E se parlasse Totò Riina, "l’uomo d’onore..."?

Non tutti possono pensare a un pentimento di Totò Riina per la sua indegna vita da mafioso ma per come si è comportata la mafia negli ultimi decenni, basterebbe un po’ di orgoglio da uomo d’onore vero per aiutare i Magistrati a far luce di una delle morti più eccellenti e atroci che hanno offeso tutti i siciliani e non solo. Ma può avere un briciolo di sani principi chi ha disonorato la Sicilia e tutto il Paese per anni e come gli si potrebbe credere se non con indiscusse prove, se lo facesse. Giusto diceva l’on. Borsellino sorella del Magistrato, quando affermava che le parole di Riina sono sentenze in codice rivolte a qualcuno. Le sue affermazioni potrebbero essere dei segnali per deviare le indagini in corso e che presto, almeno si spera, escano fuori prima di qualche trasferimento o di ulteriori morti. Insomma le sue parole potrebbero essere dei segnali usa e getta.
Forse farebbero meglio a non farle uscire. Intanto i TG, per i quali paghiamo il canone, riportano la notizia sulla commemorazione del Magistrato, come se fosse più importante quella del Santo Padre che fa la benedizione col braccio fratturato, non solo ma dice anche che poca è stata la partecipazione del popolo palermitano. Meno male che a smentire interviene proprio la sorella del Magistrato Borsellino: Basta col dire che i palermitani sono assenti alle commemorazioni per Paolo Borsellino, in questi giorni ci sono state diverse manifestazioni e i palermitani hanno risposto bene, facendo delle scelte.
Come bene hanno risposto le tante persone provenienti da tutta Italia. Chi non ha risposto è lo Stato, che avrebbe dovuto essere presente nonostante le possibili contestazioni, raccogliendole e confrontandosi con la città che ricorda e che non vuole dimenticare". Lo ha detto Rita Borsellino, sorella del giudice ucciso e eurodeputato del Pd, nel corso delle celebrazioni per l’anniversario della strage di via D’Amelio. "Le istituzioni hanno il dovere della memoria, noi il diritto. Non bastano le corone di fiori, che poi rimangono a marcire per mesi, per dare omaggio alle vittime di mafia. Serve ben altro, la ricerca della verità, che sembra farsi strada adesso con la riapertura delle inchieste. E’ un fatto importante, peccato che sono passati 17 anni di stanchezza e disinganno, e che non sarà facile ricostruire prove e indizi a distanza di così tanto tempo".
Da un lato una parte delle forze dell’ordine e della magistratura che conduce una lotta serrata, dall’altro lato ci sono altre istituzioni, come la politica, che si contraddistinguono per una fortissima carenza di provvedimenti contro la mafia".
Le nuove indagini sulle stragi aprono adesso spiragli di speranza verso l’affermazione della verità. "Oggi finalmente, dopo anni di tenebre -ha proseguito Borsellino-, la lotta che si sta conducendo nelle procure di Palermo e Caltanissetta sta andando nel verso giusto". La sorella, Rita, parlamentare europeo del Pd, si chiede però "perché queste piste vengano fuori solo dopo 17 anni. Ho molti dubbi, ma non accuso nessuno". Per Salvatore Borsellino: "Se pentiti come Giovanni Brusca e Massimo Ciancimino non avevano parlato fino adesso è perché forse non avevano trovato le interfacce giuste all’interno della magistratura".
Che la mortadella da una parte, giustifichi i CANNOLI dall’altra e la storia si ripete vergognosamente uguale”. Io voglio essere ingenuo questa volta: Voglio credere ancora nella Magistratura libera e nella piena apertura del grande boss verso la giustizia. E’ un’utopia lo so, ma se si avverasse, non so in quale nazione potrebbero nascondersi i veri colpevoli.
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