per quante varianti ci é concesso sperimentare. E questo, a mio avviso, non è affatto un brutto punto di partenza, pure se potrebbe suonare come un brutto punto di arrivo.
 
In viaggio incontriamo e interagiamo, scopriamo.... Noi con altri, noi con altro... Acquistiamo, respingiamo, osserviamo...E il viaggio continua tra emozioni, fraintendimenti e controsensi.
 Da soli tra gli altri diamo e riceviamo, per tempi diversi, in continuità o anche solo in via eccezionale, una tantum, sia pure per caso. E questo movimento non smette, continua fintanto che un uomo cammina in un luogo in cui un altro uomo, a sua volta, cammina. Anche solo per un rapido sguardo, una pausa, o un silenzio condiviso.
 
Gli esistenzialisti sostenevano che siamo gettati, come oggetto tra gli oggetti, in una vita che già c'era e che continuerà ad esserci. Semplicemente e drammaticamente siamo qui.
E siamo in tanti, ad esserlo.
 
Nella società globale siamo ancora di più, perché connessi tra lunghe distanze. 
Ognuno per sé, ma non siamo mai soli. Lo diventiamo però nella indifferenza degli altri, laddove l'umanità si é lasciata oscurare e ha perso dimora. E questo, ahimè, capita in molte occasioni.
 
Io vivo in un luogo in cui le persone che incontri, anche se non le hai mai conosciute, ti danno il buongiorno sorridendo, persone che se ti vedono triste ti si accostano con una parola gentile. E da questi piccoli doni mi accorgo della forza che ha la comunanza di genere in un mondo ospitante. 
 
 

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