Discutere di argomenti che vanno dalla prevenzione alla sicurezza sui luoghi di lavoro passando per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori è sempre motivo di grande interesse, qualunque sia l’ambito lavorativo. A maggior ragione, dopo i recentissimi fatti di cronaca che mettono in luce ancora una volta, la difficoltà di accrescere la cultura della prevenzione negli ambienti di lavoro. D’altro canto, la scuola di Medicina del Lavoro napoletana è da sempre considerata punto di riferimento per gli addetti ai lavori.
NAPOLI – “Le neoplasie delle vie urinarie ad esposizione professionale: il tumore della vescica”; “La prevenzione degli infortuni e l’efficienza lavorativa basata sui comportamenti”; “Il dolore neuropatico”; “La tutela delle lavoratrici madri”. Questi alcuni temi discussi nel corso di un importantissimo seminario di studio e di aggiornamento professionale in medicina del lavoro tenutosi nei giorni scorsi nella sala conferenze di Palazzo Salerno, sede del Comfodisud (Comando Forze di Difesa Interregionale Sud), con a capo il Generale di Corpo d’Armata, Luigi Francesco De Leverano). La cinque giorni, a partire da lunedì 26 settembre scorso, ancora una volta, dopo le precedenti tre edizioni, ha messo in risalto il significativo senso della cultura della medicina del lavoro nella società moderna. Si tratta di una specifica branca della medicina che si occupa della prevenzione, della diagnosi e della cura delle malattie causate dalle attività lavorative. La stessa manifestazione ha anche evidenziato il compito del medico del lavoro che è l’unico competente che ha una particolare esperienza nell’identificazione di sintomi causati dall'esposizione del lavoratore in determinati ambienti. Iniziativa promossa da SME DI.CO.PRE.VA (Stato Maggiore Esercito - Direzione per il Coordinamento della Prevenzione e Vigilanza) con il coinvolgimento dell’ Ispettorato Generale di Sanità Militare; Stato Maggiore Esercito”; “Educazione Continua in Medicina” e Politecnico Militare di Roma – Celio. Alla manifestazione hanno partecipato non solo medici competenti militari, ma anche medici specialisti dell’ambito civile provenienti da tutte le regioni d’Italia.
E non sono mancati docenti delle tre Facoltà universitarie di Medicina e Chirurgia della Campania, nonché rappresentanti di istituzioni sanitarie di rilevanza nazionale come l’Azienda Ospedaliera “A. Cardarelli” e L’Associazione Italiana di Radioprotezione Medica e regionale come l’ASL di Avellino. "Ciò evidenzia lo sforzo del mondo accademico di lavorare all’ unisono con altre istituzioni per la diffusione della cultura della prevenzione sui luoghi di lavoro - ha spiegato il Tenente Colonnello medico, specialista in medicina del lavoro, Cosimo Di Filippo, uno dei responsabili scientifici dell’iniziativa - Discutere di argomenti che vanno dalla prevenzione alla sicurezza sui luoghi di lavoro passando per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori è sempre motivo di grande interesse, qualunque sia l’ambito lavorativo. A maggior ragione, dopo i recentissimi fatti di cronaca che mettono in luce ancora una volta, la difficoltà di accrescere la cultura della prevenzione negli ambienti di lavoro". D’altro canto, la scuola di Medicina del Lavoro napoletana è da sempre considerata punto di riferimento per gli addetti ai lavori.