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Prima e seconda Repubblica

Il peccato maggiore, rimproverato dai suoi critici, alla Democrazia Cristiana fu quello di aver governato con la filosofia dell’opposizione. Chiariamo.

La Democrazia degasperiana ricostruì il paese, quella post-degasperiana dall’inizio degli anni ’60 in poi, con “l’apertura a sinistra”, inaugurò una stagione politica assistenzial-sindacale che non conosce declino.

Per il consenso e per conservare il potere, la classe politica creò quel concetto di assistenzialismo, che assicurava gratis tutto a tutti: dalla sanità, all’istruzione, ai servizi, all’impiego pubblico.

S’inventò l’<<ope legis>> per le assunzioni pubbliche, privilegiando il criterio dell’anzianità a quello del merito e della selezione, il <<manuale Cencelli>> per le spartizioni dei posti di potere e di sottogoverno, creando così, nel tempo, privilegi duraturi per famuli e nipoti e costosi per i contribuenti ed il paese.

Il piacere euforico di poter dilapidare i soldi altrui sconfinò nella progressiva invasione dell’economia produttiva, con grave distruzione delle risorse e creazione del debito e della corruzione che distrusse la prima repubblica.

La seconda repubblica, nata con il proposito di assicurare al paese una rivoluzione liberale, una svolta epocale, ha peggiorato in un quindicennio la situazione, aumentando a dismisura il debito pubblico. Ha escogitato ogni tipo di tassazione, ha dilatato la spesa improduttiva e parassitaria, favorito l’economia sommersa, tollerato la corruzione, l’evasione fiscale e la malavita, conservato tutti gli odiosi privilegi delle oligarchie che sfruttano ed impoveriscono il paese. Ci ha portato in sintesi sull’orlo della bancarotta.

Della svolta tante volte annunciata, delle riforme per la modernizzazione del paese neppure l’ombra.

Il mentore di questa nuova fase politica della Repubblica italiana, il cavalier Berlusconi, al di là delle sue personali vicende e delle squallide compagnie frequentate, ha conseguito un totale fallimento politico, screditando il paese agli occhi del mondo e generando sfiducia nella capacità di riprenderci agli occhi degli osservatori economici e dei mercati.

Prima o seconda repubblica la politica italiana è un deserto di miserie e di fallimenti.

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