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 Home page > Tribuna Libera > Rubare per fame non è reato

Rubare per fame non è reato

La notizia è che la Cassazione ha assolto un giovane clochard straniero che aveva rubato dei wurstel perché, questa la motivazione, “rubare per fame non è reato”.

In realtà la notizia vera è un’altra; ma andiamo con ordine.

Il ragazzo, un “senza fissa dimora” - un barbone è la definizione corretta senza tanti giri di parole - di nome Roman Ostriakov, si era intascato wurstel e due porzioni di formaggio pagando alla cassa solo una confezione di grissini. Valore della merce sottratta: 4 euro.

Allertata da un cliente, la guardia giurata del supermercato ha fermato il giovane, chiamato la polizia e da lì si è attivata la procedura che ha portato l’autore del furto davanti ai giudici. Fino alla Cassazione.

La notizia vera quindi è questa: in Italia, che è il paese degli evasori, dei faccendieri, dei mascalzoni corrotti e corruttori, degli impiegati pubblici che “timbrano” il cartellino per i colleghi a spasso o a fare la spesa, dei benestanti che hanno i soldi - chissà perché (la domanda è retorica, casomai non si capisse) - in ambigue società di comodo panamensi (rigorosamente a loro insaputa), dei cardinali con terrazza panoramica su Roma pagata con i soldi che dovevano andare in carità, con la bellezza di centinaia di politicanti di tutte le bandiere beccati con le mani nella marmellata, con banchieri che si danno un gran daffare a intascarsi i soldi dei piccoli risparmiatori lasciandoli impunemente in mutande mentre i controllori della Consob sono sempre impegnatissimi a guardarsi l’ombelico, in Italia, dicevo, c’è chi indica, ferma, denuncia e processa qualcuno che ha rubato 4 euro di merce.

La vicenda sarebbe comica se non fosse così repellente. Bisognerebbe denunciare prima di tutto il direttore di quel supermercato per danni all’intelligenza e all'anima di questo paese.

Ovviamente tutta questa fermezza della legge, tutto questo rigore nel perseguire un reato da niente ha causato danni consistenti alle casse dello Stato; a parte la guardia giurata che è pagata dal supermercato, sappiamo quanto può costare l’intervento della polizia, la compilazione del rapporto, la denuncia, l’intervento dei primi magistrati, dell’avvocato presumibilmente d’ufficio, del secondo grado e su su fino alla Cassazione, per scoprire infine che rubare se si ha fame... non è un reato.

Non bastava il più banale buon senso comune a fermare questa demenziale procedura già al primo stadio? Chiudere un occhio non costava meno di tutto quello che è stato speso per punire il furto di quegli irrisori 4 euro?

O dobbiamo come al solito rispolverare la vecchia retorica per cui la legge dei ricchi e potenti è diversa da quella dei ladri di polli?

(Foto: Ivaan Kotulsky)

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