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 Home page > Tribuna Libera > Piccole storie di ordinaria follia – Il viaggio in treno

Piccole storie di ordinaria follia – Il viaggio in treno

Questa volta Gino, l’amico di sempre del vostro cronista, si è trovato coinvolto in una delle sue abituali piccole storie di ordinaria follia perché, approfittando del permanere del trattato di Schengen, ha pensato bene di fare un viaggetto verso la Val Padana. Un viaggetto in treno in due tappe: la prima dalla Sicilia a Firenze in vettura-cuccette di tipo confort, la seconda in treno ad Alta Velocità da Firenze a Ferrara in prima classe, con tanto di steward che ti offre il biscottino ed il succo di frutta (in seconda non vi era più posto).

Il buon giorno si vede dal mattino, recita l’antico detto; ed ha pensato proprio a questo Gino quando, giunto nella stazione di partenza perfettamente attrezzato di bagaglio e di riviste, ha constatato che il treno arrivava con ben un’ora di ritardo. Il suo timore si è poi rivelato fondato quando poi ha preso posto in vettura: servizi igienici infrequentabili perché privi di acqua sanitaria (presumibilmente per un malfunzionamento dei rubinetti) e porta dello scompartimento priva di chiusura. Impossibile dormire con i lampi di luce provenienti dal corridoio ad ogni rallentamento del treno, che causava l’apertura della porta. Come servizio confort ci si poteva aspettare qualcosa di meglio.

Ben diversamente sono andate le cose nella seconda tappa: treno puntualissimo, in banchina materializzato il riferimento della posizione delle vetture con conseguente eliminazione dell’angoscia da ricerca del proprio vagone nei pochi minuti di fermata in stazione, a bordo servizio inappuntabile (persino il caffè era buono!) e piacevole silenzioso scorrere su binari freschi di giornata e senza giunti di dilatazione, diciamo così, sensibili. Peccato che è durato ben poco perché il tempo di percorrenza è stato alquanto contenuto: forse in sette ore o giù di lì si potrebbe percorrere tutto lo Stivale da Reggio Calabria a Milano.

E’ stato però un tempo sufficiente per una riflessione di Gino sulla pochezza e sulla miopia della nostra classe dirigente. Questa nuova via per il trasporto su rotaia, l’Alta Velocità, è stata vista subito come un modo per fare la concorrenza all’aereo sulla tratta Roma-Milano (cosa di fatto conseguita); non è stata vista, invece, come un modo per eliminare i treni notturni con pernottamento, richiesti dal sistema tradizionale a causa della particolare conformazione del nostro Paese. E sui treni diurni open space è difficile che si possa esercitare l’azione dei vandali che rompono porte e rubinetti.

Ad alcune domande il nostro Gino non ha saputo trovare risposta: perché al posto delle diramazioni di Alta Velocità Milano-Torino e Bologna-Venezia non si è realizzata la tratta Salerno-Reggio Calabria? Chi ha la responsabilità dinanzi ai cittadini di questa decisione? Come è stato possibile che questa decisione venisse assunta senza nulla dura dire ai cittadini, di fatto trasformati così in sudditi? O, forse, esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B, i primi informati ed accontentati ed i secondi tenuti ignoranti ed ignorati?

Forse non ha trovato risposte perché il tempo per pensarci è stato poco. Forse qualche lettore potrebbe aiutarlo intervenendo sul forum, spiegandogli le ragioni di questa piccola storia di ordinaria follia che si chiama Italia.

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