• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cultura > Se Ezra Pound fu fascista solo in superficie

Se Ezra Pound fu fascista solo in superficie

Secondo alcuni Ezra Pound avrebbe cono­sciuto solo superficialmente il fascismo. Ma è pro­prio così?

«Uso impro­prio e offen­sivo» che «frain­tende e umi­lia la figura di geniale produttore di poe­sia e gene­roso orga­niz­za­tore di cul­tura ridu­cen­dola al suo soste­gno del fasci­smo e alle sue bat­ta­glie eco­no­mi­che»; que­sta l’accusa mossa a Casa­Pound dai fir­ma­tari di una recente let­tera di soli­da­rietà alla figlia di Ezra Pound, Mary de Rachewiltz, che ha inten­tato un’azione legale con­tro l’associazione della destra radi­cale per appro­pria­zione inde­bita del nome del padre. Nel testo i fir­ma­tari aggiun­gono come il poeta ed eco­no­mi­sta sta­tu­itense non meriti di «essere iden­ti­fi­cato con una poli­tica che egli cono­sceva solo superficialmente».

Ora, tra­la­sciando qui la que­stione non banale se rien­tri tra i com­piti di un intel­let­tuale quello di veri­fi­care se e in quale misura possa essere con­sen­tito a un’associazione di fre­giarsi di un nome piut­to­sto che di un altro, è il con­te­nuto della let­tera a sol­le­vare qual­che per­ples­sità. Secondo i suoi esten­sori, infatti, Ezra Pound avrebbe cono­sciuto solo super­fi­cial­mente il fasci­smo. Ma è pro­prio così? Tim Red­man, pro­fes­sore dell’Università del Texas, nel suo Ezra Pound and Ita­lian fascism (Cam­bridge Uni­ver­sity Press, 1991), ha osser­vato come l’indubbia ade­sione di Pound al fasci­smo ori­gi­nasse dalle rifles­sioni che l’economista ete­ro­dosso andava svi­lup­pando in tema di riforma eco­no­mica e sociale («Pound’s sup­port for Ita­lian fascism was not the result of psy­cho­sis but was con­si­stent with and deve­lo­ped from his thought about social and eco­no­mic issues», p. 7).

Jef­fer­son e/o Mus­so­lini, scritto da Pound nei primi anni Trenta, sem­pre secondo Red­man, atte­sta un’ottima cono­scenza della situa­zione ita­liana («he knew Italy very well, and his com­ments about the pecu­liarly Ita­lian nature of fascism as a response to spe­ci­fic Ita­lian pro­blems are well rea­so­ned and often very per­cep­tive», pp. 104–106) e, in par­ti­co­lare, dell’economia cor­po­ra­tiva (Jef­fer­son e/o Mus­so­lini, Milano, Il Falco, 1981, pp. 13–17).

Nei discorsi radio­fo­nici pro­nun­ciati dai micro­foni dell’Eiar dalla fine del 1940 alla pri­ma­vera del 1943, prima della sua con­vinta ade­sione alla Repub­blica di Salò (Anto­nio, Pan­tano, Ezra Pound e la Repub­blica Sociale Ita­liana, Pagine, 2009), Pound così cele­brava l’antisemita L’école des Cada­vres di Céline, cen­su­rato in Francia:

Non solo per la sua docu­men­ta­zione, per la sua ric­chezza lin­gui­stica, non solo per la forza della sua pro­so­dia, ma per il con­te­nuto. Prima o poi dovrete leg­gere Céline. Gli uomini d’azione della comu­nità dovranno com­prare la loro copia di L’école des Cada­vres (Ezra Pound. Discorsi radio­fo­nici 1941–1943, Rai-Eri, 2005, a cura di Marco Dol­cetta, p. 75).

A ben vedere, dun­que, anche una con­grega di anti­se­miti potrebbe inti­to­larsi al forse mag­gior poeta di lin­gua inglese del secolo scorso (o anche l’antisemitismo di Pound era "superficiale"?).

Certo, Red­man rico­no­sce che non tutti gli stu­diosi sono d’accordo nella valu­ta­zione dell’intensità del soste­gno che Pound espresse nei con­fronti del fasci­smo. Ma pro­prio que­sto non auto­rizza ad affer­mare come cosa paci­fi­ca­mente accet­tata dalla comu­nità scien­ti­fica che la cono­scenza del regime fasci­sta da parte di Pound fosse super­fi­ciale, come invece si lascia inten­dere nella missiva.

Da ultimo, vor­remmo chie­dere ai fir­ma­tari della let­tera di soli­da­rietà quale rea­zione avreb­bero di fronte ad un’iniziativa legale volta ad impe­dire, ipo­tiz­ziamo, a un cir­colo sociale di estrema sini­stra di fre­giarsi del nome di Pablo Neruda, sulla base della tesi che l’adesione del poeta cileno al comu­ni­smo sarebbe stata in fondo super­fi­ciale (se Pound, poeta ed eco­no­mi­sta, non capì il fasci­smo, a for­tiori Neruda, che solo poeta era, potrebbe aver tra­vi­sato il comu­ni­smo) e che la figura del «geniale pro­dut­tore di poe­sia e gene­roso orga­niz­za­tore di cul­tura» suda­me­ri­cano non può essere ridotta «al suo soste­gno del comu­ni­smo». Di asso­luta ila­rità, supponiamo.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares