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Quando la pornografia diventa dipendenza

Prima di trattare il fenomeno della porno dipendenza, è necessario fare chiarezza sulla terminologia. Innanzitutto, il termine pornografia deriva dal greco “Porne” (prostituta) e “Grafia” (scritto) e si riferisce alla raffigurazione esplicita di soggetti erotici e sessuali effettuata in diverse forme: letteraria, fotografica, pittorica, etc. (Quattrini, 2015). Per dipendenza invece, si intende una modalità patologica d’uso della sostanza che conduce a menomazione e disagio clinicamente significativi (APA, 2013). Questa definizione si riferisce alla dipendenza da uso di sostanze e quindi è necessario fare una distinzione con le new addictions ovvero le cosiddette dipendenze comportamentali, nelle quali l’oggetto della dipendenza è un comportamento o un’attività come lavorare, navigare in internet, fare shopping, etc.

La porno dipendenza è una forma di compulsione caratterizzata da un abuso di visione di pornografia con o senza masturbazione, che comporta una diminuzione della qualità della propria vita personale o familiare (Glenmullen J., 1995).

Secondo Lavenia G. (2012) è possibile ipotizzare la presenza del disturbo quando l’individuo:

  1. Spende molto tempo nella ricerca attiva del materiale pornografico presente in rete;
  2. Spinto inizialmente dall’eccitazione per la scoperta casuale di materiale pornografo, in un secondo momento lo ricerca attivamente;
  3. Si trova a fantasticare sulla gratificazione sessuale che trarrà dalle successive connessioni;
  4. Nasconde alle persone che lo circondano la propria condotta;
  5. Prova vergogna, imbarazzo e sensi di colpa per il proprio comportamento;
  6. Mette in atto pratiche masturbatorie compulsive e controllate, volte ad enfatizzare l’emozione derivata dalla visione del materiale pornografico;
  7. Sperimenta un calo del desiderio sessuale nella vita reale;
  8. Riesce a masturbarsi solo grazie alla visione del materiale pornografico;
  9. Vive la propria vita sessuale in termini essenzialmente “fisico” e anaffettivi;
  10. Continua a fruire del materiale pornografico, nonostante tale attività abbia compromesso significativamente la sua vita familiare, sociale, lavorativa ed economica;
  11. Ha provato diverse volte a contenere o sospendere tale attività senza riuscirci.

Uso, abuso e dipendenza dal porno sono collegati ai nuovi mezzi di comunicazione, soprattutto ad internet dove la distribuzione e la visione di materiale pornografico è alla portata di tutti e in qualunque momento della giornata. La visione di materiale pornografico con il tempo diventa una compulsione tanto che la persona non si rende più conto del tempo trascorso ad usufruirne (anche 10/12 ore consecutive).

La dipendenza da pornografia non deve essere intesa come una manovra per controbilanciare una sessualità ridotta o insoddisfacente, né è legata alla dipendenza sessuale. I fattori associati allo sviluppo di tale dipendenza sono:

  • Blocchi e tensioni a livello familiare;
  • Bassa autostima;
  • Scarsa affettività ricevuta o abusi subiti;
  • Ansia e stress personali.

Tale dipendenza comporta una serie di problemi sia dal punto di vista sessuale che psicologico. Alcuni di questi problemi possono essere il calo del desiderio sessuale, erezione ed eiaculazione associate solo in seguito alla visione di materiale pornografico, presenza di disfunzioni sessuali con donne reali, stress, ritiro dalla vita sociale, aumento dell’ansia, disturbi del sonno, sviluppo di un giudizio negativo di sé, etc.

Nella maggior parte dei casi, il porno dipendente può essere restio nel chiedere aiuto in quanto può sia provare difficoltà a considerare come “problema” l’abuso di materiale pornografico sia per la vergogna causata dalla dipendenza che lo porta in seguito all’isolamento.

Uno degli approcci più validi per i porno dipendenti, è costituito dai Gruppi dei 12 Passi. Il gruppo rappresenta il luogo di un percorso di autocoscienza e consapevolezza in cui si realizzano, per mezzo della condivisione delle esperienze, le dinamiche dell’identificazione, resa personale, accettazione di sé, superamento dell’autocommiserazione e responsabilizzazione dell’individuo, restituzione di senso, il vivere qui e ora, cambiamento di paradigma esistenziale, preghiera, testimonianza e cambiamento della propria vita passata attraverso il servizio e l’aiuto agli altri (https://www.12passi.it). La partecipazione a questi gruppi può essere integrata con la psicoterapia psicodinamica individuale la quale non si focalizza principalmente sull’eliminazione del sintomo, bensì sulla conoscenza della storia personale del paziente al fine di comprenderne i fattori scatenanti che hanno portato allo sviluppo della dipendenza. Un altro approccio terapeutico utilizzato è la psicoterapia cognitivo comportamentale le cui tecniche si basano su programmi di psico-educazione, su specifici skill training (abilità sociali, risoluzione dei conflitti, ripresa delle attività ricreazionali, ascolto attivo, training assertivo, regolazione emozionale) e sulla prevenzione delle ricadute (https://www.ipsico.it), terapia coniugale e/o familiare.

 

Tirocinante: Carmen Belluscio

Tutor: Fabiana Salucci

 

BIBLIOGRAFIA

  • APA, AMERICAN PSYCHIATRIC ASSOCIATION, (2013), Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition (DSM-5), APA, Washington.
  • Glenmullen J., (1995),” Il tormento del pornofilo”, Astrolabio Ubaldini Editore, Roma.
  • Lavenia G., (2012), “Internet e le sue dipendenze. Dal coinvolgimento alla psicopatologia”, Franco Angeli Editore, Milano.
  • Quattrini F., (2015), “Parafilie e Devianza. Psicologia e Psicopatologia del comportamento sessuale atipico”, Edizione Giunti.

SITOGRAFIA

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