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Presidenzialismo e privatizzazione dell’acqua – Ulteriori prove di democrazia

Il vostro cronista ha già di recente segnalato sulle pagine di AgoraVox Italia due prove di democrazia intesa come «governo per mezzo del dibattito» secondo l’impostazione di John Stuart Mill, e precisamente il ripensamento dell’esecutivo sulla realizzazione di nuove centrali nucleari ed il ritiro della candidatura Lassini alle elezioni comunali di Milano.

Sul primo fatto si sono registrate le proteste dei promotori del relativo referendum, ma di ciò nulla importa al cittadino, cui preme solamente che la si smetta di giocare con l’atomo sul pianeta Terra; sul secondo fatto si è innescata una polemica nel mondo della politica, dovuta alla materiale impossibilità del signor Lassini di ritirarsi dalla competizione elettorale.

Riguardo quest’ultimo punto è di tutta evidenza che una norma che non consente al cittadino-candidato di ritirarsi in qualsivoglia momento dalla competizione elettorale è una norma fortemente illiberale; ed in Paese normale, invece di litigarsi per la spartizione del potere, forze politiche responsabili si impegnerebbero immediatamente per correggere una norma sbagliata. Resta pertanto confermato un certo scadimento dell’attuale classe politica, anche dinanzi a due iniziative decisamente positive.

Ciò premesso il vostro cronista registra ulteriori due prove di democrazia.

La prima è la proposta di riformare radicalmente l’esecutivo introducendo nelle norme elettorali il Presidenzialismo, ossia l’elezione diretta del capo del governo. Non è stato detto ma va da sé che, contemporaneamente, andrebbe abbandonato il sistema elettorale delle Camere legislative con liste bloccate, restituendo così loro piena autonomia ed indipendenza, ma senza ritornare al caos partitico della prima Repubblica. Questo sistema è oggi ampiamente attuato negli Enti Locali con risultati decisamente positivi sia dal punto di vista della rappresentatività dell’elettorato sia dal punto di vista della stabilità degli esecutivi.

La seconda riguarda la privatizzazione dell’acqua, per la quale il governo, venendo incontro alle critiche dell’opposizione, ha in programma una revisione dell’attuale legislazione con la creazione di una Autorità che disciplini questo processo di privatizzazione.

Al solito la cosa ha scatenato i soggetti promotori del referendum su questo argomento, ma, come per il nucleare, al cittadino importa solo la buona amministrazione della Cosa Pubblica e, delle ambizioni del politico di turno, come si dice a Roma, nun gliene pò frega' de meno. Permane, invece, l’inefficienza generale della classe politica; perché il problema delle regole sulle privatizzazioni non riguarda solamente l’acqua, bensì tutti i casi in cui si vengono a costituire monopoli economici di privati. Vogliamo fare un esempio calzante con recenti fatti cronaca? Da mesi Massimo Ciancimino e la vicenda della cosiddetta trattativa sono al centro dell’attenzione dei media. Ebbene, una delle più lucrose attività politico/mafiose che don Vito padre di Massimo mise in cantiere fu quella della distribuzione del gas a Palermo. Lo fece invero in maniera celata, ma cercare di occultare certe cose, è come voler nascondere il sole con una rete. Quando la politica si preoccuperà del problema delle giuste regole per i tanti monopoli di privati, nonché dei conflitti di interesse dei tanti soggetti appartenenti alla politica in essi impegnati ? (Quest’ultima cosa, però, resti fra di noi : il vostro cronista non vuol correre il rischio di fare la stessa fine di don Pino Puglisi o del professore Adolfo Parmaliana, vittime della mancanza di democrazia).

Comunque sia di ciò, le prove di democrazia del dibattito si moltiplicano; e questo fa ben sperare per il Paese. Fa inoltre aumentare sempre più il consenso per il Presidente della Repubblica, artefice e sostenitore di questo processo. Per Giorgio Napolitano, ormai, siamo a percentuali di consenso popolare semplicemente “bulgare”!

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