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Scvirè, sottomarino italiano nell’Oceano Atlantico

Campagna navale denominata Conus - 09, promossa e organizzata dal Dipartimento Militare Marittimo dello Ionio e del Canale d’Otranto.

TARANTO - Mettere in pratica il programma addestrativo con la Marina statunitense nel settore della sorveglianza marittima. È l’obiettivo posto dall’equipaggio del sottomarino della Marina Militare Italiana, "Scirè" al comando del capitano di corvetta Alberto Tarabotto. Nell’ambito dello stesso programma lo Scirè è le unità marine statunitense analizzano le prestazioni dei sistemi e delle apparecchiature imbarcate in condizioni ambientali diverse nonché in differenti scenari operativi. Iniziativa, dunque, nelle acque dell’Oceano Atlantico.


La campagna navale è denominata Conus - 09. Il sommergibile Scirè è il secondo della classe U-212, costruito da Fincantieri a Muggiano in provincia di La Spezia, insieme al “Salvatore Todaro”. Si tratta di battelli convenzionali di nuova generazione, in seno alla Squadra navale con al vertice il Comandante in Capo Ammiraglio di Squadra Luigi Binelli Mantelli, caratterizzati dall’utilizzo di tecnologie innovative che esaltano le prestazioni dell’autonomia, d’impiego, della silenziosità e dei sistemi integrati di comando, controllo e comunicazione. Di tecnologia sopraffina è il sistema di propulsione A.I.P. (Air Independent Propulsion), che si basa sull’impiego delle celle a combustibile, le fuel-cells, in cui l’idrogeno e l’ossigeno producono energia elettrica evitando così l’emersione del battello per la ricarica delle batterie. Il nome del sommergibile, Scirè , prende spunto dal suo “antenato” il Regio Sommergibile Scirè, Classe Adua, varato nel 1938, prendeva il nome dalla località in cui fu combattuta una battaglia (Febbraio-Aprile 1936) che vide l’esercito italiano, impegnato nella Guerra di Etiopia (1935-36), vittorioso sull’armata del Ras Immirù.

Durante la seconda Guerra Mondiale si distinse per la leggendaria impresa della notte di Alessandria del 18 Dicembre 1941 in cui, al comando di Junio Valerio Borghese, fu da prima forzata la baia del porto e quindi furono seriamente danneggiate le corazzate HMS Valiant (30.600 ton.), HMS Queen Elisabeth (30.600 ton.), il cacciatorperdiniere HMS Jervis (1.690 ton.), la petroliera s/s Sagona"(7.554 ton.) nonché il piroscafo RMS Durham (10.900 ton), mediante tre SLC (siluri a lenta corsa) pilotati da altrettante coppie di operatori. L’ultimo gesto eroico dello Scirè, al comando del C.C. Bruno Zelik, lo vide inabissarsi nelle acque di Haifa nell’agosto del 1942 a seguito di un attacco da parte dell’ Unità inglese HMS Islay. Dopo la fine del conflitto, la Marina Militare ha più volte effettuato delle ricognizioni subacquee del relitto dello Scirè adagiato su un fondale di 30 metri. In occasione dell’attività del 1984 a cura di Nave Anteo, vennero recuperati e restituiti alla Patria i resti di 42 corpi dell’Equipaggio.

 

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