Radio Padania sbarca in Puglia
Non siamo nel set di un film di Checco Zalone, anche se la situazione sembra paradossale, immaginate che in Puglia una mattina ci si alzi, si accenda la radio e vengano fuori insulti, marcette padane, melodie celtiche, insulti ai militari meridionali e celebrazioni agli alpini padani.
Per dirla alla leghista “padroni in casa propria”, cittadini pugliesi, che stanno per i cavoli loro, si devono sorbire questa maratona continua di insulti, 24 ore su 24. Forse il linguaggio folkloristico o le chiacchere da bar, come sono state definite avendo stancato nel luogo di provenienza, hanno bisogno di nuova linfa… e giù insulti.
Ma come è potuta accadere una cosa del genere?
Nel 2001 il governo Berlusconi vara una norma per Radio Padania che le consente di occupare gratuitamente, con una semplice certificazione al ministero, frequenze radio. Radio Padania insieme a Radio Maria è riconosciuta come radio comunitaria, una categoria speciale caratterizzata da “assenza dello scopo di lucro in nome di particolari istanze culturali, etniche, politiche e religiose”.
Nel 2005 sempre il governo Berlusconi vota un'altra norma che garantisce a Radio Padania e a Radio Maria un finanziamento annuo ora arrivato a 1.500.000 euro. Tutte le altri emittenti invece devono spartirsi 16 milioni per quasi 1000 emittenti. Un bel colpo.complimenti.
In Puglia la situazione sta diventando esplosiva. Ad Alessano, in provincia di Lecce, dove è stato montato il ripetitore, il sindaco Nicolardi viene tempestato di proteste telefoniche e non da parte dei cittadini. Contemporeanamente si sono creati dei comitati di protesta per far rimuovere il ripetitore, mentre le emittenti locali preparano esposti alla magistratura.
I deputati pugliesi stanno preparando interrogazioni parlamentari e il segretario provinciale del Pd Salvatore Capone si chiede: “Com’è possibile che dobbiamo ascoltare 24 ore su 24 insulti ai meridionali?".
Considerando la tempistica, bisogna dire che è l’omaggio di Radio Padania e della Lega Nord ai 150 anni dell’unità d’Italia.
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