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Sfratti: un’emergenza senza soluzioni

Fra le tante e poliedriche urgenze che intossicano e rallentano l’andamento della nostra nazione, è bene aprire un capitolo interamente dedicata alla voce sfratto.

Lo sfratto è la conseguenza di diversi elementi: ci sono sfratti richiesti dai propietari per morosità. Ci sono sfratti richiesti per finita locazione. Ci sono sfratti che vengono depositati per necessità da parte del locatore di tornare in possesso dell’appartamento locato.

Ciò che avviene, dal momento in cui un locatore procede con una richiesta di sfratto, è purtroppo noto a molti. Nel giro di circa 4/5 anni, volente o nolente il locatario si ritrova nella maggior parte dei casi a dover lasciare l’appartamenmto. Spesso con esecuzione ingiuntiva: si arriva ad esser sbattuti fuori con l’aiuto delle forze dell’ordine.

Lo sfratto è un’azione “democratica”: colpisce tutti. Non fa differenze. Anziani, disabili. Malati terminali. Bambini. Si può attendere per qualche tempo, ma la mannaiata arriva.

Ora c’è da riflettere su alcuni punti. Nella lista delle priorità di una normale famiglia italiana, oggi certe voci si sono del tutto spostate. E se fino a pochi anni fa la voce “affitto” e “spese fornitura servizi” apparivano ai primi posti, oggi si è costretti a capovolgere la lista, privilegiando tasse, imposte, spesa alimentare. Esattamente in quest’ordine.

Lo Stato non molla. Nemmeno in gravi tempi di crisi. E se non arrivi a fine mese o – in alcuni casi – alle prime due settimane, l’inportante è che tu versi l’obolo. Il resto - dignità compresa - non importa a nessuno.

Ma cosa accade a coloro che vengono sfrattati e non hanno alcun posto dove andare ad abitare?

Alcuni – pochi – occupano interi caseggiati, forti del fatto che sfondare una porta ed eleggere domicilio nell’appartamento occupato, li cautelerà per un pò di tempo: sembra incredibile ma è assoluta verità.

Altri soggiorneranno in coabitazione con qualche parente. Altri purtroppo, inizieranno la via dell’accattonaggio. Altri ancora, come nel caso della citta di Roma, soggiorneranno a tempo determinato nei centri di accoglienza sfrattati, una macchia nera nell’anima di uno Stato – il nostro – che sostiene sempre meno i più deboli.

Quanto viene stanziato ogni anno per supportare coloro che, in grave situazione economica, necessita di poter accedere ai finanziamenti di Stato? Il fondo sociale per il sostegno agli affitti, è di circa 150 milioni di euro l’anno. Uno sputo. Destinato persino a decrescere.

Attualmente, siamo la nazione europea che meno di tutte sostiene i propri cittadini. Eppure, paghiamo ogni anno milioni e milioni di euro per garantire ad un Ministero – quello del Welfare – la garanzia di sopravvivenza. Cosa generi fattivamente per la popolazione questo Ministero è cosa alquanto oscura.

Ma essere affittuari non è la sola condizione di eventuale disagio sociale in caso di sfratto. Molti negli ultimi due anni, proprietari di appartamento in via di pagamento di rate di mutuo, trovandosi in crisi economica e non potendo onorare alcune rate (ne basta una in alcuni casi) si sono ritrovati con il pignormanento dell’immobile e nelle esatte condizioni di coloro che da affittuari magari morosi, si sono ritrovati in mezzo ad una strada. I pignoramenti nel 2009 sono saliti di circa il 15% ed è una cifra destinata già ad aumentare vorticosamente

Il “piano famiglie” progettato dall’ABI ed esecutivo da Gennaio 2010, ha sostenuto fino ad oggi circa 10mila famiglie che rientravano nei parametri richiesti, consentendo la sospensione di rimborso delle rate in caso di perdita di lavoro o morte del familiare che percepiva il maggior reddito di sostegno. Chiaramente però, questo progettto lodevole non può essere imposto ai gruppi bancari che decidono di loro sponte se mettere in atto o meno questa dignitosa forma di agevolazione per chi sta subendo gravi criticità economiche.

Nel frattempo, mentre lo Stato vessa cittadini in crisi. Mentre i Governi passano da uno scandalo economico all’altro. Mentre la Chiesa torna a far parlare le cronache per un nuovo scandalo che vede protagonista lo Ior. Mentre una Legge – la Legge Mancia – fa si che ogni anno si stanzino milioni di euro a sostegno persino degli Enti inutili, c’è da chiedersi cosa accadrà nel prossimo futuro, in considerazione di un fatto: in Italia le riforme esistono. I progetti pure. E spesso sono lodevoli. Ma le strutture per metterli in atto? Mancano. Facendo crollare sempre, l’impalcatura che potrebbe realisticamente cambiare il volto di una nazione ormai miseramente fallita.

Sfrattati e mazziati. Pensare che c’è chi non sa nemmeno chi gli abbia “generosamente” pagato una casa in centro a Roma...

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