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RomaSìMuove: un referendum per la Capitale

Qualche giorno ancora prima della partenza di RomaSìMuove, il progetto referendario per cambiare la Capitale. Otto quesiti, cinquantamila firme necessarie, tre mesi di tempo per raccoglierle e depositarle. Obiettivo ambizioso quanto indispensabile per una città che sta soffocando nello smog della mancata pianificazione della mobilità sostenibile, nella melma della partitocrazia e dell'assenza di diritti.

"Per la prima volta i romani avranno la possibilità di indicare direttamente le soluzioni ai nostri problemi quotidiani" - ha affermato il radicale Mario Staderini, presidente del comitato RomaSìMuove - "vogliamo offrire alla città e alla politica l'opportunità di confrontarsi sui contenuti anziché aspettare il risultato del totosindaco".

Venerdì scorso Mario Staderini e Umberto Croppi, rispettivamente presidente e coordinatore del Comitato RomaSìMuove, hanno infatti annunciato che, il 6 luglio, partirà la raccolte firme sui referendum consultivi che riguardano ambiente, mobilità sostenibile, diritti e costi dell’apparato amministrativo. Sono cinque i referendum che hanno già ottenuto il via libera da parte della Commissione di professori che deve giudicarne l’ammissibilità:

mobilità sostenibile (liberazione della ZTL dal traffico privato, potenziamento del trasporto pubblico e car sharing, trasformazione dei treni pendolari in linee metropolitane, raddoppio delle pedonalizzazioni e delle piste ciclabili); fruibilità del litorale e del mare (libero accesso alle spiagge, ripristino della visibilità del mare, riequilibrio tra spiagge libere e attrezzate); istituzione del registro dei testamenti biologici; parità di opportunità e di accesso ai servizi comunali per le famiglie di fatto. Per gli altri tre referendum (stop al consumo di territorio, gestione dei rifiuti, abolizione dei Cda delle società comunali) i promotori hanno fatto appello alla Commissione perché la risposta arrivi nei prossimi giorni.

Richiesta nata dalla necessità di poter iniziare la raccolta firme su tutti i quesiti già il prossimo venerdì. "Abbiamo attivato un meccanismo - ha spiegato Umberto Croppi, ex Assessore alla Cultura di Roma e coordinatore del comitato referendario - che per la prima volta ha fatto lavorare un organismo previsto (la commissione), ma rimasto fino ad oggi soltanto sulla carta. Hanno studiato le nostre proposte e, nonostante il sindaco avesse prodotto una memoria ad uso della commissione, con parere negativo solo per due punti – famiglie di fatto e testamento biologico – siamo contenti che anche questi siano stati ammessi".

Ed ora la parte più difficile. La raccolta firme che dovrà raccogliere 50.000 persone. "Ce la faremo se i romani saranno informati e se ci aiuteranno a raccogliere le firme. Soprattutto ce la faremo se troveremo disponibilità tra chi può autenticare quelle firme" ha concluso Staderini. A raccogliere l'appello sono stati già decine di cittadini e alcuni consiglieri comunali e provinciali: tra i primi Giuseppe Lobefaro, Dario Nanni, Paolo Masini del Pd e Gianluca Quadrana della Lista Civica. Anche dipendenti di Comune e Provincia possono divenire autenticatori e sostenere il cambiamento di Roma. Tutte le informazioni e le modalità per poter partecipare al referendum o diventare volontari per raccogliere le firme si possono trovare sulla sezione Attivati del sito www.romasimuove.it.

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