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Santoro, ma quanto ci costi?

E’ partito ufficialmente il "toto-buonuscita".

Santoro, ma quanto ci costi?

Il Giornale parla di due milioni di euro. Per Aldo Grasso del Corriere tra i 2,5 e i 2,7 milioni. Il Messaggero rilancia: 10 milioni!

Ma quanto ci costa la libertà d’informazione di Annozero e di Santoro? Questo dovrebbe chiedersi oggi il lettore medio italiano, leggendo queste cifre.
 
Il vecchio trucco di delegittimare i giornalisti, non in base alla loro attività, ma in base ai loro guadagni, comunque non delude mai.
 
"Dimmi chi sei, ti dirò quanto guadagni".
 
Ne sa qualcosa anche Panorama, che in un articolo del 21 settembre del 2009, "Che profumo, i soldi di Travaglio", descrive come il 740 del giornalista de Il Fatto Quotidiano, negli anni sia schizzato sempre più in alto.
 
Anche Berlusconi nei suoi attacchi alle trasmissioni che "aggrediscono il Governo" (l’ultimo alla Dandini), punta a sottolineare sempre il fatto che, guarda caso, siano pagate con i soldi pubblici.
 
Ma contro la buonuscita di Santoro sembra che questa volta non siano scesi in campo solo i politici ed i giornalisti filogovernativi, anzi.
 
Massimo Donadi dell’IDV, dal suo blog descrive "Immorali i 10 milioni di euro dei contribuenti, che Masi "butta nel cesso per lo sfizio politico della maggioranza."
 
Anche Rao dell’UDC ha dichiarato che "l’accordo consensuale tra Michele Santoro e la Rai viola il portafoglio dei contribuenti."
 
Nessuno, amante o nemico del servizio pubblico, ha sottolineato di quanto Annozero in questi anni sia stato fondamentale sia per la libertà d’informazione, sia per l’azienda Rai: nel mese di par condicio che ha preceduto le regionali, il mese che ha visto la chiusura dei cosiddetti "pollai televisivi" (Anno Zero, Porta a Porta e Ballarò), il giovedì sera di Rai Due ha perso il 10,8% di share, vale a dire oltre due milioni e mezzo di telespettatori.
 
No, nessuno l’ha ricordato oggi questo. Anche perché, per i politici, è in arrivo la scure di Calderoli, e cioè il taglio del 5% agli stipendi di parlamentari e ministri.
 
 
Invece è solo solletico, caro Tremonti: prendi il caso di un Lucio Stanca, stipendiato anche dall’ Expo 2015 Spa, sai quanto gliene frega di detenere il record del 98,15% di assenze in Parlamento.
 
 
"Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario", diceva Orwell. Oggi, nel paese dell’immoralità, attaccare Santoro è, secondo me, proprio un atto ipocrita. Lasciatevelo dire.
 

"Certo che ho guadagnato dei soldi, ma se così non fosse avrei già dovuto smettere di scrivere le cose che scrivo, perché non avrei i mezzi per difendermi dalle querele che mi fioccano addosso da parte dei malavitosi, Raffaele Cutolo in testa, tutte vinte peraltro, per fortuna."

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