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Rapporto Svimez sulla Sanità: Al Sud è sempre peggio

L’ultimo rapporto presentato dalla Svimez in collaborazione con “Save the Children”, ha un titolo emblematico: “Un Paese, due cure. I divari Nord – Sud nel diritto alla salute”. Il report mette in luce i dati preoccupanti sulla sanità in Italia e ci consegna l’ennesima foto di Paese a due velocità su spesa sanitaria, assistenza, servizi di prevenzione e mobilità sanitaria. Un divario tra Nord e Sud del paese che continua ad aumentare, mettendo a rischio il diritto alla salute dei cittadini.

Viaggi della Speranza

I cosiddetti “viaggi della speranza” sono diventati sempre più frequenti, con i cittadini del Sud che si recano al Nord per ricevere cure mediche. Questo fenomeno è dovuto alla mancanza di servizi di prevenzione e cura adeguati al Sud, dove la spesa pubblica sanitaria è minore e le distanze da percorrere per ricevere assistenza sono maggiori, soprattutto per le patologie più gravi.

Aspettativa di Vita Inferiore al Sud

L’aspettativa di vita al Sud è inferiore rispetto al Nord. Questo è dovuto alle peggiori condizioni sanitarie e alla mortalità per tumori più elevata. La situazione è particolarmente grave in Puglia, dove i servizi di prevenzione e mobilità sanitaria sono non solo carenti ma percepiti con diffidenza dai cittadini.

Meno LEA al Sud

Le Liste di Esercizio Attivo (LEA), che indicano i servizi e le prestazioni che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a garantire a tutti i cittadini, sono meno presenti al Sud. Questo significa che i cittadini del Sud hanno meno accesso ai servizi sanitari rispetto a quelli del Nord.

E per la Puglia: due bocciature

Il rapporto Svimez evidenzia un crescente divario sanitario tra il Nord e il Sud dell’Italia, con la Puglia che risulta particolarmente penalizzata. Nonostante la regione risulti adempiente sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), la spesa sanitaria pro capite è inferiore alla media nazionale (1978 euro contro 2140 euro) e i servizi di prevenzione e mobilità sanitaria sono carenti.

I pugliesi tendono a cercare cure al Nord, a causa delle lunghe liste d’attesa e della mancanza di fiducia nel sistema sanitario locale. Inoltre, la promessa di costruire un rapporto virtuoso con le eccellenze private non è stata mantenuta, con alcuni esami che richiedono mesi o anni di attesa.

L’aspettativa di vita in Puglia è più bassa di oltre un anno rispetto alle regioni del Nord. Anche se la Puglia risulta adempiente sui LEA, è notevolmente indietro rispetto a regioni con pari popolazione, come l’Emilia Romagna. Ad esempio, l’indice di fuga per la cura del tumore alla mammella in Puglia raggiunge il 17%, contro l’8% dell’Emilia-Romagna.

Inoltre, gli adeguamenti tariffari per l’assistenza agli anziani non autosufficienti sono stati fatti nelle regioni del Nord e non in Puglia, dove le aziende che svolgono un servizio pubblico essenziale rischiano il collasso.

Il rapporto Svimez suggerisce che la situazione potrebbe peggiorare con l’autonomia differenziata. La Puglia ha bisogno di una decisa svolta per garantire ai suoi cittadini un accesso equo e di qualità ai servizi sanitari.

Cosa Bisogna Fare?

Per risolvere questa situazione, è necessario aumentare la spesa sanitaria e cambiare i parametri per la ripartizione tra le regioni. Il criterio di assegnazione deve essere basato sulle condizioni in cui versano i vari territori, aiutando quelli con maggiori disagi.

La Regione Puglia sta facendo tutto il possibile nonostante le ridotte risorse rispetto alle altre regioni con gli stessi parametri. Tuttavia, la promessa di costruire un rapporto virtuoso con le eccellenze private è stata tradita: alcuni esami è impossibile farli senza attendere mesi o anni.

In conclusione, è fondamentale che il governo italiano prenda seriamente in considerazione queste questioni e lavori per garantire che tutti i cittadini abbiano accesso a cure mediche di alta qualità, indipendentemente da dove vivono. In questo contesto la nuova riforma sulla autonomia differenziata, senza la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni, avrà come conseguenza quella di amplificare questa frammentazione e aumentare il divario già esistente del diritto alla salute tra Nord e Sud.

La salute è un diritto fondamentale, e non dovrebbe dipendere dalla regione in cui si vive.

 

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