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Quale libertà?

Viviamo ormai risucchiati in un vortice di conformismo confuso come condizione di benessere. Lo siamo al punto tale che se soltanto ci azzardassimo a manifestare una opinione diversa da quella corrente, ci attireremmo addosso il sospetto generale.

Questo controsenso ricorre dal momento che l'impenetrabile sistema di potere dal quale siamo dominati, assuma l'inderogabile criterio secondo il quale qualcuno debba pensare e agire per conto degli altri. Una così destrutturante situazione viene impartita con modalità subliminali al fine di essere insospettabilmente recepita dal volgo. Solo in tal modo, si sedimenta nell'intimo dei singoli una dilagante situazione di coatto conformismo. Poiché, soltanto così, il sistema di potere riesce a spiegare tutto facendo comprendere nulla al fuorviante occhio della massa, alla quale tutto risulta di conseguenza più semplice, a condizione non le si rammenti che l'esistenza rappresenti un impegno: una continua disputa comportante diversi rischi da affrontare. Per rendere seducente questa imposizione, il sistema di potere inflaziona la parola libertà. Tanto che, nella società occidentale, il suo ricorso sia diventato praticamente indiscutibile, dimenticando, o comodamente fingendo di farlo, che sia più facile battersi per la libertà che comprenderne il suo più autentico significato.

Essere liberi non vuol dire “sic et simpliciter” poter fare i propri comodi. Nell'attuale contesto sociale, questo aspetto è di primaria importanza, considerato che, già attraverso il quotidiano bombardamento pubblicitario, recante messaggi più o meno subliminali, le persone risultino condizionate al punto da orientarsi verso la scelta di beni dei quali non avrebbero un effettivo bisogno. Questo si consuma a scapito della scelta di altri beni che dovrebbero essere invece assai più utili. Un così aberrante condizionamento di massa si compie perché i desideri delle persone sono agevolmente condizionabili dall'esterno.

Nell'orientamento verso le singole scelte, risultano di fondamentale importanza la volontà e il pensiero inteso come capacità cogitante del singolo individuo. Soltanto dal loro giusto equilibrio esitano preferenze davvero autonome. Per questo i responsabili della sorte del pianeta vogliono che la gente non lo faccia. Perché per loro conta esclusivamente affermare il totalitarismo dei desideri indotti. Ne consegue che soltanto attraverso un risoluto contenimento catecontico sia possibile arginare la minacciosa e perversa avanzata dell'anomia del potere economico e finanziario che sta inesorabilmente conducendo verso la distruzione del pianeta.

Commenti all'articolo

  • Di Marina Serafini (---.---.---.136) 26 novembre 2017 10:26
    Marina Serafini

    L’avanzata del potere economico non é anomica, mi permetta: ha le sue regole e i suoi principi, e fa il suo secondo specifico programma, che ci piaccia o no. Mi permetto di sottolineare che i responsabili della distruzione del pianeta - cosi come lo conosciamo - si identificano anche in Noi Tutti che lo abitiamo. Purtroppo, mi tocca ribadire. È solo una questione di prospettive: il bicchiere mezzo vuoto é sempre mezzo pieno per qualcuno. Non sto giustificando quanto colpevolmente si srotola nel quotidiano, tutt’altro, non mi fraintenda... Cerco solo di ampliare la visione oltre la rabbia. Il mondo, il pianeta, il modo di viverlo: tutto cambia e fatichiamo ad accettarlo, e alcuni di noi si sforzano di frenare e alterare un moto in corsa. Forse dovremo accettare che il cambiamento non puó essere fermato, non con le premesse da cui partiamo, purtroppo. Lo ripeto, questo "purtroppo", che mi sembra una estensione indissolubile dal concetto di umanità. Quella fisica e terrestre, non quella ideale e poetica. Purtroppo. Ma cosa intende per contenimento cateconico?

    • Di Piero Tucceri (---.---.---.124) 26 novembre 2017 11:42

      Gentile sig.ra Serafini. Vorrei confermarLe, a scanso di equivoci, che l’avanzata del potere economico e finanziario avvenga proprio con modalità anomiche. Sa perché? Perché pretende di poter procedere, come del resto lo fa’ l’intera nomotesi della stessa, stridendo in maniera vistosa con la vera nomia, che è poi quella dell’intero Universo, la quale, non lo dimentichi, richiama le vere Leggi (non quelle del tutto aleatorie giuridico-economiche) dell’Universo, rispecchianti una chiara connotazione matematico-fisica. Il risultato di questo conflitto è sotto gli occhi di tutti. Basta soltanto guardarsi intorno per rendersene conto. Che alla base di tutto questo ci sia la paranoia di quella autentica aberrazione cosmica chiamata "uomo", mi sembra a dir poco pleonastico. Atteso che "Noi Tutti", come Lei osserva, ci illudiamo di esser quello che in realtà non siamo e perciò deleghiamo altri, in particolare quei lanzichenecchi dei politicanti e degli economisti, a depredarci di tutto. Questo lo può derivare agevolmente dai miei scritti. Infine, sul contenimento catecontico, e non cateconico, mi limito a precisarLe, per non dilungarmi troppo, che si tratti di un concetto filosofico, sintetizzabile nel "Potere che frena".

      La ringrazio per il commento e Le auguro una buona domenica.
  • Di Marina Serafini (---.---.---.173) 27 novembre 2017 00:00
    Marina Serafini

    Sono io che la ringrazio per il post. Una buona serata.

  • Di Piero Tucceri (---.---.---.167) 11 aprile 2018 16:49

    Già: l’uso del congiuntivo! E’ proprio vero: a salire in cattedra sono sempre i somari! Mi meraviglio solo del fatto che la Redazione, pur essendo stata ragguagliata in proposito, non abbia ancora ridotto al silenzio un arrogante provocatore come quello in questione.

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