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Scalea: il porto di Torre Talao, a testa bassa verso il baratro

Per l’ennesima volta gli appelli al dialogo ed alla consultazione con i cittadini sono caduti nel vuoto".

Il conto alla rovescia verso il baratro è iniziato: il porto di Torre Talao si farà.
Sembra chiara ormai la volontà dell’Amministrazione comunale, quasi al termine del suo mandato, di costruire l’ennesima “grande opera”, per lasciare un segno nella storia, che si farebbe meglio a definire un graffio, se non uno sfregio.
 
Uno sfregio fatto nel nome della svolta turistica, che trasformi Scalea nella città principale della riviera dei Cedri, dove poter giungere via terra, dall’aria e ora anche dal mare.
 
Ma non è tutto così semplice e bello come lo si dipinge: infatti, i progetti, che sulla carta sembravano costituire la “rampa di lancio” verso lo sviluppo economico di Scalea e di tutta la costa, si sono rivelati un fallimento a causa di diversi impedimenti e soprattutto di qualche incapacità gestionale, come nel caso dell’aeroporto, che sarebbe stato meglio prevedere.
 
Considerando come sono andate a finire le cose, di certo per il porto non si prospetta una migliore conclusione. Quel che è peggio, però, è che, ancora una volta, l’approvazione del progetto rappresenta in pieno la ferma volontà dell’amministrazione nel continuare sulla stessa lunghezza di quell’onda d’intransigenza che ha caratterizzato la costruzione di altre opere come avio superficie o isola pedonale.
 
Per l’ennesima volta gli appelli al dialogo ed alla consultazione con i cittadini sono caduti nel vuoto.
 
Di questo e molto altro si è parlato, sabato 27 dicembre 2008, presso l’Hotel Santa Caterina di Scalea, alla presentazione del libro “l’Isola che verrà”, della giornalista scaleota Emilia Manco.
 
Il titolo del libro trae spunto dalla volontà di riportare artificialmente Torre Talao, con il progetto della megastruttura portuale, ad essere un’isola come nel passato.
Al suo interno l’autrice ha voluto raccogliere le preziose testimonianze dei cittadini che si oppongono alla costruzione del porto e alla volontà di trasformare la zona della Torre nel “salotto di Scalea”, come l’ha definito lo stesso sindaco in un comunicato stampa.
 
Il libro si è dimostrato un’occasione fondamentale per far luce su alcuni aspetti, più che mai controversi, che riguardano la costruzione dell’opera.
La stessa autrice si dimostra scettica quando, già nella prefazione, si chiede: “Per quale turista occorre costruire un porto in pieno centro, che per diversi anni sarebbe un cantiere aperto, causando disagi alla già difficile economia del paese, invece di cercare di migliorare quanto già la cittadina ha da offrire ai pochi turisti che, con il trascorrere degli anni, sono rimasti?”
 
All’interno dello stesso libro la condanna viene anche da chi, come Osvaldo Cardillo, descrive il porto come “l’ennesima speculazione” e sottolinea come, a dissentire con l’opinione del Sindaco, non siano in pochi, al contrario di quello che si vuol far credere.
 
Ad arricchire la discussione, l’intervento di Angela Riccetti, che sostiene che:
“il tema delle infrastrutture, per l’importanza che riveste, non può essere deciso solo nelle stanze da chi governa e magari giocato al tavolo degli antagonismi politici e delle beghe di quartiere, non può essere lasciato in mano a piccoli uomini che si arrogano il diritto di decidere per tutti”.
 
Oltre che per l’arroganza dell’amministrazione, la realizzazione del porto si caratterizza per il tragico impatto che l’opera costituirebbe dal punto di vista ambientale.
 
Il progetto, così com’è, presenta numerosi lati negativi da questo punto di vista, a cominciare dalla demolizione di una parte della scogliera che circonda la Torre, che metterebbe a repentaglio il patrimonio storico costituito, oltre che dallo stesso monumentale edificio, da sempre tradizionale simbolo e orgoglio del popolo di Scalea, dalle grotte paleolitiche, dove sono stati ritrovati utensili ossei e altri reperti di fondamentale importanza.
 
Ponendo l’accento sul carattere di tradizionale centro culturale, bisogna doverosamente ricordare che la Torre Talao, tra il 1909 e il 1910, è stata il luogo di ritrovo degli intellettuali della “Schola Italica” capeggiati da Amedeo Rocco Armentano, nostro illustre concittadino. Di questi avvenimenti si sono ormai in sostanza perse le tracce nella memoria scaleota, anche a causa di una mancata valorizzazione del sito negli anni.
 
Proprio da qui, invece si dovrebbe ripartire, investendo le risorse economiche per far rinascere a nuova vita la nostra Torre, organizzando, magari, proprio presso i suoi locali, mostre e altri eventi che facciano conoscere al mondo le tracce del nostro importantissimo passato.
 
A tutto questo si accompagna la messa in pericolo di alcune caratteristiche specie vegetali, come la “primula palinuri petagna”, protetta a livello comunitario, il rischio elevato d’inquinamento dei fondali e della superficie per il tratto che va dalla Torre all’Ajnella, la parte più bella e caratteristica del nostro litorale, oltre all’inarrestabilità del naturale processo di “ripascimento”, che causerebbe l’interrarsi dell’opera.
 
Gli interventi sono tutti legati da un unico interrogativo che fa da filo conduttore: “Se Scalea ha proprio bisogno di un’area portuale di così grandi dimensioni, perche costruirla proprio sotto Torre Talao?”
 
Persino il governatore regionale Loiero, su comunicazione dei Verdi, ha richiesto la verifica sui particolari del progetto. 
 
Ma i cittadini non sono i soli a protestare e a denunciare la violenza che si vorrebbe fare al nostro territorio, già abbondantemente deturpato: basta leggere l’annuale rapporto del 2008 della “goletta verde” di Legambiente, (organizzazione sicuramente al di fuori delle logiche della politica locale e di conseguenza assolutamente imparziale) dal titolo “Mare Monstrum
(http://www.legambiente.eu/documenti/2008/0625_mareMonstrum2008/dossier_mareMonstrum_2008.pdf) , che durante il suo viaggio lungo tutte le coste italiane identifica gli orrori dovuti alla speculazione edilizia ed alla cementificazione dei litorali e che, parlando di Scalea, descrive l’avio superficie e la futura costruzione del porto con toni apocalittici, catalogandoli come “eco-mostri”:
 
“la fervida mente dei politici locali non si è fermata qui (rif. Aviosuperfice). E’ arrivata a immaginare anche un megaporto in prossimità dell’aviosuperfice, circondando con una catena di cemento il tratto di mare sottostante la Torre di Talao, di epoca viceregnale, il tutto per consentire ai turisti di scendere dalla scaletta del proprio jet e salire direttamente sullo yacht.

L’ennesima squallida speculazione edilizia, dunque, che si abbatte sulla costa tirrenica calabrese. Perché la costruzione non è stata prevista né dai piani di trasporto regionali, né da quelli provinciali, ma è andata avanti nonostante fosse in concorrenza con la realizzazione della metropolitana di superficie, che doveva spostare su ferrovia il grande traffico della statale 18, e nonostante il suo piano d’impresa fosse stato bocciato dalla Commissione Nazionale che valutava i progetti locali in favore di quello della metropolitana.

E, soprattutto, perché nemmeno il più folle degli imprenditori privati avrebbe piazzato un aeroporto in quella zona, al massimo si sarebbe limitato a realizzare un eliporto per gli ospiti vip degli alberghi della zona. I costi di costruzione (cofinanziati con cospicui fondi europei), quelli di gestione, quelli legati al rischio di esondazione (una piccola piena del fiume Lao distrusse il terrapieno e bloccò i cantieri durante i lavori) sono inarrivabili per i futuri guadagni dello scalo, nemmeno nella più rosea delle previsioni”.
 
Inoltre, bisogna ricordare che il progetto ha incassato il parere favorevole per i beni Ambientali, in barba al vincolo esecutivo della Sopraintendenza per i beni Archeologici di Reggio Calabria, trasmesso al Comune di Scalea, che tutela come area protetta proprio lo scoglio di Torre Talao.
 
In conclusione, si aggiunge che, l’Amministrazione che oggi si pone come obiettivo la valorizzazione del nostro monumento simbolo, è la stessa che, qualche tempo fa, aveva autorizzato, proprio in cima alla Torre, la costruzione di un’antenna per la ricezione telefonica.
 
Insomma, se il progetto sarà portato a compimento, non solo non si riuscirebbe ad aumentare le presenze turistiche nella nostra cittadina, ma si farebbe sicuramente scappar via anche quei pochi ancora interessati a visitare il nostro patrimonio storico e culturale.
 
Il dibattito in sala è stato animato da alcune autorità locali, oltre che dagli interventi di chi ha contribuito alla realizzazione del libro e di chi da sempre lotta contro la costruzione dell’opera. E’ stata senza dubbio un’ottima occasione per instaurare un dialogo, (anche se qualcuno, in rappresentanza dell’Amministrazione, pur essendo del mestiere, l’ha scambiato per un processo) poiché di questi progetti si discute davvero poco con la gente.

Il libro servirà, di sicuro, a far prendere coscienza, che su molte proposte sono stati commessi errori, ma in questo caso la posta in gioco è troppo alta, in ballo c’è il destino del monumento, simbolo del nostro paese e chi ci amministra dovrà rendersi conto, forse grazie ad incontri come questo, che le voci fuori dal coro esistono e meriterebbero ascolto.

Commenti all'articolo

  • Di stellissima (---.---.---.160) 15 gennaio 2009 17:53

    Buonasera,
    non capisco per quale motivo nella nostra terra cosi bella vi siano delle mentalità cotanto grette.
    Risulta,a mio avviso,cosi sconcertante assistere alla mancata volontà e parimenti riscontrare in alcuni dei concittadini questa soppressione indegna della volontà di pochi
    (a quanto si dice) di svilupparsi. Ritengo offensivo,se non disdicevole, l’affermare che la maggior parte
    della popolazione non sia d’accordo sulla costruzione di quest’opera come dell’aereoporto. Affermo con
    certezza che non v’è stata alcuna campagna pubblicitaria per i cittadini per partecipare ad incontri e/o dibattiti
    per raccogliere consensi ed assensi. Suppongo perciò,che chi ha promosso quest’incontri sia la parte contraria
    che,non informando,non da la possibilità a tutti di manifestare il proprio consenso e/o assenso. Concludendo, confido vivamente nel cambiamento di cosidetti atteggiamenti e colgo l’occasione per invitare queste parti ad affrontare,ritenendo giuste le loro posizioni, l’opinione di altre persone che non deve sopprimere al loro libero arbitrio.

    Distinti Saluti
    Francesca

    • Di Andrea De Vito (---.---.---.232) 15 gennaio 2009 19:21

      Cara Francesca,

      Sono daccordo con te quando affermi che non vi è stata una adeguata campagna informativa: né l’Amministrazione, né l’opposizione, si sono preoccupati di organizzare incontri con i cittadini, anche se spettava alla prima doverlo fare, visto che l’iniziativa progettuale del porto parte proprio da loro.
      Proprio per questo ho voluto pubblicare questo articolo, per fare in modo di informare i nostri concittadini su alcuni dati che mi sembra doveroso conoscere, prima di poter discutere la questione "porto", per questo ho voluto sottolineare l’importanza e il dovere della partecipazione cittadina nella vita politica di Scalea.
      Detto questo, chiunque può, anzi deve, esprimere la sua personale opinione, la mia non può che essere contraria visto le note negative che ho segnalato all’interno dell’articolo.

      Grazie per il tuo contributo

       

    • Di stellissima (---.---.---.59) 11 febbraio 2009 01:31

      Gentile Sign. Andrea,
      indipendentemente da chi doveva promuovere la campagna informativa,per definizione,dovrebbe sapere che
      la peculiarità dell’articolo informativo è l’imparzialità delle affermazioni,cosa che,a ben vedere,nel suo articolo manca,anzi altro non sembra che una mera critica.

      Grazie
      Francesca

    • Di Andrea De Vito (---.---.---.159) 11 febbraio 2009 16:44

      Se mi permette, su questo non sono daccordo.La peculiarità dell’articolo informativo è l’esposizione di dati oggettivi, contenuti nell’informazione che si vuole comunicare e io penso di averli forniti (come può controllare leggendo il reportage di Goletta Verde al link che ho proposto, o leggendo il libro "L’isola che verrà") per il resto penso che ogni giornalista abbia il diritto di esprimere il proprio parere, infatti la mia voleva essere appunto una critica, in virtù delle fonti citate. Per questo, come le avevo già dichiarato tranquillamente nel mio intervento, pur rispettando il suo punto di vista, io sono dichiaratamente contrario alla realizzazione del Porto nel sito di Torre Talao, proprio per i motivi che ho elencato nell’articolo.

    • Di stellissima (---.---.---.6) 13 febbraio 2009 01:28

      Mi consenta ma lei è molto contraddittorio.. convinto lei.. io le consiglio una massima latina "Loqui qui nescit discat aliquando reticere"!

    • Di Andrea De Vito (---.---.---.36) 13 febbraio 2009 17:45

      A me sembra di essere molto chiaro e preciso. Piuttosto si chieda cosa non ha capito (Lei) dell’articolo e verifichi l’attendibilità delle fonti in base a quale ho scritto l’articolo. Credo ci sia ben poco di contraddittorio, dunque non credo di essere io a non saper parlare, ma Lei a non capire (o a non voler capire).Infine può essere daccordo o meno sul porto ma la mia opinione è contraria e su questo sono stato chiarissimo.

    • Di Carla (---.---.---.22) 31 marzo 2009 19:21

      Le stavo per scrivere una corposa risposta ma avendo poi visto la sua giovane età la invito sì a sostenere le sue opinioni ma a documentarsi meglio. Se ha intenzione di fare il giornalista le consiglio di dirigersi verso l’imparzialità, di giornalisti faziosi e ignoranti ne abbiamo a sufficienza.
      Non voglio scendere nella difesa del porto che per lei è un’"eco-mostro" per me la situazione attuale è peggio, ma la legge italiana non sempre è pessima: esistono degli strumenti di urbanizzazione che sono sottoposti prima dell’approvazione alla visione da parte dei cittadini che possono, se lo ritengono opportuno, presentare delle osservazioni e dei suggerimenti. Comprendo che nelle grandi città questo non sia sempre facile, ma nei paesini una vita civica più attiva sarebbe auspicabile rispetto ad una inutile e fuori luogo "querelle" tesa solo a fomentare gli animi di chi non sa, non vuole in realtà sapere ed è solo pronto a seguire il gregge urlando allo scandalo (che spesso non c’è).


    • Di Andrea De Vito (---.---.---.98) 2 aprile 2009 13:20

      La ringrazio per il consiglio ma l’imparzialità giornalisitica è un falso mito e l’ho imparato proprio studiandolo, in quanto dall’esposizione dei fatti risulta impossibile non prendere una posizione. Se Lei prende un qualunque giornale, anche il più generalista, ad esempio il "Corriere dell Sera", noterà come ogni articolo, seppur non palesemente, contiene la posizione espressa da chi lo scrive, le dirò di più, la presa di posizione avviene ancora prima di scrivere il pezzo, quando il giornalista sceglie quali argomenti trattare e quali tralasciare. Detto questo come già ho sottolineato, l’importante è la veridicità delle fonti ,se ritiene che qualcuna di queste da me citate sia falsa, o che ci sia qualcos’altro da aggiungere sull’argomento, può tranquillamente esprimersi.
      Per quanto riguarda la legge italiana, confido proprio che si riesca a bloccare questo progetto attraverso le norme e le autorità guiridiche. Concordo sulla partecipazione alla vita civica del paese, infatti il mio articolo vuole portare a conoscenza dei nostri concittadini alcune questioni importanti da conoscere prima di giudicare il progetto del porto, che purtroppo, ancora a molti sono sconosciute.
      Infine, visto che l’argomento è la Torre Talao, simbolo storico di Scalea e considerando che si sta per sconvolgere il suo contesto naturale, mi sembra alquanto ovvio l’innescarsi di una polemica anche aspra, l’importante e avviare un processo di informazione e prima di prendere parola avere ben presenti i pro e i contro di quest’opera.

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