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“Preparandosi alla guerra nell’era dei Robot”

“Preparandosi alla guerra nell’era dei Robot”

Di Luca Cellini

Il Dipartimento della Difesa americano, con una missiva indirizzata a tutti i vertici dell’esercito e del pentagono  ha annunciato “l’alba di un’irrompente era di guerra automatizzata entro i prossimi 15 anni.”

La missiva è firmata dal segretario della difesa USA Chuck Hagel. Secondo il Dipartimento della Difesa statunitense già a partire dal 2030 le guerre potranno essere combattute interamente utilizzando sistemi robotizzati muniti con armamenti e tecnologia avanzata.

Il segretario della difesa americano, nelle scorse settimane aveva annunciato la “Defense Innovation Initiative” (Iniziativa per l’innovazione della difesa) che prevede un vasto piano per identificare raccogliere e sviluppare scoperte tecnologiche all’avanguardia “innovazioni da impiegare nei prossimi cinque anni in campo militare, così da permettere di mantenere la superiorità tecnologica-militare degli Stati Uniti”.

Le aree che verranno coperte dal programma includono robotica, sistemi autonomi, miniaturizzazione, biologia, genetica, nanotecnologia, Intelligenza Artificiale, Big Data e produzione avanzata, incluso la stampa in 3D di prototipi.

Entrando nei dettagli del rapporto, senza neanche tanta immaginazione a tratti si possono rivedere le atmosfere e i cupi scenari di film come Terminator, Blade Runner oppure Matrix.

Nel progetto della difesa americana si parla in particolare di creare “moduli da guerra” che prevedano l’utilizzo della Robotica, della Genetica e delle Nanotecnologie. Questo è ciò che è riportato all’interno di uno studio commissionato dal Pentagono, alla National Defense University (NDU) a Washington DC.

Ci si domanda quanto a fondo l’iniziativa del segretario della difesa Hagel possa spingersi “dentro la tana del bianconiglio” e se tale iniziativa sia mossa da disperazione, delirio di onnipotenza, arroganza oppure tutte e tre le componenti.

Il documento di 122 pagine  descrive aspetti che hanno implicazioni di vasta portata ed in particolare è da notare l’intenzione del Pentagono di voler monopolizzare “gli imminenti sviluppi trasformativi nelle biotecnologie, nella robotica, nell’intelligenza artificiale, nelle IT, nelle nanotecnologie e nell’energia”.

Leggendo il rapporto, quello che si comprende è che in in pratica si sta parlando in un futuro prossimo, di brevettare unità da combattimento cibernetiche parte macchina parte biologiche dotate di intelligenza artificiale.

L’iniziativa di Hagel verrà supervisionata dal vicesegretario alla difesa Robert O. Work, autore a sua volta di un rapporto pubblicato lo scorso gennaio dal Center for a New American Security (CNAS) (Centro per una nuova sicurezza americana), rapporto dal titolo alquanto inquietante “20YY: Preparandosi per la guerra nell’era robotica”.

Gli autori del rapporto Dr. James Kadtke e Dr. Linton Wells della National Defense University (NDU) sono consulenti esperti del Pentagono affiliati al centro tecnologico della NDU. Kadtke in precedenza era un alto funzionario del National Nanotechnology Coordinating Office (Ufficio nazionale per il coordinamento della nanotecnologia) della Casa Bianca, Wells invece ha servito come responsabile del DoD Information Officer sotto Paul Wolfowitz fino a giugno di quest’anno presidente della Force Transformation della NDU.

Nello studio di Wells e Kadtke si mette accento alla necessità di migliorare la capacità dell’intelligence degli Stati Uniti finalizzata ad analizzare automaticamente dati e informazioni senza la necessità del coinvolgimento umano. Suggerendo che “dati personali sensibili” possono essere facilmente estratti da fonti online e social media, in altre parole utilizzare le informazioni private sui cittadini americani ottenute tramite ‘data-mining’ di Facebook, Twitter, LinkedIn, Flickr e così via.

Il rapporto sostiene anche che il Dipartimento della Difesa americano per “implementare e sviluppare nuove unità dotate di Intelligenza artificiale” si potrà sfruttare agevolmente “la raccolta di dati su larga scala attraverso il monitoraggio d’individui e popolazioni.” Lo studio spiega come tramite il “Cloud Robotics”, (termine coniato dal nuovo capo della robotica di Google, James Kuffner) sarà possibile incrementare notevolmente le capacità delle nuove unità robotiche militari.

Per spiegarlo in termini comprensibili: Cloud Robotics sta a significare singoli robot collegati in rete che accedono a dati personali degli individui e condividono risorse online con altre macchine, aumentando così le loro capacità grazie alla rete.

Secondo la visione di Wells e Kadtke si auspica che entro il 2030, quasi ogni aspetto della società globale sia diventato “strumentato, interconnesso, e potenzialmente predisposto per il controllo via Internet, in una gerarchia di sistemi cyber-fisici controllati dai militari.

Tuttavia l’applicazione militare più inquietante citata in questo rapporto sono i  Kill Bots intelligenti , Kadtke e Wells sono entusiasti di spiegare che grazie al Cloud robotics mano a mano i sistemi robotici senza pilota diventeranno sempre più autonomi e intelligenti. Sviluppo che sommato alla riduzione dei costi della produzione tecnologica di cyber-apparati “permetterà in futuro di vedere sorgere un esercito di Killbots che possa autonomamente ingaggiare una guerra .”

 Il memorandum spiega che presto tali robot potrebbero venire incorporati nella vita civile per eseguire “sorveglianza, monitoraggio dell’infrastruttura, telepresenza di polizia, e varie applicazioni di sicurezza nazionale”. Il rapporto, si addentra anche nel descrivere come tramite lo sviluppo di varie tecnologie nel 2030 si arriverà ad avere una supremazia assoluta degli Stati Uniti nel settore militare e della difesa.

Già adesso, seppur trascurato dai principali mass media, all’interno delle varie guerre mediorientali si stanno impiegando droni killer controllati a distanza che come testimoniato da Brandon Bryant ex operatore di droni killer pentito, stanno facendo nelle varie guerre migliaia di vittime sia fra i militari che fra i civili.

Ma l’aspetto più sconvolgente è pensare che un giorno non molto lontano la vita o la morte delle persone potrebbe venire affidata con totale noncuranza ad un’unità robot la quale senza coscienza ne rimorso alcuno basandosi solo su freddi parametri potrà decidere chi debba essere terminato.   

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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