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Se si contestano i contestatori

In internet impazzano le discussioni riguardo alla questione se sia appropriato o meno non lasciar parlare Schifani alla manifestazione del PD a Torino oppure Dell’Utri in teatro perché la libertà di parola è sacra e deve essere preservata per tutti in un paese che può davvero considerarsi democratico.

Posto che il vero problema non è quello delle contestazioni perché ci sono sempre state - come ha ricordato proprio su Av Wilnonleggerlo, lo stesso Schifani spiegava a proposito dei fischi che Prodi subì quando era Primo Ministro: “Troppo semplicistico affermare che chi ha contestato Prodi a Bologna è solo un gruppo di propagandisti. Il professore chiude gli occhi di fronte ad una realtà che non gli piace e che ha colpevolmente determinato. I fischi al Motor Show sono l’ennesimo segnale della protesta diffusa in tutto il Paese, il Premier vada in strada tra la gente comune!” - mi chiedo se le stesse persone che difendono la democrazia abbiano preso davvero atto che di democrazia in Italia non si può parlare.
 
Berlusconi detiene il massimo potere economico, politico (giudiziario non ci riesce, porello) e mediatico: ha proprie tv emittenti e giornali per non citare le pressioni che il premier compiva poi sulla Rai (vedi la questione di Trani per non permettere d Annozero di andare in onda su Raidue, di cui ho già scritto). Inoltre attualmente è ancora in vigore una legge che lo stesso firmatario Calderoli definì “porcata” che toglie le preferenze agli elettori che non possono più scegliere i parlamentari i quali vengono nominati dai partiti. 
 
Alla luce di tutto ciò dunque, bisogna chiedersi perché il Pd inviti esponenti di altri partiti alle proprie feste, perché l’opposizione non sappia far altro che porgere sempre l’altra guancia, come se la battaglia politica non si dovesse esplicitare con i fatti oltre che con le idee. Allora questa è la mia tesi: è questa sorta di “connivenza” di intenti tra sinistra e destra, è questa finta legalità dove Fini può essere sbattuto in prima pagina per una cucina Scavolini e Schifani non si può beccare i fischi sebbene si teme sia in odore di mafia che lede la democrazia, lasciando così intravedere al cittadino come unica strada efficace le contestazioni (e dunque la prepotenza) per esplicitare la propria riprovazione e vergogna per una classe dirigente politica marcia e inadeguata (per non dire impune e a tratti delinquenziale).
 
La democrazia italiana forse è dunque nata ma alla mia generazione resta tristemente sconosciuta.

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