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Politica: schegge di inizio autunno

Fiorito sulle orme di Craxi.

Ora che è in carcere, Franco Fiorito dice: "Ma facevano così anche gli altri". Singolare concetto della giustizia, come se commettere un reato fosse meno grave se non lo commetti solo tu. E' la classica chiamata di correo, adottata anche da Craxi nell'ormai lontano '94. Solo che Bettino tagliò la corda rifugiandosi ad Hammamet. Esule politico secondo i suoi fedeli. Fiorito non ce l'ha fatta e gli hanno sequestrato tutto, auto, case e soldi (un miliardo e 357.000 euro). "Quei soldi depositati nei conti era denaro che mi spettava ed era destinato all'attività politica", così ha detto il personaggio. Ma perché imboscare i soldi all'estero e in vari paradisi fiscali?
D'altra parte cos'è quello che ha fatto Fiorito di fronte alle decine di miliardi arraffati ad esempio da Lusi all'insaputa di Rutelli, o dal padrone della Tributi Italia? Ammettiamolo, di fronte a questi esempi possiamo tutto sommato considerare Fiorito come un principiante.

Renzi, l'altruista che ammicca alla destra
Renzi continua nelle esternazioni che fanno l'occhiolino alla destra e nelle banalità nazional popolari che vanno bene a tutti. Una delle ultime è questa: "Io non credo nella superiorità culturale della sinistra sulla destra. Questo atteggiamento spocchioso ha già creato danni pazzeschi al centrosinistra. Credo però profondamente - ha aggiunto - nella superiorità culturale dell'altruismo sull'egoismo". E perché non della generosità sull'avarizia o del darsi da fare sulla pigrizia o della sincerità sulla menzogna e così via? Lo spessore politico di Renzi è questo, e ci deve bastare. Ma quello che fa impressione è che buona parte del Pd gli va dietro.



Alfano, quello che c'azzecca sempre
Alfano, il non segretario del PdL (tanto per usare una terminologia grillesca), continua a collezionare successi. Aveva ingiunto alla Minetti di dimettersi e quella è rimasta al suo posto. Aveva chiesto alla Polverini di rimanere al suo posto e quella si è dimessa. Aveva definito il PdL il partito degli onesti e Fiorito ha detto che in carcere troverà gente migliore che nel PdL. Alfano spera nel ritorno di Berlusconi e questa è un'ottima notizia.

Da un milione di posti di lavoro a un milione di licenziamenti
Nel week end di fine settembre, la Lega ha fatto una riunione nazionale di partito, pomposamente chiamata "Stati Generali", con un riferimento storico assolutamente sgangherato alla Francia di fine settecento. Ma non importa. Siamo abituati all'uso distorto di avvenimenti del passato ad uso e consumo della padanità odierna. Primo fra tutti, il giuramento di Pontida e la successiva battaglia di Legnano che oppose i comuni italiani appoggiati dal papa all'imperatore Federico Barbarossa, fatti rivivere per i furbi e gli sprovveduti come opposizione fra leghismo e Roma ladrona.

Nella giornata di sabato, l'evento clou: un'assemblea di industrialotti amici di fronte alla quale Maroni (nella foto) ha esposto il programma della nuova-vecchia Lega post mortem (di Bossi, politicamente parlando). Uno il punto più repellente del programma: la proposta di fare un milione di licenziamenti nella pubblica amministrazione delle regioni cosiddette non "virtuose", quelle che "non hanno i conti in ordine". A suo tempo il grande amico della Lega, Berlusconi, aveva promesso un milione di posti di lavoro. Oggi questi qua ne vogliono eliminare un milione. E così, se una regione va in malora a causa del magna magna dei suoi amministratori, chi paga sono i dipendenti della regione stessa.

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