Russofobia Europea: “Le nuove forme di razzismo”
La stragrande maggioranza delle testate giornalistiche sta adottando un linguaggio sempre più russofobo e razzista, contribuendo ad alimentare l’intolleranza nei confronti dei cittadini di etnia russa, perfino nei confronti degli italiani di origine russa, nonché dei cittadini adottati da piccolissimi dalla Federazione Russa.
Se, da una parte, ci si poteva aspettare questo tipo di atteggiamento da parte di giornali e giornalisti (o meglio giornalai al soldo della politica), entrambi strumenti nelle mani dei politici volti a plasmare l’opinione pubblica, dall’altra parte abbiamo una situazione decisamente più grave, di cui le protagoniste sono le Istituzioni, il cui linguaggio non differisce affatto. L’adozione di un simile linguaggio da parte delle Istituzioni, che continuano, senza alcun imbarazzo, ad utilizzare il termine “Russo”, “Russi”, “Russia”, con accezione negativa, è un fatto gravissimo che denota razzismo ed intolleranza, che pone altresì una “barriera”, facendo una distinzione tra “noi e loro”, e che dovrebbe far scattare immediatamente qualche allarme.
La Costituzione Italiana e l’Unione Europea si impegnano a combattere qualsiasi forma di razzismo, e allora a questo punto qualche domanda sorge spontanea: solo sulla carta o anche nell’effettiva realtà?
I risultati sono quelli che, ogni giorno, le persone di origine russa stanno constatando: soltanto poche settimane fa, all’aeroporto internazionale di Fiumicino il gestore di un punto di ristoro si è rifiutato di vendere una bottiglia d’acqua ad una ragazza poiché in possesso del passaporto russo. Se da un lato è vero che i “piani alti” dell’aeroporto sono intervenuti immediatamente porgendo le proprie scuse, dall’altra parte questi sono gli effetti direttamente attribuibili alle politiche propagandistiche sempre più russofobe che ogni giorno è possibile apprezzare semplicemente accendendo la TV o leggendo le notizie dal web, accompagnate da farneticanti discorsi di rappresentanti politici ed istituzionali anche con una certa notorietà, facendo trapelare chiaramente intolleranza e la “fobia” per una massiccia fetta della popolazione: 40mila cittadini in Italia sono di origine russa, senza contare gli altri cittadini adottati dalla Federazione durante l’infanzia e tutti gli altri di discendenza russa nati in Italia.
Per compiacere qualcun’altro, l’Unione Europea sta assumendo posizioni sempre più scomode, che l’hanno resa una delle principali avversarie del resto del resto del Mondo che non si piega al “mainstream”; e pensare che soltanto fino a qualche anno fa aveva ottimi rapporti commerciali con la Russia, Paese a cui ora ha voltato improvvisamente le spalle.
Ciò denota la sua totale mancanza di affidabilità e di serietà non solo come partner commerciale, ma anche strategico.
Se la U.E. non cessa di essere “succube” e mai protagonista della propria esistenza politica ed economica, è destinata all’inevitabile declino e, tra qualche decennio, probabilmente anche alla sua dissoluzione: le scelte di oggi determinano il contesto di domani!
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