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Perché la vittoria della Merkel indebolisce l’Europa

Contrariamente a quanto riportato da molti giornali, la vittoria roboante della Cancelliera renderà più difficile il percorso europeo.

A leggere bene i dati delle ultime elezioni tedesche si ha un'impressione esattamente opposta ai tanti commentatori che hanno esultato per il prevalere di forze "europeiste". Se è vero che il partito euroscettico Alternativa per la Germania è rimasto fuori dal Bundestag - anche se per pochissimo -, la valanga di voti per Angela Merkel e la buona affermazione della Linke, oltre al risultato deludente di Spd e Verdi, segnalano che la realtà è molto diversa.

I Verdi, che avevano impostato la campagna elettorale su una maggiore redistribuzione delle risorse, sia a livello interno che comunitario, sono crollati di 4 punti rispetto alle ultime consultazioni; al contrario, la Linke, il partito di sinistra radicale erede diretto della Germania Est, che recentemente ha virato su posizioni molto critiche verso l'Euro e la politica di aiuti verso i paesi mediterranei, ha ottenuto un ragguardevole 8%, attestandosi come terzo partito.

Sul lato destro dello schieramento, lo strabiliante 42% ottenuto dalla Cdu-Csu di Merkel è andato addirittura oltre le previsioni degli analisti: la Cancelliera ha saputo sfondare nella Germania profonda, quella che, uscita dalla crisi ancora più forte di prima, non ha alcuna intenzione di perdere tempo dietro alle problematiche del Sud Europa.

Come ha detto la Merkel in varie occasioni, con lei al timone la Germania sarà "europeista" nel senso che tutelerà un'Europa in cui il rigore viene prima della solidarietà. Non ci sarà alcuno spazio per un Piano Marshall per i paesi periferici, così come aveva annunciato il suo sfidante Peer Steinbruck. È molto improbabile che, anche in caso di Grande Coalizione, siano fatti dei passi verso gli eurobond, cioè verso l'emissione in comune di tutti i paesi europei di titoli di debito al fine di finanziare infrastrutture e occupazione.

Con queste elezioni la Germania ha dimostrato di voler continuare sulla linea tracciata in questi ultimi anni: sicuramente una strenua difesa dell'Euro in quanto valuta comune, ma nel contempo una rigida ed inflessibile disciplina di bilancio

Che questa linea sia compatibile con il resto d'Europa, che è ancora - in gran parte - alle prese con recessione e disoccupazione galoppante, è tutt'altro che scontato.

 

Foto: Open Democracy/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.183) 25 settembre 2013 16:30

    per l’inefficenza dei due partiti pci+dc e i soci occulti dei figli del caimano che pensano solo a spartirsi quel poco che rimane della italia, in piu’ il cavaliere deve salvaguardarsi il di dietro , percio tutto va bene anche le minacce che fanno colpo solo sui creduloni
    BELTONTO

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