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 Home page > Attualità > Società > Sciopero della fame Giorno 7

Sciopero della fame Giorno 7

In questa settima giornata della seconda tornata di sciopero della fame, voglio ancora ripercorrere la storia pubblicata della vicenda Unina, i danni reali dati dall’utilizzo improprio del server universitario per il file sharing di materiali audio video di ogni genere e sorta: (dal film nelle sale al materiale per pedofili).

L’articolo de Il Napoli, con il riquadro in prima pagina ebbe un buon ritorno di stampa e sui telegiornali regionali, purtroppo io da Roma non ne ho potuti vedere, ma amici napoletani mi dicono di aver anche ascoltato la notizia:


Un ritaglio della Prima Pagina




L’Articolo a pagina 21 dell’edizione del 10 settembre 2008



Perché pubblico questi materiali? Intanto perché è la storia della caso di pedopornografia a causa del quale io sono in sofferenza e con me l’intera Rete Artisti contro le guerre, a causa delle clonazioni dei nostri nomi e delle pubblicazioni minacciose di foto, personali o familiari, nomi, indirizzi e telefoni privati per l’affermazione criminosa di una società del porno commerciale.

Neppure la Chiesa Cattolica e le attività parrocchiali del mio quartiere sono state risparmiate!

E’ ovvio, che il decreto legislativo 70/2003 non autorizzi nessuna società di Selargius e/o l’avvocato partner in affari ad avvalersi di strumenti di legge, trovandosi molto oltre entrambi alla semplice violazione sulle norme che regolano il commercio elettronico e di già lordi di reati contro la libertà e la dignità personale di almeno 10 persone, di cui 2 sono i minori minacciati, i miei figli, e le molte Associazioni degli Artisti contro le guerre, la rete umanitaria Artists Against War Italia. Le due persone sono ovviamente denunciate, tutte e due, proprio in occasione delle minacce di morte a me rivolte in quanto mandanti effettivi, alla luce degli evidenti squilibri psicologici della popolazione giovanile con la quale sono entrati violentemente in contatto nel corso dell’estate.

Questo è il contenuto dell’articolo di Epolis Il Napoli del 10 settembre, questo il contenuto del mio articolo per Il Borghese del novembre scorso, questo il contenuto delle brevi dell’agenzia Ansa pubblicate a Cagliari il 10 dicembre scorso.

Esattamente questo è quanto io, nel mio ruolo di portavoce nazionale della Rete Artisti, ho riportato al Questore di Cagliari dott. Salvatore Mulas, lamentando inoltre la necessità di osservare quotidianamente reati compiersi ai miei e ai nostri danni, ultime le clonazioni, tutti egualmente riconducibili alla società sarda retta da uno psicologo e all’avvocato partner, i quali esercitando la propria influenza in modo nefasto o acquistano i servigi con i già visti e documentati sconti e abbuoni a carattere commerciale in tema *sesso* o in altro modo a noi sconosciuto, e quindi usano dei giovani in stato di evidente alterazione mentale.

Nonostante la situazione gravosissima a noi tutti i membri della Rete Artisti è impossibile non andare con la mente al pensiero, dello sfruttamento psicologico e alla penosa situazione dei giovani coerciti.

Ma che ci sia lecito assumere un atteggiamento umanitario nei confronti di questi giovani sarà solo l’Autorità Giudiziaria a stabilirlo, evidenziando i veri responsabili dei reati tutti e/o i burattinai che muovono quei i fili.



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