• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cultura > Rap e razzismo. L’esempio francese

Rap e razzismo. L’esempio francese

Ieri hanno fischiato la Marsigliese dei francesi. Dei Francesi di origine tunisina. Si sapeva benissimo che l’avrebbero fatto. E successo per Francia-Algeria, Francia-Marocco.

Ormai é una tradizione. Oggi il sotto segratario allo sport Bernard Laporte ha dichiarato che non si giocheranno più le partite con i paesi del Maghreb allo Stade de France. Ridicolo, come se il risentimento (a volte legittimo) dei figli degli ex-colonizzati così nascosto, ignorato, sparirebbe col tempo o l’intervento divino dello spirito santo. Se un gesto così aggressivo si ripete sistematicamente nei confronti della nazione, che B. Laporte, molto paternalista, definisce nel loro caso addottiva, ci sarà una ragione. La verità è che dalla rivolta delle banlieue nel 2005, non è stato fatto quasi niente. Anzi, certi responsabili politici francesi e padroni di media privati e pubblici hanno puntato sul movimento di odio di una parte di questa gioventù contro la Francia, come si fa su qualsiasi moda, aumentando cosi questo triste fenomeno: un vero e proprio scandalo.

Malek Boutih è segretario nazionale del Partito Socialista in Francia, ma lavora anche per la radio Skyrock. È direttore delle relazioni istituzionali di questa enorme struttura mediatica che oltre il canale radiofonico giovanile più ascoltato del paese, possiede il più grande network di blog d’Europa: Skyblog. In Francia, Skyrock decide del mercato della rap e r‘n’b da oltre 10 anni. Negli anni 90 questi generi musicali ispirati dalla cultura dei ghetti neri americani hanno incontrato un successo immenso, trovando nelle banlieues un terreno fertile. Una creatività fuori comune che ha regalato alla Francia degli artisti di altissimo livello. I testi degli IAM, di Oxmo Puccino e Kery James sono ormai considerati come dei classici. Ma il grande periodo del rap francese sembra ormai defunto. Skyrock non propone quasi più questi artisti ai propri ascoltatori e preferisce investire sulle nuove tendenze.

ll rap ultra-violento da una parte e dell’altra quello più futile e infantile. In realtà nel 2007 Skyrock ha puntato su due artisti ben diversi: Soprano, un rapper melodico marsigliese piuttosto positivo e L.I.M, un ragazzo ultraviolento che promuove la delinquenza, l’odio, che si vanta di possedere armi, trafficare droga e dice, malgrado la sua cittadinanza francese, di non esserlo.

Dunque quando un responsabile politico come M. Boutih dice di combattere contro gli stereotipi che portano alla discriminazione delle banlieue, gli vogliamo chiedere se ascolta la radio per la quale lavora. Nel 2006 il programma "Planète Rap" diffuso su Skyrock è stato proposto alla televisione pubblica francese France 4 nella sua versione filmata una volta a settimana. Il cittadino francese ha pagato con le proprie tasse, la diffusione e la promozione di un programma di radio privata e la pubblicità del marchio registrato commerciale "Planète rap" che esce anche in edicola come giornale. Inoltre i francesi hanno pagato la promozione nazionale e televisiva di artisti che, oltre ad offendere lo stato francese promuovono la violenza, per non parlare del razzismo. Ecco il link della puntata di L.I.M per quelli che capiscono il francese.

Non c’è mai stato nessun articolo per denunciare questo, nessuna intervista a Malek Bouti, nessuna demanda al responsabile dei programmi di France 4. Il rap non deve essere considerato un strumento di odio, ma al contrario, come é stato in certi casi, un mezzo di dialogo, una fortuna per un paese a volte cieco quando si tratta di guardare in faccia la realtà. Ma l’impatto di certi cantanti negativi su questa gioventù è stato consapevolmente sfruttato da parte di media senza scrupoli, peggio, anzi, è stato aumentato.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares