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 Home page > Attualità > Società > 5 motivi per cui Renzi è destinato a fallire sul fronte lavoro

5 motivi per cui Renzi è destinato a fallire sul fronte lavoro

Il lavoro è una materia difficilmente riformabile, e meno che mai si può pensare che attenuare o togliere dei diritti sia una via vincente

I dati macroeconomici dell'Italia sono sempre peggiori, come i telegiornali ci ricordano ogni giorno: anche se il debito pubblico e la deflazione sono indubbiamente elementi preoccupanti, ma tutto sommato gestibili sul lungo la periodo, la tragedia maggiore riguarda invece il tasso di disoccupazione, perché vi sono elementi per pensare che si sia attestato strutturalmente su livelli inaccettabili in una democrazia di mercato.

In tre anni il tasso di disoccupazione ufficiale è balzato dall'8,5% a quasi il 13; se invece restringiamo il campo alla disoccupazione giovanile, la situazione pare ancor più seria: se fino a tre anni fa essa si attestava al già preoccupante 25%, ora è salita a quasi il 43%.Si badi, peraltro, che questi dati non comprendono l'esercito di inattivi e di persone che hanno rinunciato a cercare un impiego.

La domanda centrale da cui dobbiamo partire prima di dare inizio a qualsiasi analisi è la seguente: c'è qualcosa che i governi possano fare concretamente per alleviare la disoccupazione in un'economia capitalista avanzata? La risposta, purtroppo, è molto poco: a causa dei parametri contabili che ci siamo impegnati a rispettare (tra cui l'inspiegabile rapporto Deficit/Pil al 3%: un parametro ormai screditato perfino nella comunità accademica più liberale), l'Italia non è in grado - anche se lo volesse - di investire ingenti risorse nel mercato del lavoro, tali da incrementare direttamente il tasso di occupazione. Per creare direttamente lavoro, infatti, uno Stato dovrebbe ispirarsi al New Deal di Roosevelt del 1933: in una situazione di grande Depressione simile alla nostra, il presidente americano decise che lo Stato avrebbe dovuto creare lavoro tramite grandi Piano di Lavoro in grado di assorbire subito le fila lunghissime di disoccupati e inattivi senza reddito.

La palese insufficienza delle politiche italiane ed europee per far fronte all'allarme lavoro si possono riassumere in 5 punti, che probabilmente aggiungeranno l'esecutivo Renzi alla schiera dei governi "che non hanno risolto".

1) Come ormai dicono molti, senza una profonda revisione dei Trattati europei - ed in particolare dei parametri di Maastricht su deficit e debito - non esiste possibilità seria di investimenti pubblici.

2) A causa della sua struttura industriale, fatta al 90% di imprese piccole e piccolissime, il mondo privato è strutturalmente incapace di fare investimenti ingenti. Il nanismo industriale condanna il Belpaese.

3) Se il Governo dovesse puntare le sue carte su un'ulteriore "flessibilizzazione" del mercato del lavoro, andrebbe incontro a sconfitta: come dimostrato da eminenti ricerche dell'Ocse e dell'ILO (International Labour Organization) non esiste una correlazione diretta tra diminuzione del tasso di disoccupazione e aumento della flessibilità del lavoro, anzi di solito accade il contrario: nei paesi in cui il lavoro è più "protetto", mediamente i tassi di occupazione sono più alti in tutte le fasce di età.

4) Visto il punto precedente, l'intenzione - per ora solo dichiarata - di superare o archiviare l'articolo 18 non ha alcun senso pratico: licenziare più facilmente un lavoratore, specie in tempi di crisi, non vuol dire affatto assumere con altrettanta facilità.

5) Uno dei principali problemi del mercato del lavoro italiano è la pressochè assente collaborazione tra lavoro e scuola, tra formazione e occupazione. In questo senso, l'esecutivo sembra voler agire ma bisogna fare molto di più, ed estendere il tirocinio obbligatorio anche nei licei, non solo nelle scuole professionali

Da questa breve ricognizione, si può dedurre come la missione di ridurre notevolmente il tasso di disoccupazione sia difficile e si presti ben poco alla retorica pubblicitaria del nostro primo ministro.

 

Foto: Palazzo Chigi/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di Il Gufo (---.---.---.115) 17 settembre 2014 20:38

    L’unica ragione sensata per cui Renzi è destinato a fallire è che non ha nessuna alternativa.
    Suggerisco la lettura: http://www.ilgrandebluff.info/2014/...

    L’Italia è tecnicamente fallita da mesi, viene tenuta in animazione sospesa perchè è "too big to fail" senza trascinare a fondo i mercati di mezza Europa.
    Tras i paesi del G7 siamo l’unico a non crescere, la corruzione non diminuisce, le tasse sono allucinanti, la burocrazia è monolitica come sempre, gli imprenditori coraggiosi sono specie a rischio estinzione.

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