Leva agricola: "scelta politica" o "folkloristica"
Negli ultimi giorni, ha fatto un certo clamore l’ultima “trovata” del Ministro Lollobrigida, che ha esortato una parte della popolazione a “servire la Patria” anche da un punto di vista “più rurale”. Una notizia che apparentemente può risultare comica ma anche inverosimile, ma che in realtà lascia spazio ad altro tipo di immaginazione, ad un’immaginazione decisamente più “nostalgica”.
Non a caso, nel lontano 1925, e cioè quasi 100 anni fa, fu proclamata da Benito Mussolini la c.d. “Battaglia del Grano”, una campagna politico-propagandistica con lo scopo di intensificare la produzione di grano, e, di conseguenza, ridurre le importazioni dello stesso dall’estero, con l’obiettivo di rendere il Paese autosufficiente da questo punto di vista, coerentemente a quelli che erano i principi dell’Autarchia. Numerosi furono così i cittadini che si offrirono volontari per sostenere personalmente il progetto, lavorando intensamente nei campi.
Lo stesso Mussolini fu fotografato, a scopo propagandistico, mentre lavorava a fianco dei contadini, di professione o volontari improvvisati.
In sostanza, “poca roba seria”: è infatti del tutto plausibile, e anche ragionevole, che il Ministro abbia fatto una simile proposta non tanto perché parte di un progetto concreto, piuttosto perché evoca, alla mente di centinaia se non addirittura migliaia di cittadini “malinconici del passato”, un’immagine che può risultare, per i suddetti, sufficientemente “folkloristica”. In altre parole, sembra trattarsi non tanto di un obiettivo politico concreto, quanto più di una scelta, se non addirittura strategia, di Marketing per aumentare il consenso da parte di quel determinato target della popolazione.
Una scelta, peraltro, che ha perfettamente raggiunto l’obiettivo cui mirava: far discutere e generare, quindi, un certo “clamore”.
Che il Governo Meloni sia “prossimo alla crisi”? Non lo sappiamo, ma certo è che si è rivelato piuttosto deludente: in teoria, sarebbe dovuto essere un Governo fortemente euroscettico e “anti-atlantico”, e che avrebbe invece dovuto esaltare il “nazionalismo italiano” ma, nei fatti, pare che la Meloni si sia voluta allineare a quello che è il “mainstream internazionale” per non “mettere a rischio il posto”. Una scelta che ha deluso non solo le aspettative di gran parte dei suoi elettori, ma anche i cittadini in generale, che si attendevano strategie completamente diverse, che avrebbero potuto invece rilanciare l’Italia non solo sul piano europeo, ma anche internazionale.
Insomma, una gran brutta figura per Giorgia Meloni, che ha tradito il suo tanto decantato nazionalismo, elogiato e ribadito in ogni singolo comizio elettorale.
Ve la ricordate in Spagna al supporto del Partito Vox? Per completezza infatti è bene affermare che si sia rivelata deludente perfino nei confronti dei suoi “fan” stranieri.
Era oramai divenuta un “meme internazionale”, vittima del suo stesso estremismo: ci si chiedono, a questo punto, i veri motivi del drastico cambio di rotta.
Tuttavia, conoscerne i motivi non cambia molto la situazione in cui l’Italia oramai versa: negli ultimi tre anni, pare che la penisola infatti sia diventata ancora più succube del Governo Statunitense, che ha subito preso “la palla al balzo” con la crisi Russo-Ucraina, approfittando per incrementare il -già cospicuo- livello di propagandismo.
Ora come ora, in cui la Meloni attraversa una fase di consenso sempre più debole e carente, cerca di optare per tattiche alternative volte a ripristinare l'audience perduta: leva militare, leva agricola, etc.; tutti escamotage che in qualche modo permettono il riaffiorare, alla mente dei suoi elettori e dei cittadini in generale, di “ricordi nazionalistici”.
In sintesi, “tutta apparenza”, dal momento che il Governo in questione ha già svenduto il restante della poca sovranità italiana a NATO e Stati Uniti, una mossa tutt’altro che prevedibile da parte di questo Governo; una strategia che ha un obiettivo unico: mantenere il consenso di UE e Washington. Una decisione che ha anteposto gli interessi dei potenti a quelli dei cittadini, resa ancora più brusca dal fatto che la Meloni in persona aveva fatto, in campagna elettorale, promesse opposte.
Ancora una volta l’Italia diventa serva e servitrice dei “suoi padroni”, e di tutto ciò la Meloni è complice di “prima linea”: un Governo prossimo alla crisi? Non possiamo prevedere il futuro, ma se ne deduce di essere sulla buona strada!
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