• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Secchione sarà pur figo, ma Martone non lo è...

Secchione sarà pur figo, ma Martone non lo è...

La prima uscita pubblica del sottosegretario al lavoro e politiche sociali si risolve in una Caporetto mediatica. Definisce "sfigati" i laureati "Over 28", scatenando le ire degli studenti su internet e mostrando il suo vero volto da politico arrivato. Niente male per un tecnico...

Gli attori sul palcoscenico sono cambiati da qualche mese, benché nessuno avesse pagato un biglietto per vedere sulla ribalta l'allegra compagnia Monti, un gruppo di attori non molto ferrato in politica, la cui specialità è certamente la tragedia. Tragedia come quella in cui versa il povero stivale da tanti, troppi anni.

Ritorna la violenza verbale delle espressioni utilizzate dai protagonisti della politica di serie B, dalla Gelmini (che definì "inutile" la laurea in comunicazione, salvo esprimere meglio il concetto se magari ne avesse presa una!) al trapassato Padoa Schioppa, che in uno dei periodi storici più bui dell'economia europea non esitò a definire "bamboccioni" tutti gli over 30 non emancipati, continuando con il sempreverde (non perché sia un fusto, badate!) Brunetta e lo stesso ex premier. Una impreparazione culturale al dibattito politico produce simili mostri comunicativi.

Coglie invece di sorpresa l'infelice sortita del neo "viceministro" Martone, italofrancese di Nizza che divide più che unire, quando non esita a definire "sfigati" gli studenti che conseguano la laurea oltre il ventottesimo anno d'età.

Figlio di un noto "cassazionista" (quell'Antonio Martone recentemente ascoltato dai magistrati come "persona informata dei fatti" nel caso "P3") il rampante professore della "LUISS" di Roma brucia le tappe del suo cammino, laureandosi giovanissimo all'Università "La Sapienza" ed iniziando una florida carriera accademica. Peccato che in tutto questo tempo trascorso ad inseguire cattedre, questo piacente ragazzotto che sembra uscito dalle pagine di un catalogo di Dolce e Gabbana accetti l'incarico propostogli dal collega, Professor Monti. Un settantenne nel corpo di un quasi-quarantenne dev'essere sembrata al premier la miglior soluzione d'immagine per lo svecchiamento delle istituzioni. Peccato che, in fondo, Martone rivela essere coetaneo del premier alla sua prima uscita pubblica.

Autogol: buon senso 1, Matrone 0. Non è un politico e lo dimostra immediatamente. 

In un momento in cui popolarità e legittimità dell'Esecutivo vengono quotidianamente messi in discussione da un'opinione pubblica impietosa, il giovane ministro non perde l'occasione per dimostrarsi voce fuori da un coro stonato, qual è quello diretto dal Professor Monti, non per le sue capacità ma per l'incisività e la forza delle sue esternazioni. Da un esponente del mondo accademico non ci si aspetterebbe mai un'uscita del genere, lesiva della dignità di migliaia di studenti che potrebbero trovarsi arenati nello studio per i più svariati motivi. Da un lato, le fila dei numerosi studenti lavoratori, sempre più disposti a servire ai tavoli nei weekend per non pesare oltremisura sul bilancio familiare. Dall'altro, tanti semplici cittadini, magari desiderosi di completare un ciclo di studi nonostante le innumerevoli difficoltà che possono incontrarsi nel percorso accademico.

Di certo la genuinità di fondo che può ricondursi alle parole del ministro, non può avallare un atteggiamento simile, figlio dell'inconsapevolezza più becera in cui può incorrere chi non verifica le proprie fonti e chi non riflette più volte prima di esprimere un concetto che manca di contatto con la realtà. In un mondo ideale, degno del miglior spot del Mulino Bianco, i giovani avrebbero la possibilità di scegliere tra lo studio ed il lavoro. In un paese che invece offre ancora il fianco alle clientele dei politici (al nord come al sud) ed ai baronati negli atenei, è facile perdersi per strada e districarsi con le proprie forze. 

Quello che colpisce maggiormente è la mancanza di rispetto con cui un altro componente della "casta", si rivolge ad una parte considerevole della collettività, senza remore e senza probabilmente comprendere appieno la gravità delle proprie affermazioni. Peccato non averlo portato alla ribalta quando palazzo Chigi era abitato da altri inquilini: con colleghi quali Brunetta, Gelmini, Carfagna e Brambilla non avrebbe certo sfigurato. 

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares