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Pittelli (Pdl) manda avvocato in ospedale

Un deputato del Popolo della Libertà aggredisce un legale in tribunale e lo costringe al ricovero. E alla denuncia.

Mazzate in tribunale.
Succede che la libera professione dell’amore pubblico spesso non serva a niente. E che il verbo colloso e spaccalacrime del capo (facciano da esempio le parole al miele riservate alla Knesset) non serva a connotare l’intera ciurma intruppata in parlamento (che da quelle parti – e non solo – subisce ben pochi filtri). E accade che Giancarlo Pittelli, avvocato penalista catanzarese già coordinatore di Forza Italia in Calabria, già membro della commissione Giustizia della Camera e attualmente deputato Pdl, serva una serie di colpi in testa al collega giurista Nunzio Raimondi. In pieno tribunale.

Un giorno in pretura, cinque in ospedale. 

Succede, per farla facile, che l’avvocato Raimondi, in aula, prima delle dieci, stesse aspettando l’inizio dell’udienza. Liberatosi dall’ingombro della borsa d’ordinanza, Pittelli si diresse verso l’avvocato pronto a suonargliele di santa ragione.
 
Riuscendoci. Da quanto appreso, il perché di tanta acredine dovrebbe risalire ad alcuni affari personali fra i due, ma per certo l’aggredito pare abbia promesso una denuncia al parlamentare del Popolo delle Libertà, reputandola situazione adatta a spiegare la sua sui perché e i però della violenta dimostrazione tribunalizia. Il referto – ad opera dell’ospedale Pugliese di Catanzaro – parla di cinque giorni di prognosi.

Love party strikes again. 
Cosa che poco farebbe pendant con la verve stilosa e signorile che i più pare attribuiscano all’avvocato berlusconiano. “Deve aver perso le staffe”, dicono. E nulla potrebbe impedirci dal crederlo, se solo pensassimo ai grattacapi che l’inchiesta “Poisedone” (sì, quella che fu di De Magistris) deve aver dato all’inerme legale forzista. L’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio non dovrebbe essere affatto cosa da poco, se ci si aggiunge la violazione della Legge Anselmi (quella sulle logge massoniche) e le promesse dimissioni dagli incarichi pubblici, pervenute alle agenzie ma mai effettivamente presentate, così da poter battagliare a dovere contro l’infame persecuzione giudiziaria condotta contro di lui. Come al Partito dell’Amore insegnano.

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