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Ratzinger prende in giro i canadesi vittime dello stupro sistematico di sacerdoti pedofili

La storia è nota quanto poco discussa, dagli inizi del diciannovesimo secolo fino agli anni ’70 le popolazioni aborigene del Canada (in particolare Inuit e Cree) furono forzate a mandare i figli nelle scuole cristiane, per tre quarti cattoliche. Nella pratica i bambini erano rapiti alle famiglie e inurbati, prigionieri delle scuole e dei sacerdoti. Una pratica ingiusta, barbara e razzista con conseguenze tragiche per quei popoli. I nativi passati per quelle scuole hanno tassi di alcolismo e di suicidio molto più elevati della media, per stare alle conseguenze più evidenti del programma "educativo".

Ne nacque una storia di abusi e di orrori senza fine, durante la quale intere generazioni di locali, non bastasse l’annientamento culturale e personale, furono stuprate dai sacerdoti che gestivano quelle scuole, spesso mandati intenzionalmente nell’estremo Nord in esilio, dopo che altri stupri di minori ne avevano consigliato l’allontanamento dalle parrocchie d’origine. Una discarica di preti pedofili, migliaia di bambini affidati agli orchi più orchi nascosti nel grembo di Santa Madre Chiesa, allontanati dagli occhi della gente "civile" e mandati a far strage di selvaggi, di quegli stessi bambini che la Chiesa si vantava di civilizzare ed educare.

La spaventosa concentrazione di preti pedofili determinò casi nei quali la popolazione di interi villaggi fu vittima dei violenze dei civilizzatori in tonaca. La questione si è chiusa ufficialmente qualche anno fa, con il Vaticano che ha accettato una transazione e ha pagato 79 milioni di dollari titolo di compensazione. Cifra superata dal governo canadese con alcuni miliardi di dollari a risarcire i 90.000 studenti ancora viventi per le sofferenze subite. Il governo si è inoltre scusato ufficialmente ed esplicitamente. Scuse anche da presbiteriani e anglicani, che hanno riconosciuto le loro responsabilità. Mancava solo la chiesa cattolica.

Così mercoledì scorso il Papa ha ricevuto un gruppo di canadesi e ha espresso loro le scuse del Vaticano, complice delle politiche di assimilazione del governo canadese.

Secondo una nota del Vaticano: Il Papa ha dato ascolto alle storie e alle preoccupazioni degli aborigeni. Il Papa ha ricordato che sin dalle origini della sua presenza in Canada, la Chiesa è stata vicina alle popolazioni indigene. Riguardo alle sofferenze subite da alcuni bambini aborigeni nelle scuole residenziali canadesi, il Papa ha espresso il suo dolore per le sofferenze causate dalla condotta deplorevole di alcuni membri della Chiesa nella gestione di queste scuole. Il Pontefice ha assicurato la sua partecipazione ed espresso la sua solidarietà. Il Papa ha detto che tali abusi non possono essere tollerati nella società. Il Papa ha pregato affinché coloro che hanno sofferto possano trovare un cammino di guarigione ed ha incoraggiato i popoli nativi ad andare avanti con rinnovata speranza.

Ovviamente non c’è nessun riferimento esplicito agli abusi sessuali e l’intera nota tende a minimizzare, parlando di "alcuni bambini" che hanno subito abusi, non parla dei sacerdoti colpevoli e dei loro delitti. Dall’intera nota vaticana le scuse sembrano toccare solo incidentalmente il problema degli stupri sistematici, tutto il discorso si incentra sulla politica di assimiliazione, politica che peraltro il Vaticano ha sostenuto ovunque nel mondo i colonizzatori occidentali siano giunti a portare la "civiltà". Nemmeno in questo caso il Papa nomina crimini specifici e si limita a parlare di generici abusi, non richiama esplicitamente nemmeno la complicità nei rapimenti. Ovviamente il Vaticano cerca di limitare i danni focalizzando l’attenzione su un "peccato minore", per il quale comunque non si è ancora scusato con le altre popolazioni americane, africane e asiatiche, vittime dello stesso fenomeno e spesso di violenze anche peggiori portate in nome di Dio.

Definire "deplorevole" un genocidio culturale condito da stupri sistematici sui minori è un pietoso tentativo di autoriduzione delle responsabilità, il Papa in realtà non si è scusato formalmente, ha solo espresso "dispiacere" e non ha riconosciuto esplicitamente i crimini dei suoi sacerdoti, è rimasto nel vago e in quel vago si perderanno le terribili responsabilità vaticane, così capiterà di capire ai lettori italiani non informati dei fatti.


Basta fare un giro in rete in cerca di notizie e ci si rende subito conto che la questione dello stupro dei bambini dei nativi non è rappresentata, mentre il Papa è rappresentato come un pio che si scusa per antiche colpe di altri, un uomo capace di un passo coraggioso.

Non è così, chiunque può verificarlo facilmente leggendo la nota vaticana e confrontandola con la brutalità dei fatti.

Così la delegazione dei nativi canadesi giunta in Vaticano ha fatto un viaggio per niente. L’associazione canadese delle vittime ha dichiarato che queste non sono scuse e che pertanto non può accettarle. A lato si è accesa una polemica, con il leader della delegazione accusato di essere complice di una sceneggiata organizzata dal governo canadese e dal Vaticano.

Un evidente esercizio di negazionismo, lo stesso che ha spinto (per restare in Canada) la chiesa a combattere per oltre dieci lunghi anni i chierichetti stuprati nella provincia di Terranova. Lo stesso comportamento stereotipato tenuto in tutti i casi che hanno visto alla sbarra dei sacerdoti pedofili. Fino a che le legge non cala la mannaia della richiesta di risarcimenti mostruosi, il Vaticano è complice dei pedofili. Dopo di che, paga in silenzio e si scusa a mezza bocca. La responsabilità e complicità diretta del Vaticano nella condotta e nei crimini di numerosi preti pedofili è già stata riconosciuta dai tribunali di diversi paesi, che spesso hanno punito la chiesa cattolica sanzionando il favoreggimento dei criminali. Intere diocesi nel mondo sono in bancarotta a causa di questo genere di risarcimenti, nonostante gran parte delle vittime sia destinata a tacere per sempre, vuoi per la vergogna o perché defunta.

A testimoniare l’estensione del fenomeno in Canada ci sono le 2500 vittime alle quali è stato riconosciuto il risarcimento per gli abusi sessuali sofferti da sacerdoti o cattolici, ma anche le storie di villaggi eschimesi come St. Michael e Stebbins, nei quali tutti i bambini e le bambine furono stuprati tra gli anni ’50 e ’60 dai diaconi e dai sacerdoti che avrebbero dovuto curare la loro educazione.
Orrore allo stato puro.

Molti dei responsabili non sono mai stati incarcerati, restano sotto l’esclusivo "controllo" della chiesa e sono sfuggiti alla giustizia canadese, nonostante la loro condizione di "padri" di numerosi figli illegittimi partoriti da minorenni. Era questo che intendeva la nota vaticana con l’offensivo :"...sin dalle origini della sua presenza in Canada, la Chiesa è stata vicina alle popolazioni indigene"?

Il Papa non ha ancora trovato il coraggio di chiedere perdono alle decine di migliaia di bambini, non solo canadesi, stuprati dai sacerdoti ai quali erano affidati dai governi o dai genitori. Sembra proprio che non ce la possa e voglia fare. I canadesi; e non solo loro; pretendono ben altro.

Provaci ancora Joseph, ma la prossima volta con più coraggio e senza pelosa ipocrisia, facciamo tutti il tifo per te, perchè questi orrori non si ripetno mai più.

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