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 Home page > Tribuna Libera > Pulcinella balla a Cantù | Una risposta da Napoli

Pulcinella balla a Cantù | Una risposta da Napoli

Domenica sera. Divano. Copertina. Iene. Servizio di Giulio Golia sull’uscita infelice del sindaco di Cantù su Napoli. Il sindaco si cosparge il capo di cenere, anche se non mi sembra pentito, ma si prostra umilmente per dovere. Ancora divano, copertina e un po’ di dubbi. Passa qualche minuto, il servizio va avanti, Giulio (mi permetterà il tono amichevole) incontra persone sinceramente indignate che prendono le distanze dal loro primo cittadino. Ancora divano, copertina e un po' di gioia nel cuore. Passa qualche istante e si palesa alle telecamera un signore che cerca con tono folcloristico e divertito di raccontare la differenza sostanziale tra noi e loro, noi persone del Sud e loro del nord. Divano, niente copertina, mi sbellico dalle risate. Da qui la mia personale esigenza di rispondere al caro signore di Cantù.

Caro signore di Cantù, io non so chi è lei, e per questo motivo in quanto di seguito lei leggerà, non troverà offese o invettive, perché non fa parte della nostra indole offendere persone che non conosciamo e situazioni che non viviamo, ma mi limiterò ad aprirle gli occhi sul suo stato di cittadino padano.

L’orologio che hanno rubato i napoletani a suo fratello a Milano è solo l’ultimo dei furti che pare la sua famiglia abbia subito, perché sembra vi abbiano derubato anche di occhi ed orecchi per ascoltare e leggere le notizie che riguardano proprio la sua amata terra. La terra dei fuochi più grande è situata proprio dalle sue parti, per la precisione a Brescia. Volendole ricordare qualche nozione di geografia, Cantù è provincia di Como, ovvero lei risiede nella stessa regione della discarica di rifiuti tossici più pericolosa al mondo, buffo per una persona che pensava di averla a centinaia di chilometri, non trova?

Passando poi dalla geografia alla storia, vorrei ricordarle che la Campania nel 1860 era tra le regioni più industrializzate al mondo prima che un manico di furfanti piemontesi e non venisse a depredarla di tutto il depredabile, che al confronto, caro Signore di Cantù, l’orologio di famiglia sembra davvero un’inezia, pare siate in debito ancora di parecchie collezioni di Rolex. Forse, caro Signore di Cantù, lei è più forte nella storia “contemporanea”, ma sembra comunque sfuggirle che poco tempo addietro la lega Nord, che è un partito che per anni ha vantato l’irreprensibilità e la virilità dei popoli padani, ha visto il suo leader coinvolto in vari scandali di “ladronerie” e pesca illecita di lauree false da parte di trote, che poi questa storia che i pesci si laureassero è stata una notizia sconvolgente anche per me, che come cittadina del sud dovrei essere abituata a tutto.

Infine, caro signore di Cantù, ho cercato a lungo di ricordare dove avevo sentito il nome della sua città, e poi dopo una notte insonne a spremermi le meningi, finalmente mi è venuto in mente: “Marco Ranzani” di Cantù, il bauscia milanese interpretato da Albertino a Zelig per anni. Non se lo ricorda? Ma come no, quello che ostentava i sui milioni e divideva il mondo tra chi possedesse una Porsche Cayenne e chi no. Me lo ricorda molto, sa? Mi faceva tanto ridere, ma assolutamente non quanto lei, con la sua ingenua consapevolezza, ignara (o ignorante) di quello che la circonda ed il suo balletto bislacco a voler imitare il nostro modo scanzonato di vivere la vita. Volevo infine darle una nozione, "borbonica", come dice lei, la traduzione di “bauscia” a Napoli è “perucchie sagliut”, e si fidi che non è un complimento.

E siccome oggi sono in vena di citazioni, vorrei tenerle a mente che solo chi è senza peccato ha il diritto di scagliare la prima pietra, e quindi prima di lapidarci, si faccia, caro signore di Cantù, un lungo esame di coscienza, e riprenda il vecchio sussidiario scolastico, perché pare che lei non lo abbia mai sfogliato.

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