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Piramidi, italiani e la Capitale: un’altra faccia del Messico

Situato nell'America settentrionale, ma molto più vicino al Sud America per tradizioni e cultura, il Messico, noto ai più per la penisola dello Yucatan e le spiagge di Acapulco, vanta un numero importante di siti archeologici Maya e Aztechi, sparpagliati nel centro del Paese. Il più grande è situato a Cholula, vicino a Puebla, città famosa per il “5 de Mayo”, giornata commemorativa della sconfitta dei francesi a opera del comandanteSaragoza, da qui il nome ufficiale della città: Heroica Puebla de Saragoza. Inoltre, nel sobborgo La Libertad, si trova il vulcano inattivo più piccolo al mondo.

Purtroppo, la piramide delude: ne è rimasta una sola scalinata intatta, le rovine sono maltenute, le didascalie poco chiare. Potrete sempre salvare la giornata visitando Chipilo, caso curioso nell'emigrazione messicana poiché vi è ancora oggi una numerosa comunità che parla il veneto in famiglia. In passato, gli Italiani di Chipilo si sono caratterizzati da un forte attaccamento per il Regno d'Italia tale da chiamare "Monte Grappa" la collina sovrastante la cittadina, dove avvenne un cruento combattimento contro dei rivoluzionari xenofobi.

Le piramidi più affascinanti sono quelle di Youhualinchan vicine al piccolo villaggio di Cuetzalan, tre ore di autobus da Puebla o quelle di Cacaxtla, nella città di Tlaxcala; le più famose Teotihuacan, sono a Città del Messico.

La capitale, una esplosione creativa della migliore arte contemporanea e musica alternativa, offre sprazzi di storia curiosa come la casa di Trozsky, il quale ha passato gli ultimi anni della sua vita, prima di essere assassinato, nella dimora del celebre pittore e collezionista Diego Rivera e di sua moglie Frida Kahlo, ben più nota fuori dai confini, e in quel che fu il sobborgo di Coyoacan, ora centro chic della città.

Un altro luogo di notevole interesse nella Città è il Museo di Dolores Dolmes, uno dei tanti edifici dedicati alle opere dei menzionati coniugi Rivera, dove si trova un sublime giardino, il quale accoglie un discreto numero di pavoni e gli ultimi cani pre-ispanici viventi. A pochi passi dal museo, vi è il quartiere di Xochimilco, la Venezia messicana. Non ha nulla in comune con quella nostrana, ma è piacevole salire su una delle tante barche e immergersi nella cultura messicana su acqua: molto cibo che spunta dalle zattere dei venditori e buona musica mariachi.

Se volete farvi una idea di cosa c'era prima dell'arrivo dei conquistadores, allora dovete recarvi al Museo Antropologico. Sei aree, divise per periodo e area geografica, in cui potete osservare vari manufatti e sculture delle diverse popolazioni indigene. Naturalmente, la vera attrazione è il Calendario del Sol, il celeberrimo calendario Maya con la data della fine del mondo, 21 dicembre 2012. Meglio andarci subito, non si sa mai. 

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