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 Home page > Tribuna Libera > Renzi, Bing Bang e Pd: partito di casta o partito del popolo?

Renzi, Bing Bang e Pd: partito di casta o partito del popolo?

È oltremodo ultra evidente di come e quanto i due più grandi partiti sentano il fiato sul collo dello squalo dell'antipolitica - da considerarsi, a mio parere, ormai de facto politica -. Infatti, mentre da un lato il PdL, sentendo di poter affrontare presto una débacle più grande di quella che si prospetta se Berlusconi tornasse alla guida, è in crisi se appunto riconsegnarsi al suo padre padrone o continuare l'avventura alfaniana, dall'altro il rottamatore Renzi tenta di chiamare a raccolta il popolo del PD invocando il cambio della guardia ai vertici, dato che il vecchiume nell'ex PdS, a sua volta ex PCI, la fa da padrona da parecchie legislature. Alcuni nomi addirittura rimandano alla vecchia nomenclatura comunista: roba da Politburo. Tuttavia sorge una domanda: riuscirà l'anima alla base del popolo del Pd a svegliarsi dal sonno dogmatico e a tirar fuori la grinta per estromettere i vertici rinnovando così il partito che a quel punto potrebbe continuare davvero a fregiarsi dell'aggettivo “democratico”?

Mentre il Cavaliere senza macchia si ostina a voler riprendersi la poltrona del partito che lui ha fondato, nel quale ci ha messo i suoi personali quattrini e tutta la sua anima, intuendo che senza di lui il partito si frantumerebbe in piccoli pezzettini dopo la possibile debacle delle future elezioni, Matteo Renzi, il mitico giovane rottamatore, al suo "Big Bang", dove si sono riuniti oltre mille amministratori del Pd, si è cimentato in una filippica contro la nomenclatura da lunga data ai vertici del Pd.

Il loquace Matteo dalle sue parole sembra aver compreso che il Partito Democratico sia un partito che ormai da gran parte dei suoi elettori sia percepito sempre di più non come un partito 'democratico' ma come un alto partito 'di casta'. Ad un certo punto tra richiami retorici alla musica pop, dal mitico The Final Count Down degli Europe a l'Estate sta finendo de i Righeira, il Sindaco di Firenze ha fatto non i nomi ma i cognomi di quelli che secondo lui dovrebbero farsi da parte per il bene del partito e della democrazia: “Cambiare le facce significa scegliere qualcuno che sia più bravo di te... il merito sta nel cercare collaboratori che siano più bravi, non aver paura di chi possa superarti. … noi pensiamo che chi sia in parlamento da trent'anni possa fare un passo indietro, ...c'è gente che sta in Parlamento dal 1983/87. … c'è gente che è in P. da quando c'erano i Righeira. Senza fare nomi, ma i cognomi: caro D'Alema, caro Veltroni, cara Rosy (Bindi), caro Marini, in questi anni, avete fatto tanto per il partito, avete fatto tanto per l'Italia, adesso anche basta! … Si può servire l'Italia non necessariamente stando appiccicati ad una poltrona!

Parole sante, ma basteranno a cambiare le cose? Sicuramente serviranno ad alimentare la polemica e a portare acqua al mulino di casa Renzi. Per il resto credo che l'asse portante del problema sia da spostare non tanto sui vertici, ma proprio sulla base: i tesserati del Pd. La domanda nasce spontanea: se finora è stato tollerato l'intollerabile, chi sono i tesserati del Pd? Risponderò a breve a questa domanda che potrebbe in parte esser considerata provocatoria.

Cionondimeno, che sia lapalissiano che i succitati e molti altri non nominati debbano togliere il disturbo è fuori dubbio; la prova? I voti che il Pd perde in continuazione, insieme a quelli che perde il Pdl - per motivi un po' diversi però - a vantaggio soprattutto del tanto esecrando M5s. Gente che ha dimostrato ampiamente di non poter più dare nulla a questo paese: il governo Monti ne è in parte la dimostrazione. Tuttavia urge aizzare una certa polemica e soprattutto mettere in evidenza alcuni punti.

Vista la polemica più che legittima di Renzi, sarebbe possibile far lasciare la poltrona ai “feudatari” in questione? Una cosa del genere non credo sia possibile senza un forte fronte interno al Pd che parta dalla base e che estrometta questa combriccola, togliendole il consenso e fronteggiandola con aperte proteste, che sembra non aver ormai più nulla di democratico.

Vorrei ora parlare di cose molto più pratiche e meno politiche, per dimostrare meglio il mio pensiero. Pensate veramente che tali poltrone si mantengano al potere del partito per puro carisma o ci sia un sistema clientelare di sinistra che si ramifichi fino alla base del partito medesimo? La mia è pura opinione, ma vorrei essere molto chiaro quanto diretto: cosa fanno il figli e i parenti diretti, nonché i clientes, dei deputati e dei senatori del Pd di lunga data ed in politica da decenni? Si astengano dal minacciare querele e denunce, invece vorrei solo una risposta, se mai la riceverò, per scoprire magari che la maggior parte della beata prole dei suddetti lavori non come quadri o dirigenti nelle aziende statali, parastatali e privatizzate per finta - nelle quali la casta impera con stipendi da favola - ma faccia parte magari dei precari a 400€ al mese in qualche call-center e simili, dimostrando così di non aver nulla a che vedere con la vita politica dei fortunati genitori. Chi ha la coerenza per rispondermi? Io credo che non solo la suddetta manchi ma manchino anche gli attributi alla gran parte dei tesserati del Pd, ed è forse qui che giace il vero bandolo della matassa; questo è il vero problema. Ecco perché forse Renzi in parte fallirà. Il problema del cambio generazionale ai vertici si sarebbe potuto risolvere se i tesserati insieme ai gruppi giovanili del Pd fossero insorti da tempo contro questi nababbi della casta della Sinistra, chiedendogli a gran voce di farsi da parte per lasciare spazio a nuovi volti e nuove idee, ma come si è ben visto, anche vedendo le difficoltà che lo stesso Renzi ha incontrato, la possibilità è più che remota, con il rischio che il partito si eclissi ulteriormente non solo nella storia, questo lo ha già fatto, ma anche nella politica. A questo punto permettetemi di esprimere qualche ulteriore dubbio: non è che buona parte dei giovani del partito in questione e dei tesserati del medesimo facciano parte di quella Italia accomodata su lavori e impieghi pubblici ottenuti negli anni scorsi grazie al clientelismo di sinistra, e che sia gente che viva di sussidi, prebende, consulenze e di quanto più ci sia di compromesso con il sistema? Non è un'affermazione, è un'altra ennesima pertinente domanda! Mi auguro vivamente che la cosa non stia affatto come il dubbio della domanda vorrebbe sollevare, poiché se così fosse scordiamoci un sano ricambio non pilotato in futuro.

Così com'è, a mia opinione, di democratico il partito non ha quasi nulla, potrebbe invece chiamarsi a ragione Partito della casta della Sinistra”. Qualcuno tra i suoi notabili avrà pure studiato nelle migliori Università del Paese, ma per quanto riguarda le regole della politica atta a servire l'altro, ergo il popolo, è solo un egregio parassita super-interessato al proprio orticello. D'altronde, però, di danni tali statistucoli ne hanno fatti: come non ricordare la conversione al liberismo subito dopo l'abbandono della linea “comunista” che ha portato anche al Pacchetto Treu ed alla futura débacle sociale della Legge Biagi contribuendo non poco a rendere iper-precaria la vita di milioni di giovani in questo paese? A ciascuno il suo: se i tesserati del Pd, insieme ai giovani del partito medesimo, non capiscono di quanto sia importante fare pulizia nella propria compagine, allora vuol dire che il corpo è tutto in cancrena, ergo l'oblio e l'esser travolti dalla massa rivoluzionaria della cosiddetta "antipolitica" saranno le uniche possibili future conclusioni!

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