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Processo di Parma: il giudice dispone la perizia fonica delle registrazioni.

Ieri si è tenuta a Parma l’oramai terza udienza del processo in cui Rachid è imputato.

Doveva essere un processo facile, con un esito scontato, ma siamo riusciti a complicarlo in modo magistrale.

In aula erano presenti diversi giornalisti, autorizzati dal giudice a fare riprese e fotografie e mai concessione fu così propizia.

L’8 Marzo, rientrando a Torino, dopo l’udienza a Firenze, si è verificato l’ennesimo problema tra Rachid ed alcuni agenti, dal quale ha riportato lividi ed escoriazioni in diverse parti del corpo.

Contro ogni previsione, lo hanno comunque condotto davanti al giudice, dandogli la possibilità raccontare le circostanze che gli hanno procurato quei segni.

Intendo dedicare a queste dichiarazioni un articolo a parte, riportando l’audio originale, per ora mi limito a dire che Rachid ha mostrato i segni all’avvocatessa e alla PM e tutto è stato scritto e inviato alla Procura di competenza (che come al solito si troverà la sua versione e quella degli agenti). E questa volta ci sono stati video e foto.

Entrando nel vivo dell’udienza, l’avvocatessa Alessandra Pisa, con una determinazione ammirevole, ha chiesto al giudice che le tracce audio, consegnate alla Procura un anno e mezzo fa, vengano confrontate con le voci di chi lo accusa.

Se da un lato ci sono sette agenti che dicono (con testimonianze approssimative e lacunose) di essere stati insultati da Rachid e dall’altra c’è l’accusato che denuncia di aver ricevuto abusi da quelle stesse persone e di averle registrate, perché non abbinare finalmente le voci ai volti, per capire se l’imputato mente?

Una richiesta così legittima, che il giudice non ha potuto che accoglierla e rinviare la prossima udienza al 16 Settembre di questo stesso anno.

Nella stessa occasione verrà sentito anche Rachid (che fino ad ora non è riuscito a rendere una testimonianza completa) e l’ultimo agente che latita da due anni e mezzo, avendo disertato tre udienze su tre!

Riporto le ultime parole dette dal giudice: “Le cose stanno prendendo forma”.

Sarà che ormai lo vedo da tre anni; saranno queste parole, che aprono la porta ad un’autentica sete di verità; sarà la sua aria paterna, ma comincio ad affezionarmi a questo giudice!

Questo articolo è stato pubblicato qui

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