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Rifiuti, che il diavolo bruci!

Paul Connett, centinaia di conferenze in tutto il mondo, 38 incontri solo in Italia. Autografa con "God recycles, the devil burns"! un articolo di Vivavoce che gli mostro....

Duemilaventi, lo scenario di riferimento; Zero waste l’obiettivo. Un messia, Paul Connett; Scienziato, docente di chimica ambientale e tossicologia alla St. Lawrence University di New York è promotore della rete internazionale "rifiuti zero". E’ ospite della Provincia di Roma il 23, a Frascati il 24 dove lo incontro grazie ad una iniziativa promossa da Enrico del Vescovo di Italia Nostra.

Istrionico e plateale, soprattutto generoso ed instancabile oratore, intrattiene le genti che si affollano ogni qualqualvolta c’è una sua conferenza. Agli accoliti pare di scorgere in lui un Messia venuto a salvare il pianeta dai rifiuti che lo sommergeranno.

Alle "erre" di ridurre, riusare, riciclare, riusare, riparare, ricercare, riprogettare ne vuole aggiungere una però, la più importante e solleva il suggerimento da parte del pubblico. Qualcuno tenta ri-education ma quella giusta è Responsabilità: in una nuova concezione delle merci, del consumo e dei rifiuti, per uno sviluppo sostenibile del pianeta e dell’essere umano.



Con il riciclo dei principali flussi di rifiuti urbani una prima soluzione è a portata di mano, anche le grandi città americane si responsabilizzano in un "estremo differenziare" che va estendendosi dalla responsabilità individuale a quella della intera comunità, dal mondo accademico alle responsabilità politiche, gravate queste però da un "noiosismo" che le arretra. Connett il mito, un uomo alto dalla braccia grandi con cui avvolge ogni dove purchè sia riciclabile, contrario all’incenerimento e ai cip6, le finanze pubbliche che lo incentivano, lancia il suo slogan preferito, di un manicheismo scontato ma immediato, accompagnato non solo da codazzi e forconi rossi nelle slides ma da una seria lista di dati sulla tossicità delle nanopolveri. "Dio ricicla mentre il diavolo brucia...allora che il diavolo bruci" condannandolo allo stesso rogo inquisitorio con cui i capofila dell’incenerimento danno un’unica risposta all’aumento della produzione dei rifiuti: la termovalorizzazione. Bastano pochi comuni poi che fanno la differenziata e i termovalorizzatori dovrebbero già reperire alimento dai rifuti di altre regioni.

Il riciclo dei rifiuti
tags. Dalla A di Ambiente alla Zeta di zero rifiuti
www.romacastelli.it/vivavoce...

Commenti all'articolo

  • Di steev (---.---.---.121) 31 gennaio 2009 19:34

    se il ciclo dei rifiuti si chiudesse con dei centri di recupero in tutta italia allora si potrebbe veramente cambiare! http://www.centroriciclo.com/ questo è un esempio che dovrebbero seguire tutte le regioni

    • Di hopla (---.---.---.152) 31 gennaio 2009 21:09

      In effetti l’esclusivo orientamento ai consorzi nazionali per il riciclo non garantisce soluzioni efficaci. Basti pensare che Corepla stessa è favorevole alla termovalorizzazione di parte degli imballaggi in plastica asserendo così di riservarsi sul consumo delle materie prime - petrolio - per produrre energia.
      Ma le materie plastiche, si sa, sono derivati del petrolio. Inutile dire che la domanda sorge spontanea, oltre a produrre materie plastiche sempre più complesse che mal si adattano al riciclo, l’azzeramento prodotto dalla combustione vieta per sempre la possibilità di ri -utilizzo sino all’esaurimento della materia nel circolo vizioso.
      Uno stoccaggio satellitare in attesa di una riflessione seria della ricerca sarebbe forse più interessante che ritrovare la plastica in forma di diossina nell’aria che respiriamo.... Paul Connett lo dice che i politici sono noiosi, la politica è noiosa, difatti dell’esperienza di Vedalago si parla da tempo ma nessuno ha mai avuto reale interesse a valutarla.

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