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Presidenziali Usa: le bugie di Romney e Ryan

Mitt Romney e Paul Ryan, la coppia candidata alla presidenza degli Stati Uniti dalla convention repubblicana di Tampa, non se la stanno passando troppo bene: i media americani fanno notare che non sono molto scaltri nel raccontare frottole.

Mitt Romney, dopo che si è vantato per mesi di “avere salvato Bain & company” – società madre del fondo di private equity Bain Capital, creato e gestito per due anni da lui stesso – con “un colpo miracoloso che ha fatto risparmiare 30 milioni di dollari ai correntisti delle banche del Paese”, viene smentito da Tim Dikinson del Rolling Stone, il quale ha documenti che attestano come “Il tentativo di risanamento di Bain & Company è stato in realtà un disastro che ha lasciato l’azienda talmente in crisi da non avere più alcun valore”. A salvare la società di consulenza, secondo i documenti di Dikinson, fu la Federal Deposit Insurance Corporation, il sistema assicurativo pubblico per le banche, intervenendo con almeno 10 milioni di dollari.

Paul Ryan, a meno di 24 ore dal suo discorso di accettazione della vice presidenza, si è visto sbugiardare clamorosamente dai media americani, i quali smentiscono, con i fatti, alcune incongruenze del suo discorso: il taglio al Medicare di Obama è meno aggressivo del suo piano sanitario, bocciato due volte dal Congresso americano; l’indebitamento non è colpa di Obama, ma degli sgravi fiscali e le guerre in Iraq e Afghanistan voluti da G. W. Bush; la chiusura dello stabilimento GM in Wisconsin, è avvenuta durante la presidenza Bush e non durante l’amministrazione Obama, come ha dichiarato; il downgrade di S&P è colpa dell’ostruzionismo dei repubblicani al Congresso e non della politica economica presidenziale, come la stessa società di rating ha dettagliatamente specificato; e infine ha dato la colpa a Obama se molti giovani non si iscrivono alle università, quando il taglio consistente ai prestiti per gli studenti, è nel suo piano del budget alla commissione bilancio della Camera.

Parliamo di fatti dunque.

Mitt Romney ha raccontato frottole ed è giusto che le frottole vengano a galla. Almeno fino a quando non vengono smentite con i fatti, possibilmente prima di accettare la candidatura per sfidare Obama.

Ok, su Paul Ryan questi sono i fatti raccontati dai giornali americani. Ora veniamo a ciò che ha detto veramente il candidato, vice presidente ieri sera: non ha detto che la GM di Janesville, sua città natale tra l’altro, ha chiuso durante il mandato di Obama; non ha detto di aver votato contro le indicazioni della Commissione sulla riduzione del debito (però sì, ha votato contro, ma solo perché voleva tagliare di più), ma ha accusato, invece, Obama di averlo fatto; non ha detto che i 700 mld del Medicare sono tagli in sprechi e di rimborsi alle assicurazioni e li ha inglobati nel suo piano, ha detto che li vuole tagliare Obama, ma li vuole tagliare anche lui, c’è scritto nel suo piano, ma ieri sera non lo ha detto; il downgrade di S&P è avvenuto sotto il mandato di Obama, ha solo detto questo. Ha detto – e non ha detto – tutte queste cose: basta rileggersi il discorso o rivedere il filmato.

In fondo, però, non sono bugie bensì le solite ipocrisie da politicanti, identiche tra loro sia dell’una che dell’altra parte. Bugie, in fondo, non ce ne sono. O si?

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