Primo numero de "Il Fatto Quotidiano": lodo AlFatto
Edicola numero 1:
Ha il Fatto?
“Se ce l’ho? Me n’han mandato uno, sti stronzi..”
Sa per caso dove posso trovarlo?
“Trovarlo? Ma se trovo quel figlio di puttana dell’editore lo appendo per le palle: uno, ne ha mandato! Che vergogna!”
Edicola numero 2:
“No, ne avevo venti e li ho finiti tutti per le 9..Beh sai, il primo numero. E se lo meritano, son delle belle penne!”
Arrivederci.
Edicola numero 5:
“Eccolo.”
La pila è esigua, ma promettono d’imbottirla. E già da domani. Il primo numero del “Fatto Quotidiano“, tiratura attorno alle 100mila copie, sembrava già irreperibile. E pare costringerà la “sporca dozzina” (aka La Redazione) a raddoppiare la cifra. Davvero, ai limiti del commuovente (e posso solo immaginare cosa si senta in Via Orazio, oggi). Attese mantenute, come un sogno evocatore (lo speravo? Sospettavo? Sapevo e celato nei reflussi della mente?) il titolo ricorda l’indagine attorno al crostifero Letta. Bastano un paio d’articoli, la differenza la si nota. E’ un’altra storia, o forse semplicemente la storia.
Certo, m’accodo anch’io ala fila di chi va lamentandosi (per modo di dire, intendiamoci) a causa di lettering, layout e impaginazioni varie. Ma davvero conta? La resa è quella del tabloid inglese che le notizie le urla – e ne ha ben donde. Essendo, per la verità, note e sottaciute. Sul colore, avrei evitato la scala cromatica delle pagine interne. Ma perchè, sappiatelo, sono tirchio.
Ma davvero conta? Affatto. La sensazione è quella di un regalo, il sollievo quello di un finalmente. Ogni parole pesa un quarto dell’interesse che porta, a sciorinarla quel parterre che tireresti su se al fantacalcio si potesse assimilare l’editoria. Basta lodi. E se al mio giudizio vorrete affiancare il vostro, non avete che da scaricare qui.
Sia preso come augurio. Ovvio, per loro. E per noi: che possa essere il quotidiano dal quale apprendere le cronache della fine del plutocrate.
U’
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