• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Repubblica di Babele: cosa dovremo vedere oltre le tette della signora (...)

Repubblica di Babele: cosa dovremo vedere oltre le tette della signora Lario?

Il Presidente Napolitano non me ne vorrà per questo mio eufemismo forse poco opportuno ma quando un popolo come il nostro, viene confuso politicamente e socialmente bistrattato, offeso e vilipeso nei valori fondamentali della democrazia, della Costituzione Repubblicana scritta da grandi statisti di cui oggi nessun politico è degno di cambiare neanche una virgola, quando si emargina e si ridicolizza anche il Parlamento, quando la nostra “patria di civiltà nel mondo” viene anche criticata e “bacchettata” dall’ONU, non so come meglio definirla.

Mai nessun Governo aveva oberato di così tanto lavoro la Presidenza della Repubblica.

Abbiamo visto di tutto: gli inadeguati sberleffi del peggior Totò che poco hanno fatto ridere se non solo gli oligofrenici; le tette della signora Veronica (moglie, badate bene, del Premier) fatte vedere in una foto che ha fatto il giro del mondo; gli extracomunitari rimandati in Libia in cambio di una autostrada, come fossero carni da macello infettate e non essere umani ai quali dare asilo politico o aiuto da bravi cristiani; la RAI, vigilata anche da Cuffaro, che continua a fendere e a offendere l’intelligenza degli spettatori oscurando quei pochi Giornalisti, con la G maiuscola, che ancora resistono alle censure; l’Ordine dei giornalisti che non dà la tessera di pubblicista ad un giornalista come Pino Maniaci che ha fatto tremare i palazzi della mafia; tolgono la scorta per i suoi spostamenti a Pino Masciari ritenuto da tutti il più importante Testimone di Giustizia. E mi fermo con questo elenco di sconvenienti esempi di democrazia perchè sarebbe troppo lungo.

Adesso cosa dobbiamo aspettarci ancora che a Milano mettano i vagoni della metrò riservati ai milanesi, così come detto da un leghista? Che noi siciliani dobbiamo farci il permesso di soggiorno per vivere tra i terroni padani? O continuare a dimostrare sempre di essere migliori di loro andando a lavorare anche con la febbre a 40 per non farci criticare dai “Brunetta” di turno?

Io per quel che mi riguarda, visto che il Parlamento al Premier non serve, se fossi un deputato della minoranza, con la mia dignità di uomo libero, mi dimetterei per non appartenere ad una casta che non merita nessun rispetto dal popolo. Le incertezze, le smentite e i falsi piagnistei sull’Abruzzo sono l’esempio dirompente di una politica patetica e di un giornalismo che l’asseconda in tutto. Ma vi immaginate la foto della moglie del Presidente Obama sbattuta in prima pagina con le tette di fuori o quelle della signora Putin?



Adesso si dice che per i danni causati dal terremoto ad alcune case dell’Abruzzo,costruite male, ci saranno 80 indagati. A quale risultato porterà il lavoro della Magistratura? Già sono pronti i migliori avvocati dei Fori di tutt’Italia per le relative discolpe. Auguri!

E mentre i mafiosi escono dalle carceri per decorrenza dei termini, noi facciamo la lotta alla mafia uniti con le Forze dell’ordine. Ma a cosa vale?

Non è questa la Repubblica che sognavo da giovane, quando credevo nelle Istituzioni, nel diritto, nei valori della politica, nella Costituzione che non sarebbe stata mai “toccata”, nell’Autorità e nella dignità di chi ci rappresentava. Cosa potranno sperare i giovani da una Repubblica fondata sul lavoro, oggi precario?

O ad una globalizzazione riservata a pochi miliardari che, approfittando della buona fede dei lavoratori, delocalizzano le industrie in quelle nazioni ove gli operai sono costretti a lavorare 12 ore al giorno senza l’interessamento di nessun sindacato?

Per non parlare poi dei “paradisi fiscali” ove i “fannulloni” versano i soldi italiani per non pagare le tasse. E così, mentre la mafia fattura 100 miliardi l’anno e la Guardia di Finanza va sempre alla rincorsa degli evasori, si preparano condoni per tutti e quache lodo per pochi. La “casta” della politica è diventata una Babilonia. Sono tutti in cerca di poltrone ove i più furbi le usano come “l’asino cacasoldi” o come rifugio dei loro precedenti penali mescolandosi con altri che mirano alla confusione totale e al decadimento della società.

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares