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"Save Amalja": il sito per combattere il mercato dell’adozione a distanza

Nasce un sito per dare voce alla battaglia di tre bambini keniani contro la tremenda corruzione che gira intorno al mercato delle adozioni a distanza. Un giro di miliardi in cui quelli che perdono sono sempre i bambini poveri che solo rimanendo poveri possono alimentare il mercato.

Tre bambini kenioti, Amani, Alfred e Jackson, erano riusciti a scappare dall'orfanotrofio in cui, nonostante avessero svariati "sponsor" venivano fatti lavorare, picchiati e spesso non mandati a scuola. Un anno fa erano riusciti a raggiungere le persone che gli vogliono bene, erano riusciti a rendere reale il sogno di ogni bambino keniota che vive neglio orfanotrofi: una vita normale con una famiglia, una casa, la possibilità di andare a scuola tutti i giorni, di impiegare il proprio tempo per studiare e per creare relazioni sociali.

Una vita normale per un bambino europeo, una vita assolutamente eccezionale e meravigliosa per loro che uscivano da una realtà di soprusi e di umiliazioni costanti. Dopo un anno di questa vita però tutti i sogni sono svaniti in un lampo, il 2 dicembre scorso si sono presentati degli individui a prelevarli dalla pasticceria della famiglia che li aveva accolti per rispedirli indietro nei loro peggiori incubi.

Per difenderli, per non voltare lo sguardo, i loro amici hanno aperto un sito internet e una pagina facebook che denuncia come il mercato delle adozioni a distanza sia gestito in maniera indegna dell'attività che si dovrebbe prefiggere di svolgere.

Mazzette, corruzione, concussioni varie, un mercato vero e proprio che ha al centro la povertà e l'umiliazione dei bambini che non possono che rimanere poveri in quanto solo così fanno pena ai tutisti accompagnati dai tour operator a visitare almeno uno o due orfanotrofi ad ogni viaggio organizzato.

Saveamalja vuole salvare Amani, Alfred e Jackson, ma vuole anche alzare il velo dell'omertà che copre una pratica ormai consolidata di sfruttamento e di prevaricazione dei più elementari diritti umani e dell'infanzia.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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