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 Home page > Tribuna Libera > Sanità in Campania | Il populismo è un’ottima scusa!

Sanità in Campania | Il populismo è un’ottima scusa!

Quando si parla di politica e di politici, ci si fa prendere spesso dal fervore, dalla rabbia o dal pregiudizio arrivando a conclusioni inappropriate. E non va bene.

 È anche vero, però, che l'accusa di populismo, nei confronti di chi mette in rilievo problemi che hanno impatto diretto sulla collettività, è diventata un comodo strumento di replica con duplice funzione: elusione del problema e ridicolizzazione di chi lo evidenzia. E allora viene spontaneo pensar male e chiedersi: qual è il modo per segnalare, in maniera efficace e senza aspettarsi risposte utili solo a prendere tempo, che non sta funzionando qualcosa? Come bisogna fare a far capire a chi ci governa che abbiamo bisogno di onestà intellettuale? Che si traduce, al netto di tutte le discussioni e valutazioni, con l'adozione di una delle due sole alternative possibili: o si risolve subito il problema o ci si fa da parte. Perché qualunque altro provvedimento, che solitamente consiste nell'intavolamento di una discussione fuorviante, avrà come unico risultato quello di lasciare il problema a chi ce l'ha.

Per esempio, chi non conosce la costiera Amalfitana? In alta stagione, le presenze arrivano quasi a due milioni di persone, fra residenti e turisti. Ebbene, esiste un solo pronto soccorso, nei pressi di Amalfi (altri sono in altri comuni della costiera, difficilmente raggiungibili in maniera rapida, vistala particolare conformazione delle strade), nemmeno molto grande, dove l'assistenza per emergenze cardiologiche (e non solo) è garantita solo dalle 8 alle 20. Ecco, questa è una segnalazione. Cosa ci si dovrebbe aspettare? O che si provveda ad instituire l'assistenza cardiologica H24 7/7 o che chi dovrebbe provvedere a farlo, se non in grado, si dimetta immediatamente. Si pensi che in Trentino, è in atto una campagna per dotare tutte le strutture alberghiere di un defibrillatore! Non vedo margini di discussione. Di cosa si dovrebbe discutere? Si farebbero i soliti giri di parole che non porterebbero alla soluzione e lascerebbero i responsabili alla propria poltrona e i cittadini ai loro problemi. E se si ha la sfortuna di avere un infarto ad Amalfi alle 20:10, o si è fervidi credenti e si aspetta il miracolo o ci si rassegna e si fa testamento.

Altro esempio: ospedale di Caserta. Commissariato, da non so quanto tempo, vige il criterio dell'assistenza domiciliare al contrario (parlo di Caserta per esperienza personale ma ho ragione di credere che il fenomeno sia diffuso in tutti i nosocomi pubblici della regione, Napoli in primis). In cosa consiste il criterio di cui sopra? Ogni malato ha diritto ad essere assistito in ospedale, nelle ore notturne e nei festivi, dai propri familiari che, dal proprio domicilio, vengono armati di sedie a sdraio e contenitori con prelibatezze varie per garantire, al proprio congiunto, tutte le attenzioni che non avrebbe, secondo loro, dal personale. Il quale, al passaggio (tutt'altro che inosservato) di questi familiari non batte ciglio, anzi! Ecco, anche questa è una segnalazione. Cosa ci si aspetta? O che i responsabili mettano fine al fenomeno, pretendendo da tutto il personale (dirigente e non) la massima attenzione e la garanzia del servizio o, se non in grado di esigere questo, di dimettersi subito. Senza chiacchiere. Anche qui, cosa c'è da discutere? Anche perché, sempre per esperienza personale, in Toscana, in Veneto, in Lombardia questo tipo di fenomeno è impensabile! Ed è sempre di servizio sanitario pubblico che si parla.

Ora, immaginiamo che abbia la possibilità di portare questi problemi all'attenzione del presidente della Regione Campania. Se il contesto fosse pubblico, il personaggio in questione si esibirebbe in una delle sue elucubrazioni sofistiche italopartenopee (che comprenderei benissimo, essendo io madrelingua) trascinandomi lentamente in tutt'altro argomento e mostrandomi responsabilità altrui su questioni completamente diverse. Se il contesto non fosse pubblico, ci sarebbe, forse, una pacca sulla spalla, un elenco di ciò che di buono ha fatto e una stretta di mano.

In entrambi i casi, il problema rimarrebbe a chi ce l'ha.
 

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