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 Home page > Attualità > Società > Saviano: i molti dubbi sulle accuse

Saviano: i molti dubbi sulle accuse

Continuano ad arrivare commenti al pezzo su Roberto Saviano che seguiva la sua apparizione a Che tempo che fa e alle accuse di plagio mossegli dalle colonne de Il Giornale. Commenti che esprimono la solidarietà allo scrittore che con Gomorra ha fatto conoscere anche a chi non era Campano cosa fosse la camorra e quali sono i suoi affari in tutto il mondo, ma anche commenti ironici, che si basano sul “se l’è cercata” o che accusano lo scrittore campano di una fantomatica auto attribuzione del patentino di scrittore di camorra. Un’accusa che cade nel momento in cui prendiamo atto che nessuno si autoattribuisce la definizione di eroe o, peggio ancora, di mito (come si accusa), ma queste etichette sono appiccicate da persone esterne, altre, lettori.
 
Un seguito di fan, insomma, sommato al numero di copie vendute (4 milioni nel mondo) che probabilmente ha infastidito qualcuno. Soprattutto coloro (tanti!) che non entrano nel merito del libro - se non per dire ’tutti sapevano!’ (tutti?) oppure accusare che alcune parti sono riprese dalle "carte" (Saviano è giornalista, ci mancherebbe!) -, cosa giustissima e dovuta, ma rivolgono accuse alla persona.

Insomma dove sono gli errori di Gomorra? Dove è che Saviano ha sbagliato?
 
Premettendo che c’è un tribunale che si occuperà di questo, mi è venuto un dubbio, una curiosità, e allora ho cercato di capire dove fosse l’inghippo. Saviano è accusato di plagio, quindi di aver copiato un brano senza averne citato il legittimo proprietario. Wikipedia ci dice che il plagio è l’“appropriazione, tramite copia totale o parziale, della paternità di un’opera dell’ingegno altrui”.
 
Quindi Saviano avrebbe copiato, si sarebbe attribuito qualcosa che non gli apparteneva.
 
Il dubbio è grande e allora vediamo qual è il brano originale e quale quello cambiato
 
A pagina 140 della prima edizione c’è scritto: “(…) Questo mentre la stampa insegue la cronaca nera inciampan­do su interpretazioni e valutazioni, un quotidiano partenopeo riesce a raggiungere la notizia di un patto tra gli Spagnoli e i Di Lauro, un patto di pace momentanea, siglato con la mediazio­ne del clan Licciardi. Un patto voluto dagli altri clan secondiglianesi e forse anche dagli altri cartelli camorristici, i quali temevano che il silenzio decennale sul loro potere potesse es­sere interrotto dal conflitto. Bisognava nuovamente permet­tere allo spazio legale di ignorare i territori di accumulazione criminale. Il patto non è stato trascritto da qualche carismatico boss in una notte in cella. Non è stato diffuso di nascosto, ma pubblicato su un giornale, un quotidiano. In edicola il 27 giugno 2005 è stato possibile leggerlo, comprenderlo, capirlo. Ecco i punti d’accordo pubblicati (…)”. Questo è quanto è scritto sulla prima edizione di Gomorra.
 
Dall’undicesima ristampa in poi la Mondadori, su richiesta del giornale, ha aggiunto il nome dello stesso e dell’autore e la frase finale è diventata: “(…) In un articolo a firma di Simone Di Meo apparso su "Cronache di Napoli" il 27 giugno 2005 è stato possibile leggerlo, comprenderlo, capirlo”.
 
A questo punto mi domando: ma Saviano non aveva già attribuito la notizia a un quotidiano locale? Insomma non ha detto che lui aveva dato la notizia o altro. Ha semplicemente aggiunto su richiesta del giornale il nome della testata e del giornalista che ha scritto l’articolo. Mi chiedo: dove sta il plagio?
 
Poi però, non finisce qui. A pag. 261 c’è un passaggio che dice:
Nunzio De Falco ha il suo soprannome stampato in faccia. Ha davvero la faccia del lupo. La foto segnaletica è riempita verticalmente dal viso lungo coperto da una barba rada e ispida come un tappeto d’aghi, e orecchie a punta. Capelli crespi, pelle scura e bocca triangolare. Sembra proprio uno di quei licantropi da iconografia horror. Eppure un giornale locale, lo stesso che aveva millantato i rapporti tra don Peppino e il clan, dedicò prime pagine alla sua qualità di amatore, ardentemente desiderato da donne e ragazze. Il titolo in prima pagina del 17 gennaio 2005 era eloquente: "Nunzio De Falco re degli sciupafemmine".
 
E sotto è riportato l’articolo incriminato.
Ancora una volta si legge “un giornale locale”, che però è rimasto tale anche nelle ristampe. E proprio questo è un altro dei punti che il giornale sopracitato ha deciso di impugnare. Saviano si sarebbe permesso, quindi, di non citare il nome del giornale, citato tantissime altre volte in altre occasioni. Non, quindi, l’essersi attribuito cose non scritte da lui, ma il semplice non aver citato.
 
Ripeto, sarà il tribunale a decidere chi avrà ragione e se riterrà Saviano colpevole, questi risarcirà chi gli ha intentato causa, ma a leggere i passi incriminati il plagio sembra un’accusa un po’ strana.
 
Ma c’è un altro dubbio che mi fa riflettere ed è la tempistica. Perché fare adesso una denuncia che era possibile fare appena uscito il libro? Perché ricordarsene dopo anni? Insomma se sono stato plagiato, m’incazzo subito, e non dopo che Gomorra ha venduto tutte quelle copie. Perché rilasciare un’intervista nel 2009 per un’accusa che avrebbe dovuto essere del 2006? È un dubbio a cui non riesco a dare risposta, ma per me è un interrogativo molto importante, perché potrebbe far credere che non è tanto l’"onore" che si voglia far valere, ma qualcos’altro. Questa cosa, però, la lasciamo ai dietrologi. Aspetto, però, che mi vengano alla mente nobili motivi, nel frattempo mi siedo e aspetto, anzi no. M’informo un altro po’.
 

Commenti all'articolo

  • Di clara (---.---.---.156) 20 aprile 2009 10:17

    la domanda perchè ? credo che ce la poniamo in molti, e motivazioni nobili,non me ne vengono in mente, una cosa e certa, il giornale più volte ha attaccato saviano, non si sa bene il motivo, è vero non si può piacere a tutti, ma una cosa e certa, gli argomenti trattati da Saviano in gomora esistono, e lo sappiamo tutti, anche se avvolte si fà finta di no, pultroppo esistono e fanno parte delle realta triste e crudele del nostro paese. io non capisco da quale parte inizia il plagio, quanti giornali o giornalisti, che parlano di camorra , devono denunciare saviano.
    pensa che stupida, io credevo che l’informazione era libera, e pubblica. ma mi sa che mi sono sbagliata le cose di Napoli, devono rimanere a Napoli.
    dato che ho letto che continuerai a seguire questa triste e assurda storia, ho una domanda anche io.
    PERCHE’ DI MEO, ACCUSA DI PLAGIO SAVIANO QUANDO DEVE PROMUOVERE IL SUO DI LIBRO???
    che caso strano parla anche lui di camorra, è un romanzo inchiesta, e c’e’ uno strano giovanotto che gira in vepa...??? CHE STRANO IL MONDO.
    però in effetti in una cosa sono diversi, il successo del libro non è lo stesso... una cosa bisogna ammetterla e non me ne voglia Di Meo, SAVIANO SA SCRIVERE, E SA ARRIVARE A MOLTI LETTORI, e questa è una dote, e pultroppo non appartiene a tutti, ma solo ai grandi.

  • Di Paolo06 (---.---.---.203) 20 aprile 2009 10:50

    Sarà che sono le solite finte denunce giusto in vista delle elezioni europee e che Saviano si è candidato per IDV?
    E’ una pratica molto diffusa tra certe persone.

    • Di Francesco Piccinini (---.---.---.199) 20 aprile 2009 11:18
      Francesco Piccinini

      Non mi sembra che sia candidato...

    • Di clara (---.---.---.156) 20 aprile 2009 14:16

      x paolo06, non credo centri nulla con la politica, ma credo centri di più, con un accanimento nei confronti di Saviano, il voler screditare a tutti costi il suo lavoro, e le sue parole, redicolarizarlo, far si che si dubiti delle sue publiche denunce, non centrano nulla le elezioni europee.
      e poi altra delusione per te , lui non si è candidato, ne per IDV, ne per nessun altro partito, a gentilmente declinato le offerte, perchè a più volte ricordato, che la lotta che porta avanti da anni verso la criminalità organizata, sono un problema di tutti, non solo di destra o di sinistra, ma di TUTTi.
      quindi non centra nulla... 

    • Di w saviano (---.---.---.159) 22 aprile 2009 00:01

      @ Buonasera.
      Si sta confondendo , forse,con De magistris. O forse, perchè, Saviano, è detto, da alcuni, l’eletto(ma di che?..) Ho letto, però, la dichiarazione di Sassoli, secondo cui , Saviano, lo accompagnerà , in un paese del Lazio, che ha avuto problemi di mafia, a raccogliere fondi. E che han chiesto anche alla Capacchione, di candidarsi, per il Pd, mi pare. 

  • Di Ezio Petrillo (---.---.---.45) 20 aprile 2009 12:26

    ...l’Italia è un paese oligarchico....ognuno deve stare al suo posto...altrimenti..il rischio è di sovvertire...questo ingranaggio...

    molti(anche tra i non-camorristi) hanno paura di Saviano..di quello che scrive...dei suoi lettori..perchè indica il sistema neo-liberista del business ad ogni costo..il principale responsabile...della cultura..della mentalità mafiosa...ed inoltre egli ha accusato pesantemente le aziende del Nord (anche quelle importanti) di riempire di immondizia la Campania...

    da qui le insofferenze.verso Saviano.dei potentati del Nord Italia...(che Il Giornale sostiene) di Emilio Fede..di Maroni..ecc ecc

    per le accuse del giornalista di Cronache..di Napoli..beh forse non gli è andata giù..il fatto che Roberto abbia indicato questo giornale assieme al Corriere di Caserta..in qualche modo "connivente" in passato col Sistema camorristico.......

  • Di virginia (---.---.---.186) 20 aprile 2009 13:21

    L’articolo è bellissimo e ben documentato. Tutti ci poniamo la stessa domanda. Io per parte mia ho una risposta molto banale, quasi non degna del personaggio Saviano. Eppure la mia coscienza mi dice di esporla ugualmente: E’ tutta invidia ma anche il desiderio di auto-promuoversi da parte di coloro che pure scrivono o hanno scrittodi camorra ma non hanno lo stesso successo di Saviano.
    Banale? Banale, banale. Ma la meschinità è sempre banale.
     

  • Di exalibur (---.---.---.89) 20 aprile 2009 13:50

    L’editore di quel giornale locale, era lo stesso editore che poi ha querelato Saviano per aver citato un altro giornale che pubblica. Insomma, lo denunciano perchè non ha citato, poi lo denunciano perchè semplicemento citando una testata la si accomuna alla camorra.
    Fatto sta che il Di meo in questi giorni è in libreria con un suo libro, ora e non nel 2006.
    Ora, nel 2009 proprio quando fa la denuncia.
    E’ vero molti fatti si sapevano, allora perchèp i giornalisti delle testate napoletane non li hanno scritti?
    E quando lo hanno fatto, perchè non sono stati così efficaci come Saviano?

  • Di eptor10 (---.---.---.117) 20 aprile 2009 15:04

    Si vuole spostare il problema delle mafie su un fantomatico "problema Saviano" per distrarre l’opinione pubblica, come sempre hanno fatto e come sempre faranno. Dovrebbero discutere di come estirpare le organizzazioni criminali, non di Roberto Saviano se ha fatto un presunto plagio o meno.

  • Di CogitoergoVomito (---.---.---.182) 20 aprile 2009 15:15

    I "Franceschi" sanno bene come la penso.
    Ora mettetevelo bene in mente, cari lettori, cari accusatori e cari diffamatori: Accusate Saviano di essere ricco, di aver plagiato, di aver copiato... Saviano è invidiato da tanti perchè è e si è confermato un UOMO LIBERO.
    Solo chi ha il coraggio di dire, scrivere, argomentare in tv, come lui, si può reputare LIBERO.
    Chi omette, chi è indifferente, chi tace non si può reputare tale.
    E per ora non mi sembra ci siano altri candidati a prendere il suo posto.
    Lo immaginate come un ragno o un topo che si rifugia in una fogna, ma purtroppo è LIBERO di calpestare le vostre coscienze.

  • Di (---.---.---.82) 20 aprile 2009 15:20

    @eptor10

    Hai capito perfettamente, hai centrato il problema...si vuole spostare l’attenzione pubblica. Si vuole sollevare il polverone...Si tratta di un metodo collaudato. Un procuratore indaga sulla mafia si sposta l’attenzione sulla vita privata del procuratore, la gente si distrae.

  • Di (---.---.---.82) 20 aprile 2009 15:34

    @eptor10

    Accade anche nelle aule dei tribunali...tra i periti e gli avvocati, fino a che il giudice di turno non interviene ad ammonire.
    Si va a spulciare tra le pagine della vita, ed anche tra le pagine web, del perito o dell’avvocato...qualcuno può dire "ma che cavolo qui si sta celebrando il processo al Mostro di Firenze, ma che cavolo c’entra che cosa ho mangiato ieri sera...che cavolo c’entra se due anni fa mi sono separato da mia moglie. Qui si sta celebrando il processo al mostro di Firenze, non a me...Vostro onore Obiezione, mi oppongo...non permetto che si facciano certe allusioni, non ha nulla a che vedere" E’ la prassi, tutto rientra nella "normalità"...era prevedibile. Statevene tranquilli.

  • Di erika (---.---.---.137) 20 aprile 2009 15:41

    Ma qualcuno di voi si è mai chiesto chi è Simone di Meo? Io si tante volte e tante volte mi sono chiesta cosa possa averlo mosso a criticare così duramente un suo coetaneo. Così ho trovato questo articolo che forse potrà chiarire anche a voi un po’ le idee:
    http://georgiamada.splinder.com/post/20113416/Ecco+chi+&%3Begrave%3B+Simone+D

  • Di (---.---.---.82) 20 aprile 2009 16:23

    Si trattasse solo della denuncia di Di Meo, si potrebbe pensare alla controversia Saviano/Di Meo...ma non si tratta di semplice controversia per presunto plagio ed è chiarito dal fatto che a schierarsi contro Saviano è un gruppetto di giornalisti proveniente dalla stessa testata locale...c’è chi potrebbe pensare lo fanno per invidia, per solidarietà con il collega di Meo...probabilmente, come si è cercato di dimostrare, si tratta della gestione anomala delle fonti giornalistiche...che c’è qualcosa di anomalo è più che chiaro. 

    C’è stato un caso, qualche anno fa, di un neo- giornale locale di Campobasso (il cui caporedattore andò anche in televisione a dichiarare cose allucinanti) che per "sopravvivere", non avendo sostentamenti economici, attingeva fondi dalla criminalità. In cambio manipolava le notizie a favore di chi lo sosteneva economicamente. Essendo quello un giornale, oltre che di basso spessore, di poca diffusione aveva creato pochi danni al livello nazionale. Ma aveva creato abbastanza danni localmente, ovvero aveva contribuito a creare i pressuposti per la liberazione anticipata di un detenuto ad altro rischio. Per essere più chiari ,quel detenuto, senza una rete di pesonaggi (più o meno ambigui) che falsamente avevano garantito, per lui, un reinserimento graduale nella società ed un lavoro (che poi non c’è mai stato, perchè il progetto lavorativo era un paravento per attività illecite) non sarebbe mai stato rimesso a piede libero. O almeno questo disse il giudice di sorveglianza che gli concesse la semi-libertà, dopo...sempre dopo, giocando a scaricabarile.

    Tanto per fare un esempio di come per emergere ci si lasci andare a fare patti con il diavolo...

  • Di (---.---.---.82) 20 aprile 2009 16:49

    Quando affermo che il capo-redattore di quel piccolo giornale locale partecipò ad una trasmissione su una rete nazionale e disse cose allucinanti, intendo dire che oltre ad essere allucinanti erano anche stupide.
    Disse testualmente:
     "Adesso tutti vi scagliate contro costui (detenuto che in semi-libertà aveva commesso un orribile crimine) ma diciamo anche le cose buone che costui ha fatto. Perchè senza di lui il nostro giornale non sarebbe rimasto in vita. Questa persona ci ha aiutato economicamente, ha lavorato anche nella nostra redazione". Quel giornalista fece tali dichiarazioni quando già i quotidiani nazionali, avevano diffuso la notizia che,
    oltre al reato di cui lo stesso era reo-confesso, veniva indagato anche per il progetto di creare un gruppo di fuoco atto a dominare una regione intera, per traffico d’armi ed altre attività illecite...attività criminali progettate con coloro che avrebbero dovuto garantire il suo reinserimento lavorativo e sociale.
    Ora io mi chiedo, perchè casi come questi non hanno poi rilevanza nazionale, servirebbero a capire certi meccanismi...
    Sono proprio le piccole realtà locali, alle volte, a servirsi dei grandi criminali, perchè non trovano altra strada per emergere.
    Questi fatti li conosciamo noi, che leggiamo gli atti processuali, ma abbiamo timore a renderli noti...poichè si viene subito accusati di usare il grande caso "per farsi pubblicità" a discapito delle povere vittime. Allora rimaniamo in silenzio.
    Diamo invece spazio a chi manipola le informazioni.

  • Di w saviano (---.---.---.159) 21 aprile 2009 23:29
    Non mi pare “un passaggio obiettivamente scandaloso”come lo ha definito Di Meo.
    <<Un quotidiano partenopeo>>invece di <<Cronache di Napoli>>. Indicazione più generica, ma, in ogni caso, richiama l’origine della notizia, la stampa, con tanto di luogo e data di comparsa. Averlo scritto mi fa propendere verso la buona fede e non per il falso ideologico o l’appropriazione indebita, mi fa optare per un veniale errore tecnico (conta di più citare la notizia di chi la dà e dove) in cui ogni scrittore e/o giornalista può incorrere. Se gli esempi, i saccheggi, numerosi di cui parla Di Meo, sono simili, la vicenda si ridimensiona non poco.Se ritenessi Gomorra una mitizzazione mondiale della camorra non vorrei citazioni neanche a pagarmele, per amor di mestiere. Dei quotidiani lo accusano di averli diffamati, altri pretendono di essere citati..che mal di testa!. Perché nel libro è diverso? non si dovrebbe essere felici della mancata citazione? Qualora Saviano ha scopiazzato, aggiungerà, pagherà pegno per un errore. Questo errore non ne svilirà altri meriti e valori come l’impegno anticamorra. Servirsi delle sue inesattezze come di una breccia utile a sfasciare un muro ingombrante e avere più luce - per attaccarne la persona - mi pare spropositato. In molti parlano di prodotto di marketing più che culturale ma, potendo, allo stesso tempo, godono, del favorevole trend editoriale (più tv, editori più noti e/o esteri, conferenze nazionali e non) che traina. Montano sul carretto del presuntuoso o zappano, direttamente, il suo orticello: è coerenza? Parlare di un pamphlet– mesi prima della sua effettiva presentazione non è una sorta di strategia di marketing? Uno spot gratuito?. Noto che spesso (mi scuso se sbaglio) vanno in onda poco prima, durante e subito dopo, una apparizione pubblica del pinocchio nazionale... 
     
  • Di w Saviano (---.---.---.157) 23 aprile 2009 00:21
    Delle rivelazioni di Simone Di Meo, in particolare, ricordo: “..Non lessi subito il libro ma quando alcuni avvocati e diversi colleghi iniziarono a parlare di scopiazzature palesi di articoli a mia firma..”. Occupandomi di uno specifico settore professionale, la curiosità per un nuovo prodotto culturale a riguardo - specie se il suo autore non è anonimo ed è pure amico mio - mi divora. Il mio interesse incrementa (mi avrà menzionato? tipo..) se lui ha“attinto a piene mani dal mio immenso archivio”, poco tempo fa. Me lo consiglierei da me, il triplo. Che senso ha dire: “..io e lui ci siamo frequentati mai quando occupandoci entrambi di camorra[..]era facile che ci incontrassimo e avessimo scambi di opinioni e di valutazioni..”, per mutare toni e parole, poco più tardi?. Perché non dirlo subito, il fatto?. Sarà questione di carattere..
    Mi viene inoltre, da chiedermi, come mai, i telegiornali, la televisione, in generale, sempre a caccia di scoop, d’audience, sensazionali, non avrebbero accolto uno sfogo (e detrattori, Saviano, ne ha molti), simile: trattasi del best seller e della personalità 2008, persino in odore di santità (pensandoci bene, il dono dell’ubiquità gli semplificherebbe la vita), per alcuni. Ognuno ha le proprie fantasie ed elucubrazioni. Magari, è tutto normale ed io esagero a rimuginarci troppo su...
    • Di Riflessioni (---.---.---.82) 23 aprile 2009 12:01

      Probabilmente Di Meo il tuo libro l’aveva letto. Quando si vuole sminuire il lavoro altrui si inizia solitamente affermando "il libro non l’ho letto, sinceramente...ma mi hanno detto che..." Ora, secondo te il libro non l’aveva letto veramente (all’epoca delle dichiarazioni) e non l’aveva analizzato più di una volta alla ricerca del cavillo???

    • Di ws (---.---.---.222) 24 aprile 2009 01:40

       @Riflessioni 
       
      Dubbi di semplice lettrice. ...l’ha letto, letto subito, al volo e analizzato chirurgicamente;sì!! normale, ricordavo il passo, proprio perchè ho sorriso, leggendolo, per i motivi su scritti. Indifferenza apparente, tipico quando qualcuno non ti è simpatico..per non dare soddisfazione, giusto. L’importante è non spegnere la luce sui gravi problemi provocati dalla criminalità, soprattutto, non dimenticarne le vittime. Il problema vero è il crimine non chi lo denuncia e come...grazie

      Saluti.

       

  • Di A Saviano (---.---.---.82) 23 aprile 2009 12:44

    Si, infatti...probabilmente è così. Quindi parlando ad un Saviano che ipoteticamente potrebbe leggere quest’articolo diciamo:" Saviano, Di Meo si apprestò a leggere ed analizzare il tuo libro".

  • Di Noemi75 (---.---.---.82) 1 maggio 2009 17:42

    E’ proprio vero Raiola...quando si vuol screditare qualcuno, lo si fa con tutti i mezzi. Anche quelli più subdoli. Si va ad esempio a ricercare, indietro nel tempo, particolari dolorosi, nella vita delle persone.
    Una discussione tra colleghi, una separazione, problemi sul lavoro.

    A volte si tratta di eventi di poco spessore, dimenticati...ma si cerca in ogni modo di gonfiarli per arrivare all’unico scopo, che è quello di colpire la persona, diffamandola. Alle volte si agisce anche in maniera poco "legale" e ci si serve di complici bassi moralmente. Spesso questi attacchi sono indiretti. Tutto questo potrebbe avere a che vedere con il mobbing? Mah...qualche analogia c’è. Certamente si tratta di violenza psicologica.
    Mi spiace per Saviano che è vittima di tutto questo.
    Però devo dire che, per fortuna, ha tanti amici che lo sostengono.

  • Di BRUNELLOTROJANO (---.---.---.155) 7 maggio 2009 15:36

    STIAMO PARLANDO DELLA PIU’ GROSSA BUFALA DELL’EDITORIA DAL DOPOGUERRA AD OGGI! GUARDA CASO E’ EDITO DA MONDADORI E PRODOTTO E DISTRIBUITO DA MEDUSA ...(SENTO PUZZA DI BERLUSCONI DA QUALCHE PARTE!)
    NEL LIBRO SI NARRANO FATTERELLI DI QUARTIERE E NON SI HA ILCORAGGIO DI FARE NOMI E COGNOMI DI COLLETTI BIANCHE CHE A ROMA E DA ROMA SFRUTTANO E PRODUCONO CAMORRA MAFIA ’NDRANGHETA E ALTRO. SI LEGGONO O NOTIZIE ORMAI STORICHE O VICENDE DI QUARTIERE, STRADA E VICOLO.TANT’E’ CHE LA SCENA PIU’ FORTE SONO DUE SCUGNIZZI CHE SPARANO CON DUE MITRA CONTRO IL MARE.....
    UN LIBRO DI DENUNCIA...MA DENUNCIATE SAVIANO CHE A 22/23 ANNI HA "RACCOLTO" NOTIZIE IMPORTANTISSIME (?) SULLA CAMORRA.
    DA ULTIMO AVETE MAI SAPUTO CHE LA CAMORRA TI AVVERTE CHE ENTRO TRE MESI SI VENDICHERA’ DI QUESTA GOLA PROFONDA ? DI SOLITO QUELLO CHE FA LA CAMORRA SI LEGGE IL MATTINO DEL GIORNO DOPO CHE TI HA FATTO FUORI!
    COMUNQUE ....CONTENTI VOI

    • Di Francesco Raiola (---.---.---.123) 7 maggio 2009 16:01
      Francesco Raiola

      Vabbè caro brunello,lasciamo stare il carattere con cui scrivi, che come ben sai nel ,linguaggio del web vuol dire urlare, comunque. La storia della Mondadori è un po’ vecchiotta e stantìa...Se Mondadori può darmi la visibilità che Fandango (per dirne una) non può dare, bene che sia Mondadori...poi scusa Mondadori mi chiede di pubblicare un romanzo e io li mando a quel paese...certo!

      Comunque fosse mondadori la cosa più importante. Saviano racconta fatterelli. Bene! Fatterelli che però hanno permesso a un fenomeno, quello camorristico, di venire a galla. Ora se ne parla, ora si sa cosa fa, ora si sanno i legami con le imprese edili. prima queste cose erano a conoscenza solo degli addetti ai lavori, adesso no. Solo questo basterebbe a capire l’importanza di Gomorra.

      Fatti di quartiere? Bene, di dove sei? L’ho già scritto da qualche parte, se tu fossi di Napoli o Caserta, forse lo sei - il che sarebbe peggio - sapresti che la camorra non sono solo i morti a terra, ma la camorra è una mentalità che da quei vicoli parte.

      I nomi? beh di nomi saviano ne fa, sono nomi che adesso lo obbligano a vivere sotto scorta, sono quei nomi che per avere urlato ora lo costringono a una non vita. E poi non dimenticare caro Brunellotrojano che Savioano non fa indagini, Saviano è uno scrittore che si serve della cronaca per raccontare. le indagini le lasciamo a chi fa questo per mestiere, raccontare! E in questo saviano c’è riuscito più che bene.

      La camorra non avvisa, hai ragione, loro non preparano, ma si trovano per caso dove si trovano Saviano. ma dai! Un attentato non si prepara? E secondo te come si fa a scoprire un attentato?
      Ciao

  • Di Anonimo (---.---.---.82) 7 maggio 2009 17:41

    Chiamali fatterelli di quartiere o di paese...altro che fatterelli. Tu hai visto il film, ma non hai letto sicuramente il libro...e non è mistero....

  • Di Anonimo (---.---.---.82) 7 maggio 2009 20:39

    "DI SOLITO QUELLO CHE FA LA CAMORRA SI LEGGE IL MATTINO DEL GIORNO DOPO CHE TI HA FATTO FUORI!
    COMUNQUE ....CONTENTI VOI"

    Anche i nomi degli arrestati si leggono il mattino del giorno dopo, alle volte anche il giorno stesso...e in quel caso si che c’è da essere contenti....eccome!

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