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Politici in tv con soldi pubblici e in spazi pubblicitari non segnalati

In Emilia Romagna i consiglieri regionali pagano le emittenti locali per comparire nelle trasmissioni politiche in tv e in radio.

Soldi pubblici spesi per interviste fittizie, che servono a mascherare veri e propri spazi pubblicitari con tanto di tariffa stabilita. Questa volta il Pd si tiene fuori e chiama in causa l’ordine dei giornalisti, mentre tra gli interessati spunta a sorpresa il grillino Giovanni Favia che aveva basato la sua campagna elettorale contro i benefici della casta e gli sprechi di danaro pubblico.

Ai consiglieri interessati, il comportamento non sembra affatto scorretto, c’è chi confessa non mostrandosi stupito come il leghista Bernardini e Gian Guido Naldi di Sel, oppure chi esibisce addirittura la fattura, di 1500 euro per 5 presenze, come Galeazzo Bignami del Pdl che spiega: "Ci sono contratti firmati. Noi al gruppo abbiamo le fatture".

Le tariffe variano dai 200 ai 300 euro per uno spazio di circa un’ora e un quarto, ovviamente soldi presi dalle casse dei gruppi consiliari, che appaiono nel budget regionale sotto la voce “pubblicità e comunicazione.  Le emittenti interessate, per il momento “ètv” e “7gold”, colpevoli di non aver esposto il messaggio che informa gli spettatori che si tratta di uno spazio pubblicitario a pagamento, adottano diverse strategie difensive. Francesco Spada di “ètv” nega le interviste a pagamento “anche se adesso chiederò alla mia concessionaria di pubblicità”, mentre Dario Pattaccini di “7gold” ne era perfettamente a conoscenza e spiega la mancanza del messaggio affermando che era lui stesso ad avvisare il pubblico: “Certo che mi facevo pagare, noi non abbiamo finanziamenti dalla Stato, chi vuole venire da noi lo sa, sono 200 euro a trasmissione, nessuno si è mai lamentato".

Silvia Noè, consigliere regionale dell’Udc, intervistata da Repubblica spiega che questa è una prassi consolidata: "Sì, è così. È un modo per garantire a noi consiglieri regionali la presenza nei programmi televisivi, in modo che si abbia la possibilità di raccontare il nostro lavoro in Regione. Ci sono varie opzioni di contratto, a seconda del numero delle ospitate”. Nella stessa intervista racconta come la sua partecipazione a Buongiorno Mattina di “ètv” avvenga con queste modalità.

La posizione di Favia è più complessa proprio alla luce dell’invito di Beppe Grillo, agli esponenti del suo partito, a non andare in tv, pena la perdita di credibilità, ma Favia si giustifica: "L'informazione non è libera, continuerò a pagare per andare in tv - continua - Nessuna rivelazione, tutto è pubblico sul nostro sito, siamo gli unici. I media omettono molte delle nostre denunce e visto che è previsto l'acquisto di spazi per la comunicazione istituzionale, abbiamo deciso di fare noi: un'ora al mese di informazione senza censura".

Il grillino, in un'intervista a Repubblica, punta il dito anche contro i suoi accusatori, in particolare il presidente del consiglio regionale Matteo Ricchetti del Pd, che aveva definito immorale questo atteggiamento: "Immorale è che non si sappia niente di come il Pd abbia speso l'anno scorso i suoi 67mila euro per la comunicazione, mentre i nostri duecento euro al mese per le tv sono pubblici e trasparenti. Poi capisco che al Pd dia fastidio che ci sia uno spazio in una tv locale non controllato da loro".

Per l’Associazione Stampa Emilia-Romagna la questione non è affatto banale e la “prassi” utilizzata come giustificazione non sembra convincere. La presidente Serena Bersani risponde in una nota: "L'Aser esprime indignazione per i comportamenti irrispettosi dei vincoli deontologici e contrattuali tenuti da giornalisti radiotelevisivi del nostro territorio che, secondo quanto riportato da organi di stampa, si sarebbero prestati a fare interviste a pagamento e a ospitare, in contenitori giornalistici come la rassegna stampa, esponenti politici dietro corresponsione di denaro”.

Serena Bersani dichiara anche di non essere stupita dall’accaduto, poiché diverse voci giravano da tempo, anche se questa “prima volta che esponenti politici di quasi tutti gli schieramenti ammettono di avere utilizzato soldi pubblici per interviste o comparsate in contenitori televisivi di chiaro stampo giornalistico”.

Alla luce di quanto dichiarato l’Acer non può tacere, così non sorprende il provvedimento annunciato dalla stessa nota: "Il sindacato regionale dei giornalisti invita quindi l'Ordine ad aprire un'inchiesta su di un sistema che, se confermato, non può essere definito solo un malcostume in quanto mina le basi della nostra professione, la deontologia, la credibilità del nostro lavoro nei confronti del pubblico".

Un altro caso della nostra italietta dove le cattive abitudini, quando divengono prassi, giustificano comportamenti ai limiti dell’illecito. 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.252) 14 agosto 2012 13:59

    Bravo favia continua cosi! tutto gia noto e rendicontato, ci spieghino piuttosto la lottizzazione del servizio pubblico che hanno accettato senza problemi invece che come un regime dittatoriale 

  • Di (---.---.---.131) 14 agosto 2012 14:37

    Se si va su bilanci m5s ci sono le spese dal lontano 2010 e se davvero è previsto uno spazio istituzionale allora è giusto che le forze politiche usino una piccola parte del budget per farsi pubblicità.
    Il M5S avrà speso alcune migliaia di euro, gli altri non si sa.......
    P.s Beppe grillo ha sempre detto di andare nelle tv locali ma di boicottare quelle nazionali.

  • Di (---.---.---.213) 15 agosto 2012 07:31

    Stupisce che ci si stupisca!

    Il comportamento risale ormai - indisturbato - a decenni fa e continua dappertutto. Ricordo che tanti anni fa (1990) pervenne al Presidente di una Regione del Nord da una grossa televisione libera una lettera in cui si preannunciava che, in occasione della Campagna elettorale di quell’anno, sarebbero stati approntati dei servizi in cui si sarebbero evidenziate le mancate realizzazioni della legislatura 85/90. A meno che la Regione non avesse collaborato per programmi condivisi a pagamento..... Cosa che ovviamente venne fatta pescando risorse da ogni singolo settore. In qualche angolo di casa debbo avere ancora la cassetta.

    Volpe Solitaria

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